Uno sguardo sul mondo della musica da un’altra prospettiva: racconti e retroscena da un insider dell’industria. A cura di MisterY
Dietro le quinte è la rubrica che svela i segreti dell’industria musicale dal punto di vista di un insider che ha scelto di restare nell’ombra per preservare la purezza del suo pensiero. MisterY non si nasconde per paura, ma per offrire uno sguardo libero e autentico su un mondo dove spesso conta più chi parla che ciò che viene detto. tour 2024 promossi bocciati
Grazie alla sua pluriennale esperienza alle spalle, l’autore di questa rubrica ci guiderà attraverso le dinamiche, le evoluzioni e le sfide di un settore in continua trasformazione. in ogni appuntamento un tema diverso, ma sempre con lo stesso obiettivo: portare alla luce ciò che resta nascosto nel frastuono del successo. tour 2024 promossi bocciati
Dietro le quinte: analisi dei tour 2024, promossi e bocciati
2024: sempre più concerti, sempre stesse strategie
Dopo il covid si sa, la musica live non ci ha messo molto per ripartire a mille all’ora e, giustamente, ogni artista del pianeta è tornato in prima linea sul fronte concerti per recuperare tutto il terreno perso. Dal punto di vista italiano, in particolare, abbiamo già visto (qui l’articolo) di come il live sia diventato l’asset fondamentale per il guadagno di ogni personalità del settore musica (e non solo). Abbiamo provato qui a raggruppare un anno di musica live cercando di dividere per portata e per spazi gli artisti italiani, tracciando una sorta di bilancio annuale diviso per stadi, grandi arene, palazzetti, club e teatri.
Iniziamo col dire che i numeri di spettatori non rappresentano l’unico valore per delimitare il guadagno di un tour, non basta riempire stadi e palazzetti di gente con prezzi di biglietti alle stelle, perchè per trarre un bilancio economico occorrerebbe anche tener presente dei costi di produzione, dati sui quali, per ora, non abbiamo alcun accesso.
Tutti allo stadio, tutti felici (?)
Partiamo dai grandi spazi e le grandi arene e partiamo subito da un nome che non mostra alcun segno di cedimento. Vasco Rossi è il re degli stadi e su questo dubbi non ne ce sono. Bari e San Siro (più la data zero a Bibbione) quest’anno le scelte del rocker di Zocca, biglietti andanti sold out in ore e tutti i seggiolini degli stadi pieni dalla prima all’ultima data. Gli stadi sono stati 12 ma potevano essere anche il doppio. Il 2025 arriverà con nuove date, sempre negli stadi, sempre pieni. E il loop non sembra avere intenzione di stopparsi.
C’è poi Ultimo, giovane ma ormai già ben avviato ai grandi numeri. Sembrava aver trovato una leggera flessione, invece anche nel 2024 il cantautore romano è riuscito a portarsi a casa 10 stadi pieni e per altro è pronto a una nuova corsa nel 2025 sempre negli stadi (con Milano e Roma già solo out). Ultimo ha dimostrato di aver trovato la sua dimensione ideale negli stadi, più di 500.000 biglietti venduti parlano chiaro, riuscendo a rapportarsi con un target di pubblico affezionato e molto legato a lui. tour 2024 promossi bocciati
Dopo anni un po’ così si certifica mattatore assoluto anche Max Pezzali che, portando in giro uno show amatissimo dal pubblico, in cui parte fondamentale sono (giustamente) le sue hit, ha conquistato ancora una volta gli stadi e lo ha fatto con numerosi raddoppi. Milano, Roma, Messina, Bari, Torino e Bologna, tutte strapiene. Un risultato non scontato, che ha elevato Max a uno status da top player della musica italiana.
Altro artista che sicuramente non ha necessità di presentazioni è Zucchero, uno dei pochi in grado di fare grandi numeri anche all’estero ma che, paradossalmente, in Italia non è habitué degli stadi, puntando sempre su arene e location più raccolte. Già da Campovolo del 2023 in realtà il bluesman emiliano aveva testato il terreno e, visti i buoni risultati, nel 2024 ha puntato tutto su un tour negli stadi (5) in cui portare la sua musica a una platea sempre più grande. I risultati finali, soprattutto a Bologna e Milano, sono stati ottimi ed infatti l’esperimento è stato confermato con un nuovo tour negli stadi in Italia e una data speciale a Roma che dovrebbe essere al Circo Massimo. Circo Massimo dove sono tornati con grande successo anche Fabi, Silvestri e Gazzè, dimostrando che è possibile portare avanti musica di qualità anche al grande pubblico senza bisogno di snaturarsi per forza.
Tra gli outsider citiamo Sfera Ebbasta, mattatore di San Siro con due serate, che però ha portato il suo spettacolo live solo in 5 stadi / arene, ottenendo comunque ottimi riscontri di pubblico. Un po’ meno bene è andata ai Club Dogo che, dopo una serie di concerti al Forum di Assago tutti sold out, sono approdati a San Siro con un evento unico, in cui il sold out non è arrivato. Stadio non vuoto, ma nemmeno stracolmo per uno degli eventi rap più attesi della scorsa estate.
Le note dolenti qui sono invece tutte per i Negramaro. Dopo un Sanremo non indimenticabile la band di Sangiorgi è infatti tornata sui palcoscenici degli stadi italiani ma non ha riscosso sicuramente ciò che si aspettava. Tre stadi fatti e due cancellati. Udine, Napoli e Milano, ma con risultati tutt’altro che confortanti. Tanti seggiolini vuoti e un tour che doveva segnare un ritorno in pompa magna, per altro dopo il cambio di agenzia da Live Nation a Friends & Parnters, che si è trasformato in una serie di concerti nei palasport nel 2025. Profondo rosso.
Palasport e via la paura
Se gli stadi come traguardo possono essere visti come quello che anni fa rappresentava fare un tour nei palazzetti, oggi possiamo comodamente dire che la tendenza è che un live in un palasport sia più o meno equiparabile a uno show in un club qualche anno fa. Ci sono ormai delle tendenze specifiche nella musica italiana che sembrano ormai ripetersi con ciclicità.
È vero che nel 2024 ci sono stati tanti tour lunghi con date e date (conditi da doppie e triple) interamente nei palasport, vedi gente come Pinguini Tattici Nucleari, Tedua, Lazza, Laura Pausini, Gianna Nannini, Annalisa, Elodie, Calcutta, Giorgia, Gazzelle, Emma, Ghali, Mahmood, Coez e Frah Quintale, Alessandra Amoroso, Antonello Venditti, Umberto Tozzi, Irama, Alfa, Tananai e Gigi D’Alessio per citarne alcuni, ma altrettanto che una classica scelta della agenzie live è quella di portare 1/2 show eventi nei palasport (Milano e Roma solitamente) e poi trasferite il resto del tour in posti più piccoli come club e teatri.
È stato così nel 2024 e così sarà anche il prossimo anno (vedi artisti in gara a Sanremo come Coma_Cose e Noemi). Così è stato anche per artisti che hanno puntato il focus su date evento, si vedano i casi di Davide Van De Sfroos, Finley, Naska e Negrita a Milano o di Fabrizio Moro e Il Tre a Roma, Tony Effe e Achille Lauro con entrambe. Si cercano di limitare i rischi con date più o meno “sicure” e, dovesse andare male, si punta comunque a salvare il salvabile spostando palchi, regalando omaggi e facendo di tutto per salvare lo status da “artista da palasport”. Così è stato per Mr. Rain che, al netto di buoni risultati nelle date più pubblicizzate, ha faticato non poco in quelle meno “appetibili”.
Club e teatri: tour lunghi e sold out più “sinceri”
Non tutti gli artisti ambiscono però ad avere la fama di suonare in posti gigante, magari correndo il rischio di non riempirli e dovendo fare 2/3 date al posto di 20. Si guardi Fiorella Mannoia, big assoluta della musica italiana che da anni propone delle tournée lunghissime in giro per i teatri invernali ed estivi italiani, stagioni intere di concerti e posti quasi mai non sold out. Scelte che sembrano in controtendenza, ma che alla fine pagano.
L’ha capito anche Ligabue che, prima di tornare nella sua Campovolo, dopo anni di flessione dal punto di vista dei live, ha scelto la dimensione intima dei teatri per girarsi l’Italia in lungo e in largo con uno spettacolo inedito. Allo stesso modo possiamo citare gente del calibro di Diodato, Renga e Nek, Malika Ayane, Francesco De Gregori, Marco Masini o Claudio Baglioni. Stessa cosa per i club che sono stati scelti spesso da artisti trap o indie alternativi come terreno di prova per eventi più grandi in futuro come Anna, Kid Yugi, Olly, Tony Boy, Santi Francesi, Fast Animals and Slow Kids tra i tanti.
Posti meno costosi dove le produzioni sono ridotte e soprattutto dove spesso è possibile portare avanti anche giorni e giorni di tour nella stessa venue, ottimizzando i costi mantenendo uguali i ricavi. Creando così delle vere e proprie “residency” come successo a Milano con Francesco De Gregori (in teatro), Anna (in un club) e Biagio Antonacci nella sua leg estiva, sulla scia di grandi eventi europei e americani come Adele e i suoi concerti a Monaco di Baviera o i numerosi spettacoli ripetuti a Las Vegas.
In conclusione, abbiamo capito che il live spinge e continua a spingere gli artisti a fare sempre di più, anche a costo di mettere in secondo piano la propria produzione discografica. Il 2024 è stato un anno ricco di concerti e il 2025 non si prospetta da meno. Venue sempre più richieste e artisti corretti a programmare tour con mesi (o anni) di anticipo. Tendenze nuove che, come abbiamo capito, porteranno sempre più artisti in posti sempre più grandi. Per capire se questa spinta continuerà o prima o poi ci sarà una inevitabile flessione generale occorre solo aspettare…
MisterY
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