sabato 5 Ottobre 2024

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Emma ed Ex-Otago: “Iniziamo dalla fine” e “Con te”, due testi di un’unica canzone?

            Quando l’amore ha due facce e quattro mani

Potrebbe essere un unico titolo per due canzoni che raccontano facce opposte di una stessa medaglia: l’amore in coppia. Quello a due, senza triangolazioni di baci tra generi fluidi. Quello che lega due vite in un unico nodo indissolubile, comunque vada a finire la storia. Se è vero che per un amore il lieto fine è una possibilità troppe volte in agguato, non bisogna arrivare a pensare che questo sia l’unico esito possibile. Ce lo ricordano gli Ex-Otago nell’ultimo singolo Con te“, che celebra la bellezza rara del vivere insieme per anni, in una quotidianità fatta di cura e attenzione per i dettagli; di situazioni semplici, ma assenti nelle relazioni infuocate della gioventù. A raccontarci quest’ultime, ci pensa Emma con la ballad “Iniziamo dalla fine“, in cui si consuma un amore difficile in un tempo risicato che fa pensare al famoso dialogo tra Alice e il Bianconiglio nel Paese delle Meraviglie (“Alice: per quanto tempo è per sempre? Bianconiglio: a volte, solo un secondo”).

L’amore consolidato dall’abitudine dello starsi accanto non vive soltanto di notte ed è  consapevole delle qualità dell’altra persona (“Mi sveglio la mattina presto con te, con te, con te che non sei normale, un essere superiore”, Ex-Otago), diversamente dal sentimento divorato dalla passione e in lotta contro il tempo a disposizione nel tentativo di trovare un equilibrio, anche precario (“Ieri siamo stati esagerati Chiediamoci scusa Nella stanza buia Scenari surreali Baci come bombe nucleari Stiamo in equilibrio sui binari Sono qui ti affacci Ho i minuti contati” – Emma).

Chi pensa alla passione di una storia lunga come a un braciere spento, si deve ricredere sulla base di quanto si legge negli Ex-Otago, “mi butto nella corrente con te, con te, con te in fiume freddo a mezz’estate i tuoi sguardi mi fanno muovere e le tue mani sono serpenti nei tuoi occhi i nostri momenti la tua bocca, lineamenti tutti gli orgasmi sconvolgimenti”. Mentre a Emma serve tempo, tanto forse, rispetto a quel poco che la vita attuale ci consente stare con un affetto e comprendere il senso della storia, chiarire dubbi , trovare risposte e riavvolgere il nastro; perciò, è meglio che “iniziamo dalla fine Toglimi le spine Mi chiedi come stai Non te lo so dire”, arrivando comunque a una conclusione felice, “stasera spegni tutto per essere felice Che non è mica pioggia Sono solo due goccine Là fuori c’è un casino E chi ci trovo sei tu Che poi sappiamo farci di tutto e di più Che malinconia Finisce il mondo se vai via”.

Essere consapevoli della fortuna di un amore, ma soprattutto saperlo riconoscere, non è affare di poco conto, anzi ammetterlo diventa necessità urgente (“Ma che fortuna, non essere morto prima e averti vista cucinare nuda e averti chiesto scusa che fortuna, averti vista in piazza quella sera nella testa ho come una sirena nello stomaco una bufera” – Ex-Otago), come anche trovare un modo per andare avanti nonostante la realtà sia più complicata dell’aspettativa (“Siamo in aria da ieri ieri ieri ieri Ti scrivo scemo col dito sopra tutti i vetri Perchè mi annoia tutto ma non tu Quindi che non succeda più Che stiamo zitti a pranzo Io da domani non piango Ti giuro no” – Emma).

Il tempo presente, complesso e contraddittorio, va affrontato  anche attraverso l’amore che lo ravviva, sia che rimanga certezza come nella storia degli Ex-Otago (“Alla fine di un’estate nera abbagliati dalla luna piena dimenticare le chiavi torniamo in macchina, chi se ne frega”), sia che finisca con una separazione, come per la Marrone. Nelle coppie delle due canzoni, si concretizza una trasformazione interiore che fa dire agli Ex-Otago “chi se ne frega” di quello che potrà accadere in futuro e fa approdare Emma a una lucidità adulta e totalmente consapevole (“Ci siamo fatti benissimo Poteva essere meglio Adesso parliamo due lingue diverse Davanti a un albergo Cose che ci ha fatto l’amore Cose che ci ha fatto l’amore Io da domani non piango Che non ti meriti altro Non mi meriti no“). L’unico antidoto al tempo sarà l’abbraccio a quattro mani che sapranno darsi, che sapremo darci, come accade da una vita tra Michela e Gino, i due protagonisti veri del videoclip di “Con te”.

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Francesco Penta

Appassionato della parola in tutte le sue forme; prediligo, in particolar modo, la poesia a schema metrico libero. Strizzo l'occhio all'ironico, all'onirico e al bizzarro. Insieme alla musica sia la parola. Dopo la musica si ascolti il silenzio; da questo "vuoto sonoro" nasca un nuovo concerto.