venerdì 22 Novembre 2024

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Davide De Marinis: “Siamo sulla stessa barca e nella stessa casa” – INTERVISTA

A tu per tu con il cantautore milanese in occasione dell’uscita del singolo benefico “Andrà tutto bene

Si intitola “Andrà tutto bene #iorestoacasa” la nuova canzone composta da Davide De Marinis in questo inedito e delicato momento storico. Un super gruppo di artisti, in totale settanta, hanno sposato la causa e dato vita a Gli amici di Davide, in sostegno al progetto AIRVO 2 del Distretto Aurunco per l’acquisto di un respiratore pediatrico da donare al reparto di neonatologia dell’Ospedale Dono Svizzero di Formia (questo il link dove poter scaricare il pezzo). Supportato dall’Associazione Teniamoci per Mano Onlus, con il Patrocinio e sostegno della Nazionale Italiana Cantanti, abbiamo raggiunto via Skype il cantautore milanese per una piacevole e simpatica intervista.

Ciao Davide, bentrovato. Inaugurerei questa nostra chiacchierata parlando di bellezza, perché il compito della musica è proprio quello di trasformare tutta la bruttezza che stiamo vivendo in qualcosa di bello. Tu lo hai fatto insieme a settanta amici con “Andrà tutto bene #iorestoacasa”. Com’è nata questa canzone?

«E’ nata in casa, naturalmente, durante i primi giorni della quarantena, l’ho scritta in tre mattine, un po’ per automotivarmi. Così ho contattato tanti amici a cui voglio molto bene, sono partito dal gruppo di Tale e Quale Show in realtà, il primo a mandarmi il suo contributo è stato David Pratelli, poi Jessica Morlacchi, i Jalisse e tanti altri, da Gabriele Cirilli a Tiziana Rivale, passando per Francesco Pannofino, Eva Grimaldi, Francesca Alotta, Sara Facciolini, Antonio Mezzancella, Laura Freddi, Matthew Lee, Neja, gli Audio 2, Paolo Mengoli, Marcello Cirillo, Dino, Marco Ferradini, i grandi Cugini di Campagna che hanno fatto delle armonie fantastiche e tanti altri, veramente un gruppo di amici solidali che hanno dato tanto per questo pezzo.

Parallelamente, l’associazione Teniamoci per Mano Onlus, dei ragazzi straordinari che vanno negli ospedali a fare clownterapia per tutti i bambini che non stanno bene, ci ha segnalato che nel reparto neonatologia e pediatria dell’Ospedale Dono Svizzero di Formia manca un respiratore ad alti flussi per i bambini. A quel punto abbiamo unito le forze, con il patrocinio della Nazionale Italiana Cantanti, abbiamo pensato di devolvere il ricavato di questo progetto interamente per questa causa. L’appello che rivolgo a tutti è quello di acquistare il brano nei vari digital store, è un piccolo gesto che può permetterci, tutti insieme, di aiutare concretamente tante persone».

L’unione fa la forza, è sempre bello vedere tanti artisti collaborare insieme sposando una causa così importante e benefica. La dimostrazione che il ruolo della musica in questa emergenza può essere sia di sostegno emotivo ma anche di aiuto concreto. Tu, personalmente, come stai vivendo questo momento?

«Come tutti ho un po’ degli alti e bassi, personalmente sono uno che tende ad essere positivo, a vedere il bicchiere mezzo pieno. A livello di prospettiva credo che tra non molto usciremo di casa, quello che mi manca più di tutto è fare una bella passeggiata, andare in bicicletta, correre e questo mi sta mancando tanto, insieme al poter vedere i miei affetti, la mia famiglia e gli amici. A livello musicale, invece, la riprese sarà un pochino più lenta, soprattutto per quanto riguarda il live, mi dispiace perché siamo in tanti che lavoriamo in questo settore, sia sul palco che dietro, stando fermi tutti insieme è un danno. Però, dai, spero che presto si possa davvero ripartire».

Tu sei una persona molto positiva e che trasmette tanta positività, lo abbiamo visto recentemente anche a “Ora o mai più” e a “Tale e Quale Show“. Non potevo avere interlocutore migliore per la prossima domanda: se dovessimo trovare dei lati positivi in questa situazione, in cosa li individueresti?

«Beh, il primo l’ho già visto: di sicuro l’inquinamento che è sceso del 50%, forse anche di più. Questo blackout che abbiamo avuto in tutto il mondo, per il pianeta è stata una vera e propria boccata d’ossigeno. Poi, a livello di società, sicuramente ci ha portati a sentirci più vicini l’uno all’altro perché, come si diceva una vola, siamo tutti sulla stessa barca, adesso siamo tutti nella stessa casa».

Per concludere, secondo te, che ruolo possono avere la musica e l’arte in generale in tutta questa delicata situazione?

«Sicuramente è una valvola di sfogo, la dimostrazione è data dalla voglia di cantare sui balconi, la musica ti alleggerisce la vita, un po’ come una risata, ridere ti allunga la vita. Secondo il mio personale parere, ci sarebbero molti problemi in meno se si ridesse e cantasse un po’ di più».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.