Dillo con una canzone: “Piccole cose” di Ghemon

Dillo con una canzone

Le parole che contano nell’era digitale: un viaggio tra i cantautori della Gen Z e oltre, alla scoperta della bellezza nascosta nelle canzoni degli ultimi anni. A cura di Sara Garlaschelli

“Dillo con una canzone” è una rubrica dedicata a chi crede ancora nel potere delle parole, anche in un’epoca digitale che sembra prediligere la velocità all’essenza. Sara Garlaschelli ci guiderà in un viaggio tra i cantautori del nuovo millennio, esplorando le loro opere. Oggi parliamo di “Piccole cose” di Ghemon.

In un mondo sovraffollato e pieno di rumore, scavando con attenzione si possono trovare autentici gioielli: storie, emozioni e bellezze nascoste nelle canzoni di oggi, che sanno ancora parlare al cuore, attraverso concetti ed emozioni che non passeranno mai di moda.

Dillo con una canzone: “Piccole cose” di Ghemon

Viva la contaminazione, quella che ci dipinge di mille colori. Il saluto felice del portiere di mattina, il caffè servito nella tazza che mi piace, la macchia di sugo sul vestito nuovo, il passaggio a livello che interrompe il mio cammino sempre quando sono in ritardo e di tempo non ne ho più; sono le piccole cose che oscillano l’elettrocardiogramma della nostra altalena quotidiana. (Come i battiti, se si fermano c’è solo la morte). Siamo sempre esposti agli stimoli della vita, anarchici si permettono di irrompere e rompere, l’età che avanza non è un antidoto ed il loro potere può crescer di peso nelle parentesi emotivamente forti. Ed è bello così. “Sono le piccole cose quelle che ci servono, briciole di vita che si perdono, quelle che cambiano il passo al giorno prima di chiudere gli occhi al mondo”, la voce è quella di Ghemon, le parole della sua “Piccole cose”.

Piccole cose” fa parte dell’album “La rivincita dei buoni”, 2007 – è una riflessione in musica sui rapporti interpersonali e sulle piccole cose della vita che passano e vanno, ma che hanno gran voce nel coro delle nostre emozioni. Ghemon è noto per la sua abilità di mescolare diversi generi musicali; rap, soul, funk e pop, mantenendo vivo un filo rosso di tematiche universali che danno voce a tutti noi. Seppur l’italiano è un gran credente della Legge di Murphy (una sorta di principio del pessimismo, spesso usato per spiegare le situazioni in cui qualsiasi cosa sembra andare nel modo peggiore possibile) i piccoli accadimenti quotidiani, positivi e non, sono casuali e fugaci.

C’è qualcosa però che possiamo fare. Ghemon ce la racconta in “Piccole cose”: “Vai, tra pedoni che ti sembrano birilli pensi a tua moglie nel traffico coi tuoi figli uno dei due fa gia’ il classico, l’altra e’ una peste brava a saltarvi sul materasso il mutuo che ti ha dato un tetto in passato e’ ancora acceso ma l’hai quasi cancellato tu che eri il centro degli amici”.

In altre parole? Le piccole cose ci accadono e cambiano, i piccoli pensieri hanno lo stesso valore e potere. Sono stimoli a tutti gli effetti, anziché provenire dall’esterno nascono dentro di noi. E allora è bello pensare a qualcuno che amiamo o qualcosa che ci soddisfa per far respirare l’umore. Così come è da attenzionare lo spazio mentale abitato da ciò che non va. E allora forse sì, è proprio vero che “sono le piccole cose, quelle che ci servono piccole cose, briciole di vita che si perdono“.

Scritto da Sara Garlaschelli
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