A tu per tu con la cantante, in uscita con una nuova versione di “Quando vedrete il mio caro amore“
Oltre cinquant’anni di carriera e non sentirli, con questo spirito Donatella Moretti è tornata sulla scena musicale riproponendo uno dei suoi maggiori successi degli anni ’60: “Quando vedrete il mio caro amore”. Il brano, accompagnato dal videoclip firmato dal giovane regista Michele Vitiello, porterà l’artista a incidere prossimamente un nuovo inedito.
Ciao Donatella, benvenuta. Partiamo da questa tua nuova versione di “Quando vedrete il mio caro amore”, cosa ti ha spinto a inciderla nuovamente dopo così tanti anni?
«È una canzone a cui devo molto, impreziosita dall’arrangiamento di Ennio Morricone. Da lì, a distanza di quasi 60 anni, voglio ricominciare con una nuova consapevolezza».
Cosa aggiungono a livello narrativo le immagini del videoclip diretto da Michele Vitiello?
«Devo dire che Michele è riuscito a mantenere intatti la freschezza e la poesia di questo brano, nello stesso tempo ha aggiunto alla storia, la mia storia fatta di musica e ricordi. È stato emozionante rivederlo».
Quanto è cambiato, secondo te, il mondo della canzone rispetto ai tuoi esordi?
«È completamente stravolto. Ti basti pensare che un tempo avere successo come cantante era quasi una cosa da nascondere per una ragazzina come me, di buona famiglia. Arrossivo, è stato il vero amore per la musica a farmi attraversare ogni paura».
Hai avuto la possibilità di lavorare al fianco di grandi artisti, quali elementi e quali caratteristiche accomunavano tutti loro?
«La serietà e la dedizione a ciò che facevano della loro arte. Ricordo Fabrizio De Andrè a casa sua, a Genova. Un persona profonda, per cui ogni canzone la cuciva come un sarto a cura della stoffa e prende le esatte misure. Mi regalo “La canzone dell’amore perduto”. Oppure ricordo Lucio Battisti, sfuggente e genuino, aveva desiderio solo di comunicare attraverso la sua arte: la canzone. Il resto era superfluo, inutile per lui».
Quale consiglio senti di poter dare ai giovani che si avvicinano oggi al mondo della musica?
«Di pensare esclusivamente a fare ciò che sentono; come fosse una esigenza, mai una strategia. Le cose autentiche alla fine arrivano al pubblico».
Stai lavorando a nuova musica, cosa dobbiamo aspettarci dalle tue prossime produzioni?
«Ho decido di tornare a incidere nuovi brani, mi voglio divertire in questo momento della mia vita e sto preparando qualcosa che riunisca la musica classica alla poesia».
Per concludere, qual è l’insegnamento più importante che senti di aver appreso fino ad oggi dalla musica?
«Che la musica è ed è stata una compagna di vita senza ma e senza sé. Amarla mi ha dato molto. Ho sempre scelto».
Nico Donvito
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