Tutte le richieste della categoria per il supporto del mercato musicale
La crisi del sistema discografico è totale e si riversa su ogni comparto della filiera dalla produzione alla distribuzione. In questi ultimi giorni Discoteca Laziale, il più grande centro di distribuzione musicale italiana oltre che di vendita di dischi nella capitale, ha lanciato una petizione sul web, intitolata # La musica è cultura, per richiedere al Governo una serie di misure atte a superare le difficoltà dell’intero settore e di tanti negozianti italiani di settore.
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Abbiamo raggiunto telefonicamente Valentina Giordano, responsabile dell’ufficio vendite di Discoteca Laziale, per farci spiegare nel dettaglio le richieste ed i risultati che ci si aspetta di vedere nel corso delle prossime settimane.
Ciao Valentia, grazie per essere intervenuta. Nella sostanza cosa chiedete al Governo per far fronte alla crisi del vostro settore?
<<Noi chiediamo l’abbassamento dell’aliquota IVA dal 22% attuale al 4% per i prodotti discografici adeguandosi a quelli editoriali: fino ad ora la musica è sempre stata considerata una cultura di serie B. E’ iconico il fatto che, allo stato attuale, se si legge un libro di barzellette lo si possa ritenere una fonte di cultura da tassare, dunque, al 4% mentre, invece, se si ascolta Beethoven non ci si può veder riconosciuto quello stesso valore culturale>>.
Oltre a queste richieste servirà anche una spinta di tipo economico per ripartire…
<<Si, oltre a questo stiamo cercando di ottenere anche dei fondi dal governo per rilanciare tutta la filiera musicale. La cosa bella in tutto questo è che non siamo l’unico Paese europeo che si sta muovendo in questa duplice direzione: con Inghilterra e Germania abbiamo fatto partire una campagna a favore dei negozi di dischi, #LoveRecordStore, che ha per testimonial di supporto Elthon John>>.
La vostra campagna è partita ormai da qualche giorno. Avete già ricevuto una risposta di qualche tipo?
<<Non quelle che stiamo aspettando con più apprensione dal governo. Però c’è da dire che siamo stati contattati dalle organizzazioni di categoria, sia dal MEI che dalla FIMI, con cui stiamo cercando di muoverci e a questo riguardo la FIMI ha già presentato al governo alcune delle nostre proposte e richieste>>.
Qual è il problema reale e più serio che voi individuate in questo momento?
<<Il fatto che la filiera musicale in questo momento sia del tutto ferma. I concerti sono bloccati naturalmente ma sono ferme anche tutte le pubblicazioni di novità discografiche il che significa anche niente instore senza contare i vari merchandising che accompagnano in giro i tour. La perdita dei mesi di marzo e aprile è totale per i negozi di dischi>>.
Per quanto riguarda la ripresa commerciale, invece, ci sono delle novità?
<<Siamo in attesa di capire cosa ci diranno ma la data, per ora, non è ancora stata comunicata con certezza. Siamo fermi al 4 maggio come tutti ma non sappiamo se sarà davvero possibile riaprire per allora. Ci tengo, però, a chiarire una cosa a questo riguardo>>.
Certo, dimmi…
<<Ho letto in giro che è stato fatto passare un messaggio sbagliato a proposito della consentita riapertura delle librerie e non dei negozi di dischi. Noi non ci siamo infastiditi dal fatto che il governo abbia fatto riaprire soltanto le librerie e non è questa scelta che ha determinato questa nostra campagna e petizione. Le nostre richieste derivano da una crisi che si è determinata da questa situazione ma che nasce sopra ad una crisi già esistente e perdurante da anni>>.
Ilario Luisetto
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