venerdì 22 Novembre 2024

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Electric Ladyland: “La libertà è un tema sottovalutato in questo periodo storico” – INTERVISTA

A tu per tu con il gruppo pop-rock, fuori con il singolo d’esordio intitolato “Il profumo dell’estate

Si intitola “Il profumo dell’estate” il brano che segna il debutto discografico degli Electric Ladyland, band composta dalla cantante Federica Vanacore, dal batterista Riccardo Tosi, dai chitarristi Attilio Bergamin e Andrea Moschetti, nonché i due ideatori e fondatori del gruppo. In attesa di ascoltare il loro primo album “Liberamente”, la cui uscita è prevista per il prossimo autunno, abbiamo deciso di approfondire la loro conoscenza.

Ciao ragazzi, partiamo dal vostro singolo “Il profumo dell’estate”, cosa rappresenta per voi?

«Per noi rappresenta l’inizio di un percorso che ci auguriamo sia lungo e ricco di soddisfazioni. Di certo, dai dati che ci arrivano, siamo partiti con il piede giusto e per noi è importante questo fattore. Abbiamo deciso di iniziare con questa canzone anche perché ha un sound particolare, unico in questo momento nel panorama musicale. È un atto di coraggio perché abbiamo deciso di non seguire le tendenze, ma di esprimere la nostra arte senza farci influenzare. Questo è un gruppo formato da artisti di grande spessore ed ognuno di noi ha contribuito al meglio per la riuscita del progetto».

Quali tematiche e quali sonorità avete voluto abbracciare?

«La tematica principale del “Profumo dell’estate” è la libertà, ma in realtà è il filo conduttore del nostro primo album che, non a caso, s’intitola “Liberamente”. La libertà è un tema sottovalutato in questo periodo storico. Noi crediamo di essere liberi, ma in realtà la vita quotidiana ci offre molti vincoli che condizionano il nostro modo di pensare e di agire. Pensate solo ai social, alla frenesia pressante delle nostre vite, alle difficoltà economiche, all’egoismo, ai problemi di comunicazione e socializzazione che esistono in questa società. Tutto ciò è presente nelle nostre vite e ci condiziona pesantemente nelle  scelte. Eppure non ce ne rendiamo conto! Così nascono disagi e paure che ci vincolano le nostre decisioni, che non ci permettono di vivere a pieno la nostra esistenza. Per quel che riguarda le sonorità, invece, abbiamo deciso di dargli un taglio raffinato e jezzistico. Suoni dolci e rilassanti perché raccontiamo la storia di una donna che si è persa e vuole ritrovarsi».

Cosa aggiungono le immagini del videoclip diretto dal regista Nicolò Castellano?

«Nicolò ha aggiunto una fotografia di ottimo livello che è decisamente un fattore di forza di questo video».

Come vi siete conosciuti e quando avete pensato di dar vita al vostro progetto musicale?

«Io (Attilio Bergamin) e Andrea Moschetti ci conosciamo da una deci d’anni. Io ho voluto che lui facesse parte di questo progetto ambizioso visto le eccezionali qualità artistiche e umane, quest’ultimo fattore per me determinante. Così ho ascoltato in un live Riccardo Tosi alla batteria e l’ho voluto assolutamente con noi. A quel punto mancava una cantante che fosse in grado di caratterizzare la nostra musica, ma la scelta si è arrestata quando ho ascoltato la voce incredibile di Federica Vanacore. Il suo modo di cantare più la ascolti e più ti regala sfumature capaci di sorprenderti. Tuttavia vorrei sottolineare non solo il grande valore artistico, ma anche quello umano dei miei compagni di viaggio».

Quali ascolti hanno influenzato e accompagnato il vostro percorso?

«Abbiamo tutti una grande esperienza e passione per la musica che si nota perfettamente nell’ascolto del nostro prossimo album. Ci ha influenzato l’ascolto della buona musica e non un genere particolare. Infatti nel nostro primo album spazia dal pop al rock, con influenze jazz, soul e blues».

Quanto conta per voi la dimensione live?

«La dimensione live è fondamentale e il nostro spettacolo è qualcosa di molto particolare».

Per l’autunno è previsto il vostro album d’esordio intitolato “Liberamente”, cosa dobbiamo aspettarci a riguardo?

«Un album sorprendente e di grande qualità».

Per concludere, dove e a chi vi piacerebbe arrivare con la vostra musica?

«Vogliamo essere liberi di esprimere la nostra arte promuovendo la qualità nei testi e nella musica. Vogliamo che il nostro pubblico si identifichi con noi in modo radicale. Vogliamo essere qualcosa di diverso mantenendo dei valori artistici ed umani capaci di caratterizzarci. Insomma vogliamo essere promotori della grande musica italiana. E credo fortemente che la nostra musica debba arrivare a tutti».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.