Eurovision 2025: Eddy Anselmi: “Spero partecipi il vincitore di Sanremo”
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In attesa di scoprire che rappresenterà l’Italia all’Eurovision 2025: ecco il pensiero di Eddy Anselmi, esperto e fine conoscitore della kermesse
Grande attesa per scoprire il nome del rappresentante italiano all’Eurovision 2025, la parola va a Eddy Anselmi (qui la nostra recente intervista) che, contattato dall’Adnkronos, ha commentato: “In Italia l’Eurovision è diventato popolare negli ultimi 15 anni. C’è stato un grande lavoro per costruire l’interesse del pubblico”.
Così Anselmi, autore ed esperto dell’Eurovision Song Contest, racconta la crescente popolarità dell’Eurovision in Italia. E sull’indecisione di Olly dice: “Da autore e da appassionato, spero che partecipi il vincitore di Sanremo con la canzone vincitrice. Se devi partecipare al campionato d’Europa ci vai con chi ha vinto il titolo dei campioni d’Italia. In ogni caso, chiunque dei 29 big in gara a Sanremo sarebbe un partecipante fortissimo”.
Olly, che ha trionfato a Sanremo 2025 con il brano “Balorda nostalgia“, è ancora indeciso sulla sua partecipazione a causa di impegni lavorativi pregressi, come il suo tour già sold out. Sebbene non ci sia una scadenza tassativa, il vincitore del festival dovrà prendere una decisione entro domenica. La preparazione per l’Eurovision richiede tempo e attenzione ai dettagli, come spiega lo stesso Anselmi: “Ci sono dei tempi tecnici per la consegna del materiale a Ebu, che di solito avviene un paio di mesi prima del concorso, verso metà marzo. Le scadenze dovrebbero essere intorno all’8 o al 15 marzo, quando ogni dettaglio dello spettacolo deve essere definitivamente approvato e consegnato, dalle coreografie alle basi musicali”.
A differenza di Sanremo, le canzoni per l’Eurovision, una volta consegnate, non possono essere modificate, imponendo agli artisti un’ulteriore pressione nel perfezionamento dei loro pezzi. Sulla performance un elemento distintivo del regolamento Eurovision è l’uso dell’autotune: “A differenza di quello di Sanremo, prevede che possa essere usato come supporto o effetto vocale. A Sanremo c’è un limite di durata per l’utilizzo dell’autotune, mentre all’Eurovision il limite riguarda le modalità d’uso. Deve essere usato come un effetto sonoro, più simile a un vocoder, senza inficiare la performance canora”, spiega Eddy Anselmi.
Quest’anno, poi, il regolamento per il candidato italiano è cambiato: “L’anno scorso – prosegue il giornalista – in caso di rinuncia del vincitore, la Rai poteva scegliere chi voleva, indipendentemente da Sanremo. Quest’anno, invece, si segue l’ordine di classifica. Il candidato, a norma di regolamento, potrebbe anche scegliere un’altra canzone rispetto a quella presentata a Sanremo, ma è una scelta editoriale. Nina Zilli, ad esempio, cambiò canzone nel 2012 e non andò bene”, spiega l’autore.Casi eclatanti di rinuncia includono gli Stadio nel 2016, sostituiti da Francesca Michielin, e la vittoria di Toto Cutugno con il brano ‘Insieme: 1992’ nel 1990, subentrato ai Pooh, vincitori di Sanremo con ‘Uomini Soli’, che declinarono l’invito. Ma all’epoca la manifestazione non era tanto seguita. L’Eurovision non è mai stato così popolare in Italia come negli ultimi 15 anni. Nel 2011, la prima puntata del ritorno dell’Eurovision in Italia fece lo 0,6% di share, mentre la finale di Torino ha raggiunto il 41,9%”. Un risultato, conclude Anselmi, che “dimostra il grande lavoro svolto per costruire l’interesse del pubblico”.