Recensione del singolo che inaugura il nuovo percorso artistico della cantante
E’ passata dall’essere un’interprete classica, figlia delle grandi voci soul e delle canzoni struggenti, all’essere un’artista fresca, accessibile, a volte anche provocante e sensuale. Ora è tempo di una nuova evoluzione per Elodie. Un’evoluzione che la porterà alla pubblicazione del suo quarto album in studio in cui avrà il compito di unire le due anime e condirle con una profondità inedita, con una ricerca matura e con uno sguardo proiettato al futuro. Vertigine, il primo singolo di questa sua nuova rinascita (qui il testo completo), è il primo sguardo a questo nuovo mondo che verrà.
Per guardare a questa futura America, Elodie ha scelto di unire un team d’autori incredibile. Un team capace di unire tradizione ed evoluzione, radici salde nella melodia italica e ricerche avanguardiste nei suoni e nella scrittura. Ne è nata un’ottima prova corale che ha messo insieme la scrittura contemporanea di Davide Petrella ai suoni di Dardust e alle visioni sempre illuminate di Elisa.
E così “Vertigine” finisce per non essere catalogabile. C’è un testo profondissimo che racconta di ansie, angosce, solitudini, indecisioni e momenti bui. C’è, però, anche la certezza che “tanto poi mi passa”. L’apertura arriva con un pianoforte classico ed un crescendo vocale che rispecchia la tradizione pop all’italiana. Ma c’è anche l’apertura verso suoni sintetici ed un fraseggio nel cantato che, senza farne troppo un mistero, riporta alla memoria le influenze street ed urbane di un’attualità più recente. Elodie, insomma, vuole unire i mondi per crearne uno di completamente nuovo. Un mondo in cui la sua musica e la sua visione si presentino come innovative, sorprendenti ed inaspettate.
“Vertigine”, in fondo, punta ad essere esattamente questo: una nuova America da cui far ripartire il pop. Da una parte c’è quanto di buono ha lasciato l’ultimo quinquennio musicale italiano: le influenze, le contaminazioni, il rap, l’urban e la voglia di sperimentare linguaggi più schietti ed immediati. Dall’altro, però, c’è l’esigenza di recuperare profondità, di andare oltre la superficie narrativa e tornare a guardare al sentimento, all’intimità e, dunque, anche al dolore. Un dolore che non se ne è andato via in questo tempo, lo si è semplicemente nascosto. Ora Elodie ha il coraggio e la forza per riscoprirlo con una luce nuova. E’ il nuovo pop.
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Ilario Luisetto
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