“Dove va a finire il mio affetto” di Gianni Morandi: te la ricordi questa?

Dove va a finire il mio affetto Gianni Morandi

Viaggio quotidiano nella colonna sonora della nostra memoria, tra melodie sospese nel tempo pronte a farci emozionare. Oggi parliamo di “Dove va a finire il mio affetto” di Gianni Morandi

La musica è la nostra macchina del tempo: basta una nota, un ritornello, ed eccoci di nuovo lì, in una stagione vicina o lontana, in un’auto con i finestrini abbassati o nella cameretta della nostra infanzia. “Te la ricordi questa?” è il nostro appuntamento quotidiano per riavvolgere il nastro delle emozioni, proprio come si faceva una volta con una semplice penna e una musicassetta. Oggi l’orologio del tempo ci riporta al 1997 con “Dove va a finire il mio affetto” di Gianni Morandi.

Ogni giorno, alle 13:00, vi accompagneremo in un viaggio musicale alla riscoperta di queste gemme nascoste: canzoni che hanno detto tanto e che hanno ancora tanto da dire, pronte a sbloccare ricordi, evocare immagini, restituirci pezzi di passato con la potenza che solo la musica sa avere. Brani che forse oggi non passano più in radio, pezzi di artisti affermati lasciati in un angolo, o successi di nomi che il tempo ha sbiadito ma che, appena tornano nelle nostre orecchie, sanno ancora farci vibrare. Perché la musica non invecchia, si nasconde soltanto tra le pieghe del tempo, aspettando il momento giusto per colpire nel segno e farci esclamare sorpresi un: “Te la ricordi questa?”.

Ti sblocco un ricordo: “Dove va a finire il mio affetto” di Gianni Morandi

Brano d’apertura e singolo di lancio dell’album “Celeste azzurro e blu”, “Dove va a finire il mio affetto” segna un momento importante per la carriera Gianni Morandi, alle soglie degli anni Duemila. Prodotta e arrangiata da Mauro Malavasi, la canzone mostra un Morandi diverso dal solito: più vulnerabile, più incerto, immerso in una riflessione affettiva che oscilla tra ironia e malinconia.

Il brano ruota attorno a una domanda ossessiva e irrisolta: “Dove va a finire il mio affetto?”. Un interrogativo semplice, ma universale, che accompagna chiunque si sia sentito trascurato, frainteso o messo da parte in una relazione. Il testo si fa diario intimo di un uomo che dà tanto, ma riceve poco; che si sente trasparente nella vita della persona amata, come se i suoi sentimenti si dissolvessero nel nulla, “come fa a confondersi col resto, non lo so”.

“Dove va a finire il mio affetto” è un brano che, dietro la sua forma apparentemente leggera, nasconde una riflessione amara sulla fragilità del sentimento umano. Con questo singolo, Gianni Morandi non solo aggiorna il suo stile, ma si mostra come sempre capace di cantare l’uomo comune e le sue inquietudini, con una sincerità disarmante. Un pezzo che fa domande semplici, ma profonde. Proprio per questo, resta impresso.

Il testo di “Dove va a finire il mio affetto” di Gianni Morandi

Chiedimi il mio amore, io te lo do
non ne puoi fare senza perché io lo so

ma dove va a finire il mio affetto dove va a finire non lo so

come fa a confondersi col resto come fa non lo so

Affittami il tuo cuore per un po’

non esser così pronta a dir di no

ma dove va a finire il mio affetto dove va a finire non lo so

come fa a confondersi col resto come fa non lo so

Io che aspetto tutto il giorno per sentirti la sera

e poi ogni volta tu mi dici che

se mi stai troppo addosso io mi sento in gabbia

inventati qualcosa dai

Ma dove va a finire il mio affetto dove va a finire non lo so

come fa a confondersi col resto come fa non lo so

ma dove va a finire il mio affetto dove va a finire non lo so

come fa a disperdersi nel cosmo come fa non lo so

uadaue audu auea dauduadaue audu

uadaue audu auea dauduadaue audu

Esci spesso con gli amici, gli amici tuoi

io invece spesso resto in casa con i miei

Ma dove va a finire il mio affetto dove va a finire non lo so

come fa a confondersi col resto come fa non lo so

ma dove va a finire il mio affetto dove va a finire non lo so

ma come fa a non accorgersi del mostro come fa non lo so

dove va

dove va non lo so.

Scritto da Nico Donvito
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