giovedì 21 Novembre 2024

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“Ho fatto un selfie”, il ritorno 2.0 di Edoardo Bennato – RECENSIONE

Disponibile dal 9 agosto il nuovo singolo del cantautore napoletano, intitolato “Ho fatto un selfie”

Tempo di nuova musica per Edoardo Bennato che, a quattro anni di distanza dalla pubblicazione del suo ultimo album “Pronti a salpare”, rompe il suo silenzio discografico lanciando il singolo “Ho fatto un selfie”, in radio e negli store digitali a partire dallo scorso 9 agosto. Un ritorno a sorpresa che ci restituisce uno dei più istrionici protagonisti del nostro cantautorato, capace di fotografare dettagli e comportamenti tipici dell’essere umano, sin dal suo debutto musicale avvenuto sul finire degli anni ’60. Il tempo passa e le abitudini cambiano, così l’istantanea che viene fuori in questo nuovo pezzo, in realtà, non è altro che un autoscatto, simbolo della digitalizzazione che continua a prendere piede tra le nostre consuetudini quotidiane.

Scritto a quattro mani con suo fratello Eugenio, “Ho fatto un selfie” è un brano ironico e altamente rappresentativo della poetica dell’artista partenopeo, che racconta come spesso le situazioni possano sfuggirci di mano, di come un semplice gesto possa tramutarsi in un chiodo fisso, portandoci a correre il pericolo di perdere il contatto con la realtà. Nelle sue “canzonette” Edoardo Bennato è riuscito sempre a contestualizzare le epoche, le tendenze e le inclinazioni della società, senza mai puntare il dito o giudicare il prossimo, bensì esponendo i fatti come un abile menestrello, al massimo suggerendo sul finale una morale… come nella migliore tradizione delle favole.

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Ho fatto un selfie | Video

Ho fatto un selfie | Testo

Ho fatto un selfie con diavoli e Santi
ho fatto un selfie con belli e con brutti
ho fatto un selfie che non sa nessuno
ho fatto un selfie che lo sanno tutti
ho fatto un selfie con un tipo strano
in una folla con migliaia di persone
la situazione mi è sfuggita di mano
mi son scordato di chiedergli il nome

Ho fatto un selfie con un vigile urbano
che me l’ha chiesto dopo avermi multato
e qualcosa è proprio il caso di dire
che ho fatto un selfie cornuto e mazziato

Ho fatto un selfie col sorriso finto
di chi sorride in quell’istante soltanto
ho avuto per risparmiare tempo
ma è sempre meglio farlo che non farlo

Con il selfie c’è da stare attenti
perché non sempre lo si può accordare
senza richiedere i documenti
voce del verbo discriminare
ma se finora non ho mai sopportato
parla di discriminazione
col selfie forse mi sono sbagliato
e allora inizia la mia confessione

Ho fatto un selfie con Robert De Niro
Ho fatto un selfie con Martin Scorzese
Con Lino Banfi, Ficarra e Picone
Ho fatto un selfie senza controllo
Ho fatto un selfie con un controllore
Ho fatto un selfie con un inquisito
e con il coro dell’inquisitore.

Ho fatto un selfie con Bertinotti
con le mie gru per Graziano del Rio
Ho fatto un selfie con Marco Travaglio
Ho fatto un selfie con Johnny Stecchino
Ho fatto un selfie con Barbara D’Urso
fuori all’ingresso di un supermercato
Ho fatto un selfie con un certo Salvini
ad un concerto di Edoardo Bennato

Con il selfie c’è da stare attenti
perché non sempre lo si può accordare
senza richiedere i documenti
voce del verbo discriminare
io prendo atto della discriminazione
a questo punto penso di aver capito
e con i miei selfie ho commesso un reato
ma non sono certo di esser dipartito

Ho fatto un selfie coi tre moschettieri
con quattro gatti e cinque grillini
coi sette nani di Biancaneve
e con i Guelfi e i Ghibellini
Ho fatto un selfie con diavoli e Santi
ho fatto un selfie con belli e con brutti
ho fatto un selfie che non sa nessuno
ho fatto un selfie che lo sanno tutti

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.