giovedì, Marzo 28, 2024

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Dimenticarsi – quando sono le canzoni a chiedercelo

Come i testi delle canzoni raccontano un tema

Cosa diventiamo se non possiamo più pensarci? E se fossimo noi stessi a chiederci di dimenticarci?… “come se non fosse stato mai amore”, per dirla con Laura Pausini. Impresa ardua, ma non impossibile, dimenticare. Potrebbe favorirci andare via, come Anna de I Nuovi Angeli, “che non sopporta un treno che parte Su un treno è partita e non torna più”, lasciando dire all’altro “ho troppo da dimenticare La vita non mi basterà”. L’aiuto della “lontananza”, dunque! Quella che “sai è come il vento”, secondo Domenico Modugno, e “che fa dimenticare chi non s’ama”, anche se i risultati non sono sempre garantiti, visto che “è già passato un anno ed è un incendio Che mi brucia l’anima”. Separandoci, “io che credevo d’essere il più forte mi sono illuso di dimenticare e invece sono qui a ricordare a ricordare te”.

Bungaro feat Paola Cortellesi sono consapevoli che “la lontananza è solo apparente se ti resto vicino”, ma sanno che “il frutto sul ramo diventa maturo e cadrà se non torni” e che, in tal caso, “dai sorrisi miei ai sorrisi tuoi senza lacrime”, dovranno dirsi “dimentica Dimentico Dimentichiamoci”. Raige feat Annalisa, invece, cercano di individuare le cause “per non dimenticare mai”, ma “io davvero non so bene cos’è che sia successo Non riesco a spiegarmelo nemmeno adesso (…) Sarà che il giorno siamo presi a far finta di niente”, hanno imparato cosa vuol dire “lontani dal cuore, lontani dalla mente”.

Nei testi di oggi, rispetto a quelli del passato, non c’è traccia della romanticheria pura, quasi ingenua, che si trovava in Emilio Livi e Trio Lescano, quando intonavano “non dimenticar le mie parole Bimba tu non sai cos’è l’amor È una cosa bella più del sole Più del sole dà calor (…) Non dimenticar le mie parole (…) Tu per me sei forse più del sole Non mi fare mai soffrir”. Sullo stesso filone, anche Claudio Villa col famoso “non ti scordar di me La vita mia legata e a te Io t’amo sempre più Nel sogno mio rimani tu (…) C’è sempre un nido Nel mio cuor per te Non ti scordar di me!”.

Giusy Ferreri canta le stesse parole, ma con una scrittura più secca, “non ti scordar mai di me Di ogni mia abitudine In fondo siamo stati insieme E non è un piccolo particolare Non ti scordar mai di me Della più incantevole fiaba Che abbia mai scritto Un lieto fine era previsto e assai gradito”. Per i Pooh, non scordare, significa che “farai la vita che vuoi fare Non ti dovrò mai più volere Ma è vero, giuro, è vero Tu per me resterai importante Non potrò cancellare niente Neanche quando la vita ti porterà distante Ma non dimenticarti di me”. Del ‘dimenticare’, Roberto Soffici, stila un vero e proprio decalogo: “dimenticare il tuo sorriso, dimenticare la tua faccia Dimenticare i tuoi discorsi, tutti i gesti, le tue labbra Dimenticare anche i tuo nome, dimenticare la tua voce E cancellarti all’improvviso dalla mente e poi più niente Dimenticare di pensarti, dimenticare di sognarti Dimenticare le pazzie, tutti i sogni, le tue parole Dimenticare di baciarti, dimenticare di cercarti Cambiare tutta la mia vita in un minuto”.

Quel minuto, altrettanto inatteso, in cui Vasco Rossi si chiede “dimenticarsi Dimenticarsi Ho bisogno di te Ma è un bisogno diverso È che senza di te Io mi sento disperso Ora sono così Come tu mi hai chiesto E mi tratti così Alla stregua di un altro (…) Vale la pena?”. Sicuramente no, per Tiziano Ferro che, imperativo, ‘comanda’: “stop! Dimentica Questo silenzio non vale neanche una parola né una sola e quindi Stop! Dimentica perché E tutto il resto andrà da sé Dimentica perché, dimentica per me”. “E grazie per l’invito”, risponderebbero gli Zero Assoluto, ” ma proprio non ce la farò Ho proprio tanti, tanti, troppi impegni e credo forse partirò Se avessi più coraggio, quello che io ti direi Che quell’uomo perfetto, che volevi tu, non l’hai capito mai (…) E forse partirò per dimenticare, per dimenticarti”, sperando con Raf, che se si “dimentica l’amore e forse Anche il dolore passerà Dimentica le cose belle E tutto il male sai Di colpo sparirà”.

Non sparisce, invece, velocemente il dispiacere per la mancanza di attenzione e di cura nei confronti di chi soffre nei “giardini che nessuno sa” di Renato Zero, dove i pazienti diventano vittime di chi si “dimentica, c’è chi dimentica distrattamente un fiore, una domenica E poi silenzi”. Una battaglia rimane ancora aperta, probabilmente fino a che viviamo: quella fra le nostre origini e un mondo esterno a noi che tenta, ogni giorno, di farci diventare altro.

Da Uomini di Mare feat Nesli impariamo che stare dentro di noi è la condizione per ritrovarci e per poter raccontare la nostra storia: qui, “tira un gran vento, nei meandri della testa fra i ricordi tu li separi e ti rendi conto non dimentico le mie origini (…) a far versi infiniti dimentichi se limiti il confine dei ricordi pensaci due volte prima di scomporli”, con Emma, prendiamo contatto con una verità aspra, ma universale, “e tanto dimentico tutto Dimentico tutti I luoghi che ho visto, le cose che ho detto I sogni distrutti La storia non è la memoria, ma la parola Non vedi che cosa rifletti Sopra un mare di specchi si vola”. Tra un dimenticarsi e l’altro, una cosa è certa: ricordiamoci di vivere questa giostra di vita, senza saltare troppi giri, nell’attesa di quello più giusto, che potrebbe arrivare e dimenticarsi di farci salire su.

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Francesco Penta

Appassionato della parola in tutte le sue forme; prediligo, in particolar modo, la poesia a schema metrico libero. Strizzo l'occhio all'ironico, all'onirico e al bizzarro. Insieme alla musica sia la parola. Dopo la musica si ascolti il silenzio; da questo "vuoto sonoro" nasca un nuovo concerto.
Francesco Penta
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Appassionato della parola in tutte le sue forme; prediligo, in particolar modo, la poesia a schema metrico libero. Strizzo l'occhio all'ironico, all'onirico e al bizzarro. Insieme alla musica sia la parola. Dopo la musica si ascolti il silenzio; da questo "vuoto sonoro" nasca un nuovo concerto.