mercoledì, Aprile 24, 2024

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Il caso Elodie: un futuro da calibrare tra i dischi di platino e la ricerca di una nuova maturità

Dietro al successo di Elodie, imponente in radio e nello streaming ma risibile nei live

19 dischi di platino conquistati negli ultimi cinque anni, unica artista che attualmente ha tre brani nella Top20 FIMI e primi posti nelle classifiche radiofoniche per ogni canzone che pubblica: da “Nero Bali” in poi, quella di Elodie è stata un’autentica scalata. Oggi, a livello di popolarità, è sicuramente l’artista femminile più impattante che abbiamo in Italia. Eppure, nella costruzione della sua carriera, c’è qualcosa che non torna.

La frontiera dei live |

Se guardiamo la sua attività live, Elodie è un’artista non perfettamente in salute. Non ci sono tracce di sue tournée (escludendo le partecipazioni a svariati festival estivi o eventi collettivi) né nel 2018 né nel 2019, gli anni in cui la sua corsa ha iniziato a mostrare un passo deciso.

Il 2020 doveva segnare in questo senso il suo debutto, con le prime date in piccoli club con una capienza di circa 500 persone (il Santeria di Milano e il Teatro Centrale di Roma). Date che, comunque, hanno mostrato anche una certa fatica a vendere biglietti, nonostante ai successi estivi si sia aggiunta anche una fortunata partecipazione a Sanremo. Con le prevendite aperte a gennaio il primo sold-out (risultato comunque da non sottovalutare, va detto) venne annunciato solo nove mesi dopo. I concerti poi, come gli altri quattro annunciati successivamente, vennero annullati a causa del persistere dell’emergenza sanitaria.

Elodie 2021

L’intera tournée è stata recuperata, poi, con l’unico concerto che l’ha vista protagonista questa estate, al Circolo Magnolia di Milano. Una data sì sold-out, ma che rimane un risultato inferiore alle aspettative visto lo status discografico acquisito da Elodie. Stiamo parlando di una cantante con quasi quattro milioni di ascoltatori mensili su Spotify che, tra questi, ne trova al massimo 1500 disposti a pagare per vederla dal vivo in una città come Milano. Una proporzione che dovrebbe fare seriamente riflettere.

Successo frutto di una macchina perfetta |

Elodie esce così come il risultato di una macchina perfetta che non conosce l’insuccesso. Dietro ai suoi numeri c’è Jacopo Pesce, il discografico che dal 2019 domina il mercato musicale italiano insieme alla sua Island Records che, con Elodie, ha giocato la carta dell’ascolto facile. Le sue canzoni sono perfettamente incastrate nel tempo, nascono con il crisma del tormentone e con le possibilità del successo da subito indotto dalle playlist delle piattaforme streaming. Prodotti costruiti per essere facilissimi da vendere.

Una carta che ha però un doppio risvolto: perfetta per l’epoca del “tutto e subito”, sbagliata se ragioniamo sul lungo termine. Ed è questo che finora ha bloccato Elodie nella sua attività live. È stata suggerita ad un pubblico che la vede come una cantante da ascoltare senza impegno, e che quindi non ha la curiosità di scoprire qualcosa in più di lei. Perchè si aspetta di sentirla esattamente come la sente tutti i giorni. Perché ha l’impressione di sapere già tutto.

I tormentoni non costruiscono carriere e non danno credibilità. Anzi, spesso si trasformano in prigioni. Fanno dimenticare che un artista può essere anche altro. Ne sa qualcosa Giusy Ferreri che, dedicandosi per troppo tempo alle hits estive, oggi fatica ad essere presa in considerazione quando propone qualcosa di più “elevato”.

Potenzialità da interprete più matura dimenticate |

Elodie le caratteristiche per essere un’artista forte anche nel live ce le ha tutte. Il fisico statuario delle grandi interpreti, un timbro di sicuro interesse e dei colori vocali da pelle d’oca quando propone qualcosa di più intimo dicono questo. Ci ricordiamo il suo saper essere struggente nell’interpretare ad Amici i grandi classici della musica italiana, da Mia Martini a Vasco Rossi, da Lucio Dalla a Franco Battiato. Amiamo tuttora il suo graffio nel brano scritto per lei da Fabrizio Moro, “Un’altra vita“, e l’eleganza di quella “Tutta colpa mia” che ha segnato il suo debutto sul palco dell’Ariston.

Potenzialità di cui è necessario ricordarsi nella prossima costruzione artistica che affronterà. Proprio questi ultimi due brani non sono stati proposti nel suo concerto al Circolo Magnolia, nonostante siano tra i più amati della sua carriera. Una decisione che, in qualche modo, evidenzia come Elodie, in questo momento, stia guardando in un’altra direzione.

In conclusione |

Il consiglio è quello di iniziare a pensare ad un compromesso tra le sue due anime, pensando un po’ meno alle classifiche e concentrandosi sulla ricerca di una maggior maturità e di uno spessore perso col tempo. È la strada che può incuriosire un pubblico diverso da quello che ha oggi, poco propenso a spendere per la musica.

Sta ad Elodie ora scegliere se rimanere una cantante solo da radio e Spotify, continuando a dedicarsi a quel mondo urban che le ha portato sì una grande fortuna, ma che ha anche coperto i suoi lati che facevano pensare di trovarsi davanti a un’interprete fuori dal tempo. L’alternativa è quella di fare il salto che ci si deve aspettare da una cantante che ha i suoi numeri. E cancellare così questa evidente ombra sul suo successo. La scelta sarà rispettabile e legiitima in egual modo ma condizionerà inevitabilmente il futuro artistico di Elodie.

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Nick Tara

Classe '92, ascoltatore atipico nel 2022 e boomer precoce per scelta: mi nutro di tradizione e non digerisco molte nuove tendenze, compro ancora i cd e non ho Spotify. Definito da Elettra Lamborghini "critico della sagra della salsiccia", il sogno della scrittura l'ho abbandonato per anni in un cassetto riaperto grazie a Kekko dei Modà, prima ascoltando un suo discorso, poi con la sincera stima che mi ha dimostrato.
Nick Tara
Nick Tara
Classe '92, ascoltatore atipico nel 2022 e boomer precoce per scelta: mi nutro di tradizione e non digerisco molte nuove tendenze, compro ancora i cd e non ho Spotify. Definito da Elettra Lamborghini "critico della sagra della salsiccia", il sogno della scrittura l'ho abbandonato per anni in un cassetto riaperto grazie a Kekko dei Modà, prima ascoltando un suo discorso, poi con la sincera stima che mi ha dimostrato.