sabato 7 Dicembre 2024

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Eros Ramazzotti grida che “Vita ce n’è” ma rimane inascoltato – RECENSIONE

Recensione dell’ultimo album d’inediti

Se ti chiami Eros Ramazzotti, hai sulle spalle una carriera pluri-trentennale a livello internazionale con più di 60 milioni di dischi venduti e sei alla prova del tuo quattordicesimo album d’inediti in carriera è normale che un po’ di pressione, come si usa dire, tu ce l’abbia addosso. Tanto più se il tuo ultimo disco, quello più sperimentale di tutti, forse, è andato maluccio e se l’attuale momento discografico non è il più florido per gli artisti della tua stessa generazione musicale nè in Italia nè all’estero. Ecco, allora, che guardare alla speranza, al futuro e al coraggio potrebbe essere la chiave giusta per rinconfermarsi ancora una volta in vetta all’Olimpo musicale e discografico.

Tutti questi ragionamenti, forse, fanno parte del percorso creativo di Vita ce n’è, l’ultimo album d’inediti di Eros Ramazzotti uscito lo scorso mese di novembre per Universal Music e che oggi, a distanza di quasi 6 mesi, fatichiamo a ricordare davvero come un esperimento riuscito, almeno discograficamente.

Vita ce n’è è il disco del coraggio e della fiducia, si diceva, ma è anche il disco della paura di non riuscire a tirare fuori qualche nuovo capolavoro capace di affiancarsi alle tante pagine già riempite nel grande libro della storia della musica italiana. Ecco che, allora, se da una parte c’è la volontà di reinventarsi, di riuscire ad essere ancora nuovo e credibile dopo così tanti anni passati sulle scene, dall’altra c’è il timore di non uscire troppo dal seminato ricalcando con assoluta precisione i passi già compiuti fin qui. Ed ecco che, a tal proposito, si ergono i due brani manifesto dell’intero progetto: la stessa Vita ce n’è, che senza troppa sorpresa assume la forma della classica ballata pop-rock in cui Ramazzotti racconta l’ennesima bella storia d’amore pronta a ripartire dopo l’ennesima caduta proprio perchè “l’amore si rinnova”, e la sorprendente Per le strade una canzone, che con la’aiuto di Luis Fonsi spalanca le porte di un’attualità musicale fatta di radiofonicità, assoluta mancanza di contenuto ed un sound tutto artificiale capace di far ballare e risparmiare sulle produzioni. Da una parte la tradizione, dall’altra la novità. Da una parte, forse, la noia per una storia già sentita mille volte e qui non all’altezza di impressionare abbastanza, dall’altra l’orticaria per sentire un re della melodia italiana svendersi in saldo all’impoverimento del suono latino.

Ecco, dunque, che l’intero album si fa portavoce di questo conflittuale dualismo artistico d’intenzione. La tradizione ramazzottiana è esaltata dai buoni episodi confezionati da Jovanotti per la delicatissima e sussurrata In primo piano, che regala una sospesa orchestrazione sinfonica, e dalla coppia Mogol/Lavezzi per la conclusiva e ritmata Avanti così dove, però, il ritmo odora comunque di italianità.

Al contrario, l’innovazione si fa sentire forte soprattutto per mezzo di nuovi autori dello scenario pop italiano, autori che, però, portano ben poco dell’attualità e che restituiscono a Ramazzotti la fotocopia di sè stesso con l’aggravante di essere, appunto, una copia poco originale ed ispirata. A questo proposito poco centrata appare quella Per adesso tutto bene che apre e chiude il progetto in versione solista e in duetto con Helene Fischer. I cori accompagnano il ritornello su cui si fa sentire la ritmica mentre il testo, sarcasticamente, ricorda che “la fortuna a volte va, a volte viene” mentre “ho come l’impressione che tutto vada a pezzi”. La versione in duetto può contare, indubbiamente, sulla bellissima e suadente voce dell’artista tedesca ma l’impressione è che i due corrano su due binari paralleli che non s’incroceranno mai. Prodotto da studio.

La coppia autorale di Federica Abbate e Cheope è decisamente quella che caratterizza maggiormente questo lavoro e che monopolizza la stragrande maggioranza del disco pur senza riuscire pienamente ad imporre un proprio marchio. C’è la bella e struggente Siamo, che si apre con gli archi e che poi evolve in una struttura pop che fa furbamente l’occhiolino alle produzioni di oggi e che racchiude l’ennesimo ritratto di una coppia innamorata, ma c’è anche una eccessivamente “giovane” Una vita nuova, in cui i sintetizzatori si sprecano insieme alle onnipresenti doppie voci.

Molto più rassicuranti sono gli episodi a cura di Enrico Nigiotti, che dona tutta la sua classicità melodica italiana in Ho bisogno di te in cui la profondità timbrica di Ramazzotti riesce finalmente a risorgere malgrado un arrangiamento inspiegabilmente troppo sintetico rispetto all’orchestrazione (anche essenziale) che un brano così avrebbe richiesto, e di Paolo Antonacci, che riporta il pianoforte in primo piano con la sua Due volontà, altro episodio tradizionalmente romantico ed italiano nella sua struttura melodica.

Le cose migliori derivate dal connubio Abbate-Cheope arrivano con le conclusive Buonamore, che anche se non prende mai davvero il volo emoziona con la sua dedica all’eternità, e Dall’altra parte dell’infinito, altro episodio di una giusta essenzialità emotiva e musicale. In Vale per sempre, invece, oltre alla voce internazionale, ma contemporaneamente italiana, di Alessia Cara arriva anche la collaborazione autorale di Tommaso Paradiso dei Thegiornalisti che si riconosce a stento nel disteso ritornello che esalta più l’ospite che Eros stesso.

A chiudere questo viaggio ci sono Nati per amare, ispirata dal sempre attento Fortunato Zampaglione che qui gioca con i dubbi di ognuno di noi inserendo anche un bel intermezzo di fiati, e la riuscitissima Ti dichiaro amore grazie ad un testo calibrato ed intenso del solito Bungaro che ogni volta sa donare una certa magia alle sue creature.

Come definire, dunque, in definitiva questo Vita ce n’è? Forse, proprio come un disco a doppia faccia come dicevamo all’inizio. Un disco che non è riuscito a scegliere tra tradizione ed innovazione, tra il rischio di suonare sempre uguale, vecchio e stantio ed il pericolo di risultare incomprensibilmente troppo nuovo, diverso ed incoerente. Il risultato non poteva, dunque, che essere una sorta di miscuglio che, in qualche modo, giustifica anche la lunghezza di questo album pieno di tanti, troppi spunti nessuno dei quali, però, approfondito e riuscito a dovere. Manca tutto, manca l’ispirazione, manca la canzone giusta per passare alla storia, manca la coerenza con un percorso non musicale ma artistico. Certo, non si può dire che Ramazzotti non sappia più cantare o non sia più riconoscibile ma da un big della musica italiana ci si aspetta sempre il massimo che questa volta, ahimè, non è arrivato. Non è un caso, forse, che malgrado siano passati soltanto 6 mesi dalla sua pubblicazione questo disco non sia più negli orecchi di quanti amano davvero Eros, la sua melodia e la sua musica.

Migliori tracce | Due volontà – In primo piano

Voto complessivo | 6.8/10

Tracklist |

  1. Per adesso tutto bene  
    [Eros Ramazzotti, Cheope, Federica Abbate – Fabio Gragiulo, Federica Abbate]
  2. Vita ce n’è
    [Eros Ramazzotti, Matteo Buzzanca, Domenico Colabrò – Matteo Buzzanca, Domenico Colabrò]
  3. Vale per sempre feat. Alessia Cara
    [Cheope, Rey Heffernan – Eros Ramazzotti, Federica Abbate, Dario Faini, Tommaso Paradiso]
  4. Siamo
    [Cheope – Eros Ramazzotti, Federica Abbate, Dario Faini]
  5. In primo piano
    [Jovanotti – Jovanotti, Christian Rigano, Riccardo Onori]
  6. Ti dichiaro amore
    [Eros Ramazzotti, Bungaro, Cesare Chiodo, Edwyn Roberts, Stefano Marletta]
  7. Per le strade una canzone feat. Luis Fonsi
    [Cheope, Ignacio Mano Guillen – Eros Ramazzotti, Federica Abbate, Cino]
  8. Una vita nuova
    [Cheope – Eros Ramazzotti, Federica Abbate, Cino]
  9. Ho bisogno di te
    [Enrico Nigiotti – Enrico Nigiotti, Eros Ramazzotti]
  10. Due volontà
    [Paolo Antonacci – Paolo Antonacci, Placido Salomone]
  11. Nati per amare
    [Fortunato Zampaglione]
  12. Dall’altra parte dell’infinito
    [Eros Ramazzotti, Cheope – Eros Ramazzotti, Federica Abbate]
  13. Buonamore
    [Eros Ramazzotti, Cheope – Eros Ramazzotti, Federica Abbate]
  14. Avanti così
    [Mogol –  Mario Lavezzi]
  15. Per il resto tutto bene feat. Helene Fischer
    [Eros Ramazzotti, Cheope, Federica Abbate – Fabio Gragiulo, Federica Abbate]

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.