Il debutto discografico dell’artista modenese, tra sonorità pop e un convincente sound internazionale
E’ entrato prepotentemente in rotazione radiofonica dallo scorso gennaio “Briciole”, il singolo d’esordio di Davide Marchi, polistrumentista emiliano classe ’71. Il suo desiderio di esprimersi in musica arriva da molto lontano, consolidato attraverso lo studio della chitarra, del pianoforte e della batteria.
Ciao Davide, partiamo dal tuo ultimo singolo “Briciole”, come è nata e cosa rappresenta per te questa canzone?
«Questo brano nasce dall’esigenza che ho da sempre di esprimere attraverso la musica sensazioni, emozioni e idee. Tutti gli artisti che sono anche autori delle proprie canzoni credo partano da questo presupposto: cercare di comunicare agli altri il proprio mondo interiore. Briciole, in particolare, è uscita tutta d’un fiato, in un momento in cui la mia attenzione era rivolta a temi centrali dell’esistenza come il dolore, la rabbia e l’amore».
Sin dal primo ascolto colpiscono le sonorità energiche e molto pop, lo consideri il giusto biglietto da visita che rappresenta al meglio le tue prossime produzioni o più una sorta di esperimento?
«Briciole è stata realizzata con suoni moderni per cercare di renderla più “radiofonica” possibile. Se questo è avvenuto sono contento, ma ciò non significa essere legati a queste sonorità anche per i prossimi brani. Se riuscirò nell’intento di realizzare un mio album credo che continuerò sulla strada della sperimentazione».
Nel testo parli della ricerca interiore, affrontando i tuoi fantasmi, riuscendo a lasciare un messaggio positivo. E’ più facile sviscerare le proprie fragilità con questa chiave di lettura?
«Non è mai facile parlare delle fragilità umane in modo credibile senza cadere nel “già sentito”. Nei testi delle canzoni, forse un po’ come nella moda, si è ormai parlato e detto tutto (o quasi). La differenza sta nel linguaggio e nella carica esplosiva che questo trasmette (ecco spiegato il successo del rap). Spero tanto che Briciole, con la sua semplicità ed immediatezza, sia riuscita ad arrivare al cuore delle persone».
Facciamo un salto indietro nel tempo, quando e come è nata la tua passione per la musica?
«La mia passione per la musica è nata fin da ragazzo quando con amici si suonava nei classici complessi da cantina. Qui, oltre a suonare, mi piaceva anche creare “pezzi” da proporre al pubblico durante le nostre esibizioni. La voglia di scrivere brani POP in modo continuativo e strutturato si è però manifestata tardivamente, dopo gli studi universitari; e ad oggi non mi ha ancora abbandonato».
Quali artisti o generi musicali hanno ispirato e accompagnato la tua crescita?
«Chi scrive canzoni si ispira praticamente a tutti. Non esiste autore che non dia con la propria musica e creatività un contributo importante al lavoro degli altri. Siamo tutti parte di un unico grande “circo della bellezza” dove ognuno si muove con qualità sue proprie attraverso una multiforme variabilità di colori e sfumature, ma sempre all’interno dello stesso sistema».
Qual è la lezione più importante che hai appreso sin ora dalla musica?
«La musica mi ha insegnato ad essere “vero”, “autentico”. La musica non mente, perché quando si compone o si scrive un brano ci si deve mettere in gioco con tutto ciò che si è, nel bene o nel male, ma comunque senza veli. Nessun artista può pensare di trasmettere emozioni fingendo».
Come valuti il settore discografico di oggi?
«Il mio sogno nel cassetto è quello di realizzare un album a livello professionale con almeno 13-14 brani per cercare di arrivare con le mie canzoni alla gente. Vorrei capire se la mia musica è capace di toccare il cuore delle persone oppure no. Da questo punto di vista Briciole sembrerebbe aver sortito buoni effetti, ma un solo singolo non basta per poter apprezzare un artista. Il problema è che senza un’etichetta che ti sponsorizza non vai da nessuna parte. Anzi, colgo l’occasione di questa intervista per chiedere se qualche casa discografica in ascolto fosse interessata a contattarmi ed investire su di me. Grazie».
E noi te lo auguriamo Davide. A tal proposito, hai altri desideri per il futuro?
«Con la mia musica mi sono sempre proposto di perseguire questi 3 obbiettivi: Denunciare, Consolare, Promuovere. Denunciare: credo che oggi ci sia bisogno di qualcuno che abbia il coraggio di “smontare” i falsi miti della nostra epoca. Consolare: credo che oggi ci sia bisogno di qualcuno che abbia il coraggio di dare nuovamente speranza al nostro futuro. Promuovere: credo che oggi ci sia bisogno di qualcuno che abbia il coraggio di andare contro corrente e indicare con decisione la via della bellezza per contrastare la grettezza in cui siamo immersi».
Alla luce di tutto quello che ci siamo detti, per concludere, quale messaggio vorresti trasmettere al pubblico, oggi, attraverso la tua musica?
«Credo che alla fine siano proprio le canzoni a svelarci le verità più profonde del nostro essere. Non so se anche le mie rientreranno in questa privilegiata graduatoria, ma io ce la metto tutta!».
Nico Donvito
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