Tempo di nuova musica per il cantautore calabrese, in uscita con il terzo estratto dall’album “Eman”
A tre anni esatti di distanza dal suo ultimo lavoro ”Amen”, Emanuele Aceto, in arte Eman, è tornato per restare e lasciare un segno ancora più tangibile, dando un bello scossone all’ormai arenata e “intrappettata” musica italiana. Si intitola “Giuda” il singolo che accompagna l’uscita del suo ultimo progetto di inediti, scelta azzeccata e pertinente che denota una maggiore consapevolezza radiofonica, oltre che la solita poetica coinvolgente che lo contraddistingue da tutto e da tutti. Spiazza perché è totalmente se stesso e non somiglia a nessuno, caratteristica ormai poco consueta al giorno d’oggi, in un mercato discografico che sembra essere diventato come il famoso gioco da tavolo “Memory”, dove ogni carta/cantante evoca e ricorda già qualcun altro.
Uno stile ormai consolidato e ben definito, oserei dire piuttosto unico, che rende il cantautore calabrese uno degli esponenti più ispirati dell’attuale scenario made in Italy. Versi pungenti e sonorità trascinanti sono i due ingredienti principali di questa notevole canzone che in gergo tecnico si definisce: “figata spaziale”. Nel testo viene sviscerato il concetto di tradimento, ma non inteso nei confronti del partner, piuttosto quello ancor più grave verso noi stessi quando fingiamo di essere diversi dalla nostra reale natura, reprimendo caratteristiche e pensieri personali, rifugiandoci in una sorta di desolata ambiguità, da qui il titolo “Giuda” che si riferisce al personaggio simbolo dell’infedeltà per antonomasia.
Quella di Eman è musica sincera e simbiotica, per certi versi da proteggere e salvare, da difendere con le unghie e con i denti con ascolti scrupolosi e attenti, che solitamente non appartengono alla logica dello streaming, bensì seguono uno spirito più analogico e legato alla tradizione dello scartare un disco, sedersi sul divano e gustarselo per bene in totale abbandono. Una prassi se vogliamo controcorrente, distante anni luce dal “mordi e fuggi” generale che caratterizza e disumanizza l’attuale società. E’ necessario prendere coscienza e reagire a qualsivoglia forma di qualunquismo perché, come affermato dallo stesso artista nel corso della nostra recente intervista: la vita è arte e come tale va trattata.
Giuda | Video
Giuda | Testo
Giuda baciami di nuovo in bocca
voglio sapere che sapore hai
ero distratto, era la prima volta
ed un amore ingenuo, no
non si rifiuta mai
queste paranoie vanno a letto tardi
quando son da solo non dormono più
quando resto aspettano che io rincasi
non ho voglia di tornare
Giuda scendi giù
Giuda tu lo sai il giorno si perde
e si perde l’ombra dietro di me
e la cosa strana lo specchio riflette
non riesco ancora a capire cos’è
Provo ancora ad evitare la notte
tira fuori il peggio di me
esce un serpente da questa bottiglia
ed é la tua lingua di notte
Qui non mi crede nessuno
che ho paura del buio
qui non mi vede nessuno
io ho paura del buio
Brindo un’altra volta
poi ti lascio il posto
Giuda certi giochi non mi vanno più
tutti questi amici non li riconosco
come la verità vista ieri alla TV
si spalanca la bocca della sconosciuta
dice che ha del cuore in mezzo a quelle ciglia
dice che ha un amore che mi rassomiglia
che le dava i baci dolci con la chetamina
Giuda io ci provo e la luce non esce
ma è tutto più chiaro dentro di me
adesso guardo a fondo
e lo specchio riflette
la stessa immagine
per me e per te
Provo ancora ad evitare la notte
tira fuori il peggio di me
esce un serpente da questa bottiglia
ed é la tua lingua di notte
Qui non mi crede nessuno
che ho paura del buio
qui non mi vede nessuno
io ho paura del buio
Qui non ti crede nessuno
tu hai paura del buio
qui non ti crede nessuno
nessuno
Qui non ti crede nessuno
tu hai paura del buio
qui non ti crede nessuno
nessuno
Provo ancora ad evitare la notte
tira fuori il peggio di me
esce un serpente da questa bottiglia
ed é la tua lingua di notte
Qui non mi crede nessuno
che ho paura del buio
qui non mi vede nessuno
io ho paura del buio
Provo ancora ad evitare la notte
tira fuori il peggio di me
esce un serpente da questa bottiglia
ed é la tua lingua di notte
Qui non mi crede nessuno
che ho paura del buio
qui non mi vede nessuno
nessuno
Nico Donvito
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