“DoReMiCiak”, John Williams e il legame con George Lucas

Quando la musica incontra il grande schermo: alla scoperta delle colonne sonore che hanno fatto la storia del cinema. A cura di Beatrice Castoldi
Le colonne sonore non accompagnano semplicemente un film: lo raccontano, lo amplificano, lo rendono eterno. In ogni scena, c’è una nota che vibra, un tema che ritorna, una melodia che parla più delle parole. “DoReMiCiak” è la rubrica che unisce due mondi solo all’apparenza distinti: quello della musica e quello del cinema. Un incontro tra partiture e pellicole che ha fatto la storia della settima arte.
Ogni settimana, Beatrice Castoldi ci conduce dietro le quinte dei grandi capolavori sonori del cinema, tra aneddoti, recensioni e riscoperta di musiche indimenticabili. Il titolo “DoReMiCiak” si ispira alla celebre rubrica di Vincenzo Mollica, e vuole esserne in quale modo un omaggio. Perché a volte basta una sola nota per riaccendere un ricordo, una scena, un’emozione.
“DoReMiCiak”, John Williams e il legame con George Lucas
“Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…” un regista di nome George Lucas decise di dare vita a un grande progetto che stava contemplando da diversi anni: “Star Wars“.
Dopo il successo al botteghino del suo film nostalgico “American Graffiti”, Lucas guadagnò l’indipendenza necessaria per avviare una delle saghe che più hanno forgiato l’immaginario contemporaneo. Nel 1975 fondò la Lucasfilm e, con il supporto della 20th Century Fox, istituì vicino a San Francisco una divisione per gli effetti speciali, la Industrial Light & Magic.
In un primo momento, Lucas pensò di usare opere classiche preesistenti per la colonna sonora di “Guerre Stellari“, seguendo la tendenza introdotta da Kubrick con il suo trattamento musicale in 2001: Odissea nello spazio: per questo film, infatti, il regista scrisse la sceneggiatura ascoltando musica di repertorio e poi utilizzò la stessa musica come traccia temporanea durante il montaggio, con l’idea di costruire quella finale utilizzando i medesimi brani classici e composizioni contemporanee di alto livello. Tuttavia, il progetto di Lucas era assai diverso da quello di Kubrick: l’uno, infatti, era un film di fantascienza filosofico, mentre quello di Lucas sarebbe stato l’archetipo del “viaggio dell’eroe”, caratterizzato da una forte struttura narrativa, assente in 2001: Odissea nello spazio.
La storia della musica da film ha dimostrato che una colonna sonora realizzata con brani di repertorio non è efficace tanto quanto una colonna sonora composta ad hoc nel supportare la narrazione. Così, su suggerimento e forte raccomandazione di Steven Spielberg, il compositore John Williams intervenne e convinse Lucas ad utilizzare una colonna sonora originale, in cui temi creati ex novo potessero essere manipolati e sviluppati per servire al meglio il dramma. Non era certo in discussione il fatto che il regista volesse una colonna sonora con atmosfera Vecchia Hollywood: motivi brevi e ben definiti, orchestrazioni brillanti e ottoni vivaci e un tessuto continuo di sottofondo musicale. Perfetti per i topos cavallereschi e avventurosi del film.
Possiamo definire Star Wars un “super-genere” che condensa un immaginario eterogeneo: dal mito del Santo Graal alla mistica zen, da Flash Gordon all’opera di Tolkien… Non mancano poi i riferimenti cinematografici ai generi amati da Lucas, come il western e il peplum; parimenti importante è l’impatto di Akira Kurosawa, e in particolare de La fortezza nascosta, a cui il regista si ispira apertamente. La saga di Star Wars contamina mitologie antiche e recenti, in un universo in cui predomina il sincretismo culturale: i personaggi sono un campionario delle possibili forme di commistione tra umano e alieno, naturale e artificiale; le forze del male, ben rappresentante dall’Impero, si rifanno all’iconografia nazista. La grande abilità di Lucas sta nel combinare tutti gli elementi in maniera organica, padroneggiando una messa in scena fondata sulla varietà figurativa prima ancora di ricorrere agli effetti speciali.
La colonna sonora di Williams si inserisce in questo contesto e gioca un ruolo strategico nella definizione della cosmogonia di Lucas, in quanto, con i suoi temi ricorrenti, contribuisce in modo significativo ad aumentare il potere evocativo delle immagini. Il tema principale dei film di Star Wars è probabilmente uno dei brani più riconoscibili nella storia della musica cinematografica. Fin dal suo debutto nel 1977 in Episodio IV: Una Nuova Speranza, è rimasta popolare tra spettatori di tutte le età e ha contribuito ad aumentare le vendite della colonna sonora del film: oltre quattro milioni di copie dopo l’uscita.
Con il suo potente colpo orchestrale iniziale, il celebre brano di John Williams ci avverte che stiamo per assistere a una storia fuori dal comune, qualcosa di straordinario, proveniente dal regno della mitologia. Il brano è associato all’idea di eroismo ed avventura e mantiene questo tono emozionale lungo tutta la durata, pur essendo musicalmente vario. Inizia con una fanfara introduttiva fatta di linee veloci e sovrapposte, poi si sposta su una “grande” melodia più lenta e maestosa, seguita da una sezione centrale con un tema più dolce, per poi tornare alla melodia principale. Eppure, tutto si fonde in armonia, guidando lo spettatore dall’inizio alla fine in modo coinvolgente e coeso.
Il tema accompagna i titoli di apertura e chiusura di tutti i film della saga, ma nella trilogia originale è anche utilizzato per caratterizzare il personaggio di Luke Skywalker, l’eroe protagonista.
Williams ha composto una melodia per riflettere le qualità audaci e nobili che aveva visto nel personaggio e infatti nei vari film compaiono frasi musicali volte ad accentuare i passaggi del ciclo dell’eroe. Sentiamo una versione potente e brillante del brano quando Luke fugge insieme a Leia dalla Morte Nera in Una Nuova Speranza, quando affronta il wampa ne L’impero colpisce ancora e quando combatte i tirapiedi di Jabba the Hutt sopra il sarlacc ne Il ritorno dello Jedi; mentre una versione più lenta e sconsolata accompagna il momento in cui Luke, durante il suo allenamento con il maestro Yoda, non riesce a sollevare la sua astronave dalla palude, a sottolineare che la strada per diventare un eroe è ancora lunga.
La musica di John Williams è senza tempo, tocca nel profondo chi l’ascolta e lascia un segno permanente. Nei film di Star Wars, la colonna sonora aiuta a comprendere la trama e i personaggi, permettendo allo spettatore di entrare nella narrazione: l’apparizione di Darth Vader non sarebbe altrettanto minacciosa senza la ripetizione quasi ossessiva della stessa nota nella melodia e i duelli con le spade laser non sarebbero altrettanto epici senza un coro di voci maschili ad accompagnarli. I leitmotiv sono realizzati a regola d’arte da Williams, che non si limita a comporre singoli temi per ciascun personaggio, ma li intreccia tra loro attraverso riferimenti e citazioni, creando narrazione nella narrazione e dando spessore a tutti gli attori in scena. Potenzialmente, una persona che ha visto tutti i film potrebbe ascoltare le colonne sonore così come le ha ordinate in album Williams e riuscirebbe a rivivere ogni scena delle pellicole senza l’ausilio del video. Ciò perché durante la prima visione del film una musica così costruita agisce come un’ancora per la memoria, creando un collegamento tra l’emozione che evoca e l’evento rappresentato.