Eugenio in Via di Gioia: “Ci siamo ripresi il nostro tempo” – INTERVISTA

Eugenio in Via di Gioia

A tu per tu con gli Eugenio in Via di Gioia per parlare del nuovo album intitolato “L’amore è tutto”, fuori dallo scorso 21 marzo. Ecco la nostra intervista al gruppo torinese

Si intitola “L’amore è tutto” il nuovo disco degli Eugenio in Via di Gioia, fuori per Woodworm / Carosello Records a partire da venerdì 21 marzo. In questa intervista, il gruppo torinese ci racconta lo spirito con cui è stata favorita la nascita di questo progetto fatto di esperienze quotidiane stratificate, registrate e lasciate fluire, fatto di pranzi in studio, di passeggiate, gelati e chiacchierate. Fatto di persone che entrano e persone che escono.

Fuori dal controllo e dentro la realtà, “L’amore è tutto” è come una bottiglia con dentro un messaggio lanciato nel mare. Poi un bicchiere mezzo pieno, poi un bicchiere mezzo vuoto, uno specchio appannato. Un disco che racconta quello che si ascolta e che è servito agli Eugenio in Via Di Gioia per esprimere, amore, gioia, piacere ma anche disagio, insofferenza. Per mettere tutto nero su bianco, olio su tela, note nell’aria, byte su silicio, e farlo fluire.

Gli Eugenio in Via Di Gioia presentano il disco “L’amore è tutto”, la video intervista

Gli Eugenio in Via Di Gioia presentano il disco “L’amore è tutto”, l’intervista

Come si sono sviluppati la genesi e il processo creativo di questo vostro nuovo album?

«Sono stati tre anni di lavoro, addirittura alcune canzoni sono nate subito dopo l’uscita dell’album precedente. Noi passiamo molto tempo insieme, praticamente ci vediamo tutti i giorni in studio, dal mattino fino alla sera inoltrata. Lavoriamo come fossimo impiegati di noi stessi e scriviamo tanto, ma in alcuni momenti ci prendiamo del tempo per fare passeggiate, chiacchierare, mangiarci un gelato, pranzare o cenare insieme. Questo approccio si è rivelato molto utile per arrivare alla scrittura di un album così variopinto».

Nel video con cui avete annunciato l’uscita dell’album, dite che l’amore è un punto interrogativo ma anche un iceberg, un torero davanti a una farfalla e altre belle metafore. Come avete tradotto queste immagini in musica e riassunto questi concetti in canzoni?

«Stavamo finendo di scrivere l’intero disco, mancavano alcuni testi, alcune batterie, alcune voci da registrare e, soprattutto, mancava il titolo. Così, un giorno, mentre eravamo lì che ci arrovellavamo, è arrivato questo manifesto che si concludeva con: “l’amore è tutto”, che in teoria dovrebbe essere una banalità, esattamente come scoprire l’acqua calda, invece si è rivelata estremamente illuminante».

Una delle tracce più fedeli al vostro repertorio è “L’ultima canzone”, qui raccontate – seppur con ironia – un piccolo grande dramma della nostra epoca: le tragedie che diventano spettacolo, i temi complessi che vengono affrontati con superficialità. Che spiegazione date a tutto questo?

«Viviamo in un mondo pieno di questi paradossi, lo vediamo intorno a noi per quello che succede, si parla di guerre e di soldi, poi alla fine la gente muore e nessuno se ne accorge più. Sembra retorica, però questo sentirsi spesso impotenti ci fa allontanare dall’idea di volerne sapere di più e voler provare a fare qualcosa di concreto. Se ci circondiamo di comunicazioni legate alla violenza, poi a un certo punto quella cosa la introiettiamo e facciamo più fatica forse anche a ricordarci che esistono altre emozioni e altri modi di affrontare le cose».

Per concludere, nel raccontare la traccia che chiude l’album, che si intitola “Tutto”, avete dichiarato: “Ogni istante e ogni micro movimento definiscono chi siamo”. Ecco, come definireste oggi gli Eugenio in Via di Gioia?

«Oggi ci definiremmo tranquilli, un po’ rallentati, perché in un mondo che va a una velocità x2, noi ci accontentiamo di andare a velocità normale. Ci piace l’idea che le persone possono ritornare a prendersi il tempo per ascoltare un disco, per scegliere con calma un vestito anche a costo di pagarlo di più, per cucinarsi un pranzo e che si permetta il lusso di concedersi delle passeggiate in compagnia. Questo è quello che ci siamo resi conto di rappresentare in maniera totalmente, inaspettata e spontanea, così ci prendiamo volentieri carico di questa visione».

Scritto da Nico Donvito
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