“Dindondio” di Zucchero: te la ricordi questa?
Viaggio quotidiano nella colonna sonora della nostra memoria, tra melodie sospese nel tempo pronte a farci emozionare ancora. Oggi parliamo di “Dindondio” di Zucchero
La musica è la nostra macchina del tempo: basta una nota, un ritornello, ed eccoci di nuovo lì, in una stagione vicina o lontana, in un’auto con i finestrini abbassati o nella cameretta della nostra infanzia. “Te la ricordi questa?” è il nostro appuntamento quotidiano per riavvolgere il nastro delle emozioni, proprio come si faceva una volta con una semplice penna e una musicassetta. Oggi l’orologio del tempo ci riporta al 2001 con “Dindondio” di Zucchero.
Ogni giorno, alle 13:00, vi accompagneremo in un viaggio musicale alla riscoperta di queste gemme nascoste: canzoni che hanno detto tanto e che hanno ancora tanto da dire, pronte a sbloccare ricordi, evocare immagini, restituirci pezzi di passato con la potenza che solo la musica sa avere. Brani che forse oggi non passano più in radio, pezzi di artisti affermati lasciati in un angolo, o successi di nomi che il tempo ha sbiadito ma che, appena tornano nelle nostre orecchie, sanno ancora farci vibrare. Perché la musica non invecchia, si nasconde soltanto tra le pieghe del tempo, aspettando il momento giusto per colpire nel segno e farci esclamare sorpresi un: “Te la ricordi questa?”.
Ti sblocco un ricordo: “Dindondio” di Zucchero
Zucchero con “Dindondio“, terzo singolo estratto dal fortunato album “Shake” del 2001, ci regala uno dei suoi brani più poetici e spirituali, un inno sommesso e viscerale all’amore che non trova parole, ma che si manifesta nei silenzi, nei suoni della natura, nei battiti del cuore.
Il testo ruota attorno a un concetto tanto semplice quanto potente: le parole non bastano. L’amore, quello vero, non si spiega e non si dichiara con frasi articolate, ma si lascia vivere, si trasmette con uno sguardo, un suono, un’emozione che arriva prima dei tuoi occhi e dopo io. Il verso “quello che provo non si può dire, e non lo dirò” è una dichiarazione d’intenti: Zucchero si fa da parte, lascia parlare la canzone, il cinguettio degli uccelli, le campane, il silenzio stesso.
“Dindondio” è uno dei brani più intimi e delicati del repertorio di Zucchero. Più che raccontare una storia, lascia che il sentimento si faccia suono, silenzio, attesa. In un mondo che urla, questa canzone sussurra. Ed è proprio per questo che colpisce nel profondo.
Il testo di “Dindondio” di Zucchero
Quindi non io
Ma una canzone
Ti parlerà
Un’emozione
Cosa cos’è?
È questa qua
Non ha parole
Che posso dire
E non le dirò
Uhm uhm uhm
Che bell’amore mio
Uhm uhm uhm
Prima i tuoi occhi e dopo io
Quindi non io
Il cinguettio
Te lo dirà
T’ho amato sempre
Forse mai
Chi lo sa
Quello che provo
Non si può dire
E non lo dirò
Uhm uhm uhm
Che bell’amore mio
Uhm uhm uhm
Prima i tuoi occhi e dopo io
Uhm uhm uhm
Che troppo amore mio
x i tuoi occhi, mi disfo io
Dove stanno fiori sto steso anch’io
Qui da oggi ai maggi luminosi
Campane di domenica e il dindondìo
Che bell’amore l’amore mio l’amore mio
Dove stanno fili sto steso anch’io
Qui da oggi ad aspettar le rondini
Campane di domenica e non io
Che resto muto
Nel cigolìo
Come un bambino
Che questo amore……….
è mio
è mio
è solo mio uhm uhm uhm