“DoReMiCiak”, la colonna sonora de “Il Signore degli Anelli”

DoReMiCiak

Quando la musica incontra il grande schermo: alla scoperta delle colonne sonore che hanno fatto la storia del cinema. A cura di Beatrice Castoldi

Le colonne sonore non accompagnano semplicemente un film: lo raccontano, lo amplificano, lo rendono eterno. In ogni scena, c’è una nota che vibra, un tema che ritorna, una melodia che parla più delle parole. “DoReMiCiak” è la rubrica che unisce due mondi solo all’apparenza distinti: quello della musica e quello del cinema. Un incontro tra partiture e pellicole che ha fatto la storia della settima arte.

Ogni settimana, Beatrice Castoldi ci conduce dietro le quinte dei grandi capolavori sonori del cinema, tra aneddoti, recensioni e riscoperta di musiche indimenticabili. Il titolo “DoReMiCiak” si ispira alla celebre rubrica di Vincenzo Mollica, e vuole esserne in quale modo un omaggio. Perché a volte basta una sola nota per riaccendere un ricordo, una scena, un’emozione.

La colonna sonora de “Il Signore degli Anelli”

Tra gli strumenti più potenti a disposizione di un compositore di colonne sonore c’è il leitmotiv: un tema musicale associato a un personaggio, un luogo o un’idea, che ritorna e si trasforma nel corso della narrazione, crescendo insieme ai personaggi, come un’eco del loro destino. Nato nell’Ottocento con Richard Wagner e le sue opere monumentali come “L’Anello del Nibelungo”, il leitmotiv è diventato il cuore pulsante di molte saghe cinematografiche moderne — da Star Wars a Harry Potter, fino a Il Signore degli Anelli. Nella trilogia di Peter Jackson, Howard Shore ha portato questo principio a livelli di complessità e coerenza raramente raggiunti nel cinema. Ogni popolo, ogni legame, ogni viaggio ha una propria voce musicale: temi che si intrecciano, si evolvono, cambiano tonalità e orchestrazione seguendo le vicende dei personaggi. Il risultato è una partitura che non accompagna soltanto le immagini, ma racconta la storia insieme ad esse, diventando parte viva della mitologia tolkeniana.

Per quasi quattro anni a partire dal 1999, quando visitò il set dei film e creato il tema musicale di Frodo Baggins e della Contea prima ancora che cominciassero le riprese, Shore ha composto, orchestrato, diretto e prodotto oltre 11 ore di musiche, comprese di canzoni nei linguaggi fittizi creati dal suo autore J. R. R. Tolkien e di oltre 100 leitmotiv per personaggi, luoghi e culture, un primato nella storia del cinema. Tra le varie particolarità c’è la forte presenza di numerosi cori differenti, per i quali Shore si ispira all’opera, l’utilizzo di percussioni, strumenti esotici e ripetute fanfare.

L’intreccio dei temi principali e dei leitmotiv viene introdotto già all’inizio de La Compagnia dell’Anello. Alla comparsa del titolo, viene introdotto il tema della Contea, che colloca lo spettatore nel tempo e nello spazio della vicenda, seguito dall’ingresso del tema della Compagnia ovvero dei protagonisti. Questo leitmotiv, ripreso ben 38 volte nell’arco dell’intera trilogia, è caratterizzato da un’apertura armonica potente, costruita sulla progressione Do maggiore – Mi bemolle maggiore – Do maggiore, che ne definisce il tono eroico e solenne. Sebbene Il Signore degli Anelli non abbia un vero e proprio tema principale ufficiale, quello della Compagnia è probabilmente il più vicino a poter essere definito tale, poiché è uno dei più memorabili. La sua forma innovativa lo rende affascinante: mentre la melodia si sviluppa in tonalità minore, l’armonizzazione appare in tonalità maggiore.

Il tema compare per la prima volta quando Frodo e Sam attraversano il campo di grano nella Contea: solo, però, in frammenti melodici suonati da un semplice corno. Man mano che altri membri si uniscono agli hobbit nel viaggio, questi frammenti si sviluppano ed è con l’arrivo a Gran Burrone che il tema prende pienamente forma. Quando durante il consiglio di Elrond, Frodo si offre per portare lui l’Anello a Mordor e distruggerlo, gli archi muovono i primi, cauti passi per creare una progressione di accordi simile a quella della Compagnia, Mi♭–Sol min–Mi♭–Do, ma il motivo del Bene viene proposto in mezzi toni incerti, a sottolineare l’incertezza del giovane hobbit davanti a questa grande impresa. Quando Gandalf e Aragorn offrono la loro guida e la loro lealtà, il tema vero e proprio viene esposto, con ottoni gravi e archi nel registro medio; e, simultaneamente, con il contributo di Legolas e Gimli, si completa — per la prima volta (eccetto che nel titolo) — con la frase ascendente in Do. Voci maschili che mormorano tentano nuovamente la progressione Mi♭–Sol min–Mi♭–Do, questa volta mantenendola stabile e dandole una conclusione corretta, di un intero tono.

Tuttavia, a posteriori, l’orchestrazione rende l’inclusione di Boromir la parte più malinconica del tema. Sarà infatti il coro maschile ad accompagnare anche la sua morte. Sam interrompe la solennità del momento con la sua sincera bontà, rappresentata da un fischio gentile e dal tema della Contea. L’aggiunta quasi farsesca di Merry e Pipino conferisce invece al tutto un andamento danzante: sono ancora chiaramente abitanti della Contea, ma da ora in poi faranno parte anche loro della Compagnia. Elrond approva la simmetria: Mordor ha inviato nove emissari per reclamare l’Anello per Sauron. Ora le razze unite della Terra di Mezzo manderanno una Compagnia dell’Anello composta da nove membri per contrastarlo. La melodia del tema è composta da nove note per lo stesso motivo. Il brano funge anche da bussola per guidare l’attenzione dello spettatore verso ciò che accade sullo schermo, rafforzando il legame emotivo con i personaggi e con gli altri elementi drammatici del film: è talmente centrale nella rappresentazione della Compagnia e della loro unione che, quando questa si scioglie, anche il tema si disgrega, seguendo i singoli personaggi con orchestrazioni più semplici.

Un leitmotiv con un ruolo altrettanto importante nella saga è quello dell’Anello. A questo piccolo oggetto viene attribuita una natura quasi umana, poteri tali da influenzare gli esseri umani che gli stanno intorno con la sola presenza e il modo in cui è scritta la musica dice molto sul significato più profondo dell’Anello. Dal punto di vista armonico, il tema si appoggia su una scala lidia, ovvero una scala maggiore con il quarto grado innalzato, che da l’idea di tensione e mistero, incantando l’orecchio di chi ascolta. La melodia (di nove note, come i nove anelli dati agli uomini da Sauron) crea un’aspettativa, ma si conclude su un accordo minore, riportando lo spettatore a un’atmosfera cupa. La musica traduce quindi perfettamente ciò che l’Anello rappresenta: malvagità e menzogna.

The History of the Ring” rappresenta solo l’inizio del viaggio dell’Anello, la sua rinascita. Questa melodia rimane coerente nel primo film e si evolve man mano che la trama si intensifica, intrecciandosi con i temi dei personaggi e i luoghi ai quali è legato.

Scritto da Beatrice Castoldi
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