Le parole che contano nell’era digitale: un viaggio tra i cantautori della Gen Z e oltre, alla scoperta della bellezza nascosta nelle canzoni degli ultimi anni. A cura di Sara Garlaschelli
“Dillo con una canzone” è una rubrica dedicata a chi crede ancora nel potere delle parole, anche in un’epoca digitale che sembra prediligere la velocità all’essenza. Sara Garlaschelli ci guiderà in un viaggio tra i cantautori del nuovo millennio, esplorando le loro opere.
In un mondo sovraffollato e pieno di rumore, scavando con attenzione si possono trovare autentici gioielli: storie, emozioni e bellezze nascoste nelle canzoni di oggi, che sanno ancora parlare al cuore, attraverso concetti ed emozioni che non passeranno mai di moda.
Dillo con una canzone: “Il campione” di Olly
Avere un grande obiettivo è un atto di fiducia, verso sé stessi, verso il percorso. Se il successo – quando arriva – è visibile al mondo, la strada (scoscesa, piena di sassolini) la percorriamo da soli e con gli unici sguardi di chi ci cammina molto vicino. Il processo verso il traguardo non è mai lineare, ci butta giù e mette alla prova, ci sfinisce e svilisce ad ogni curva un po’ più stretta, ed è tutto normale. Ciò che è meno normale, invece, è l’approccio italiano al fallimento. La narrazione del “campione” che non sbaglia mai è affare tutto nostro, accentuata dai nuovi media, respinge l’insuccesso e non contempla le porte in faccia.
Ascoltavo un podcast in cui lo speaker attuava un paragone fra America e Italia nei confronti del diverso approccio agli “scivoloni”. In Italia il fallimento di uno step nella strada verso un obiettivo sembra funzionare come un richiamo della giungla per moltissimi “Lo sapevo!”, “Ben gli sta!”, e l’elegantissimo “Tiè!”. In America, al contrario, pare che i “flops” sollevino molta più solidarietà e incoraggiamento collettivo; “Forza, non mollare!”, “Puoi farcela, coraggio!”.
Una bella differenza, insomma. Eppure, “il campione”, non è (e non sarà mai) chi vince sempre, ma chi si rialza dalle cadute e spinge il proprio limite sempre un po’ più in là. Lo sa bene Olly, Federico Olivieri, piena Generazione Z con la sua classe 2001. Il 25 ottobre scorso è uscito “Tutta vita”, il secondo album in studio del cantautore genovese prodotto da JVLI, dodici tracce che raccontano un viaggio interiore fra le sue esperienze personali, i suoi auguri per il domani, i ricordi e le paure di un ragazzo di vent’anni. “Tutta vita” è l’espressione che si usa quando qualcosa non va come speriamo, ma si va avanti anche se ammaccati, è un emblema di positività, una frase gridata tra amici al bar e che rappresenta il modo dell’artista di affrontare la vita e le difficoltà.
L’ultima traccia dell’album è proprio “Il campione”, un inno alla perseveranza che abbraccia, senza giudizio, il coraggio di quelli che “comunque se la ridono, anche in bilico sul lastrico”. Una chiacchierata a tu per tu che si rivolge all’ascoltatore forte come un abbraccio nel dirgli che “il campione si vede qua!”.
“A te che senti che non hai le forze
e in tasca hai più domande che risposte
non fermarti mai
il campione si vede qua!
E a te che andresti in quel posto stupendo
ma devi stare attento allo stipendio
fa male ma lo sai
il campione si vede qua!”
Sara Garlaschelli
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