“DoReMiCiak”, gli Anelli del potere attraverso i personaggi
Quando la musica incontra il grande schermo: alla scoperta delle colonne sonore che hanno fatto la storia del cinema. A cura di Beatrice Castoldi
Le colonne sonore non accompagnano semplicemente un film: lo raccontano, lo amplificano, lo rendono eterno. In ogni scena, c’è una nota che vibra, un tema che ritorna, una melodia che parla più delle parole. “DoReMiCiak” è la rubrica che unisce due mondi solo all’apparenza distinti: quello della musica e quello del cinema. Un incontro tra partiture e pellicole che ha fatto la storia della settima arte.
Ogni settimana, Beatrice Castoldi ci conduce dietro le quinte dei grandi capolavori sonori del cinema, tra aneddoti, recensioni e riscoperta di musiche indimenticabili. Il titolo “DoReMiCiak” si ispira alla celebre rubrica di Vincenzo Mollica, e vuole esserne in quale modo un omaggio. Perché a volte basta una sola nota per riaccendere un ricordo, una scena, un’emozione.
“DoReMiCiak”, gli Anelli del potere attraverso i personaggi
Come abbiamo visto nell’ultimo articolo, Bear McCreary ha iniziato il suo lavoro per la serie Gli Anelli del Potere componendo un inno per ogni popolo della Terra di Mezzo: “Valinor” per gli Elfi, “Khazad-dûm” per i Nani, “The Southlands” per gli Uomini Semplici, “Númenor” per gli Uomini Nobili e “Harfoot Life” per i Pelopiedi.
All’interno di ciascun popolo, ogni personaggio è collocato lungo un ideale spettro di appartenenza: alcuni sono pienamente “dentro” la loro cultura e ne rispecchiano più chiaramente i tratti musicali iconici; altri, invece, ne condividono solo una parte, rivelando attraverso variazioni armoniche e melodiche la loro distanza o il loro conflitto interiore. «Sentivo che, se fossi riuscito a rendere chiara l’intenzione narrativa nel tema di un personaggio, il pubblico avrebbe potuto cogliere informazioni cruciali su di lui semplicemente ascoltando la musica», osserva lo stesso compositore nel suo blog.
Elrond è un diplomatico idealista e un orfano: un personaggio di discendenza sia elfica sia umana che lotta per trovare la propria identità vivendo all’ombra dell’incredibile successo mitico di suo padre e di suo fratello. Come tutti i temi dedicati ai personaggi elfici, il tema di Elrond attinge a tessiture corali e a splendide progressioni armoniche. In fondo, egli desidera ardentemente trovare il proprio posto all’interno della società degli Elfi. La sua melodia, però, affidata a un clarinetto, si costruisce su una progressione di accordi insolita che parte in modo maggiore, ma poi si ripiega su sé stessa terminando su una versione minore dello stesso accordo. Questo cambiamento sottile suggerisce che egli sia smarrito e in cerca di appartenenza, e dona al suo ottimismo malinconico un velo di tristezza nascosta.
Anche il tema di Galadriel inizia con le voci eteree che contraddistinguono gli Elfi: la semplice orchestrazione che introduce il suo tema, flauto solo accompagnato da un’arpa delicata, sottolinea la sua giovinezza, vissuta nella pace di Valinor. Ma presto questa delicatezza viene inghiottita da un pattern agitato di archi e ottoni che riprendono la melodia e rendono il brano più eroico e grandioso, rappresentando la guerriera temprata dalla battaglia che è diventata e il suo costante desiderio di dare la caccia a Sauron. Sarebbe facile scambiare gli archi lirici e vorticosi dell’ostinato di Galadriel per gli archi in tremolo, scanditi con urgenza, dell’ostinato di Sauron. In realtà, pur essendo tecnicamente distinti (il tema di Galadriel è in 4/4, affidato agli archi in legato, mentre quello di Sauron è in 7/8, eseguito dagli archi in tremolo); McCreary ha composto i due ostinati in modo che potessero essere facilmente confusi l’uno con l’altro, perché per gran parte della prima stagione non vediamo davvero Sauron, la sua presenza è percepita soprattutto attraverso Galadriel. Il pensiero di Sauron è sempre nella sua mente e influenza le sue decisioni, portandola spesso a scontrarsi con gli altri Elfi, convinti che il nemico sia ormai definitivamente sconfitto.
Tra i Nani, Durin IV si distingue dagli altri e l’ampia gamma emotiva del suo tema ci rivela che in lui c’è molto più del patriottismo che caratterizza il tema del suo popolo. Il leitmotiv di Durin può essere gioviale e comico, con un vivace accompagnamento costruito attorno a una viola da gamba, insieme a dulcimer a martelli e chitarre acustiche a 12 corde, per poi virare all’istante verso atmosfere più cupe e nostalgiche con un coro di voci maschili in sottofondo che addolcisce la melodia degli ottoni. Questa combinazione di leggerezza ed emozione profonda aiuta il pubblico a comprendere il suo legame con Elrond, un rapporto destinato a condurlo al conflitto con suo padre, il re Durin III.
A Númenor, i personaggi “outsider” appartengono a una minoranza chiamata i Fedeli, coloro che sono rimasti in buoni rapporti con gli Elfi e rispettosi e leali ai Valar che hanno donato loro la terra su cui vivono. Conosciamo questo gruppo attraverso il capitano Elendil e la sua famiglia: sua figlia Eärien e suo figlio Isildur (un altro figlio, Anárion, è menzionato brevemente nei dialoghi). Le loro scene sono legate da una particolare progressione armonica che richiama le sfumature mediorientali del tema di Númenor, sopra la quale si libra la melodia malinconica e nobile del loro tema. Sebbene il tema sia condiviso dai tre personaggi principali, McCreary utilizza sfumature musicali differenti per distinguerli. Il pubblico viene introdotto per la prima volta al leitmotiv della famiglia attraverso Isildur, mentre si esercita per entrare nella Guardia del Mare. La sua variante del tema è eseguita con cornamuse e Hardanger fiddle. Questi strumenti folk rustici non appartengono propriamente a Númenor — hanno infatti forti legami con il continente della Terra di Mezzo — e suggeriscono forse il desiderio di Isildur di fuggire dai vincoli imposti dalla sua società e dalle aspettative del padre. Sua sorella, Eärien, è introdotta attraverso una variante più leggera, eseguita con delicatezza da un flauto dolce, uno strumento dal timbro caldo e accogliente. Gli ottoni, in particolare corno francese e tromba, rappresentano invece Elendil: il suo leitmotiv compare in una scena cruciale, in cui la regina reggente Míriel mette minacciosamente in discussione la lealtà del capitano e la sua decisione di portare un’elfa a Númenor.
Nella comunità dei Pelopiedi, Elanor “Nori” Brandyfoot è leale, determinata, intelligente e curiosa del mondo al di fuori dei sentieri dei Pelopiedi. Queste caratteristiche non sono tipiche del suo popolo e vengono rappresentate da una melodia splendida, solitamente eseguita da un flauto irlandese tin whistle, su un pattern di arpa e dulcimer a percussione. Il tema di Nori è collegato a quello dei Pelopiedi attraverso la sottile presenza di percussioni lignee, balafon e bordoni di cornamusa. Tuttavia, l’enfasi musicale è posta sulla sua melodia di ispirazione celtica, sostenuta da ricchi accordi degli archi per creare un senso di innocenza speranzosa. Sebbene l’idea musicale dei Pelopiedi abbia certamente il potenziale per essere straziante, quello di Nori presenta generalmente un materiale armonico e melodico molto più ampio, suggerendo che lei possieda un potenziale che va oltre il ruolo nella comunità a cui appartiene.