Federica Uliano: “La Corrida? Esperienza indimenticabile” – INTERVISTA
A tu per tu con Federica Uliano, la nostra intervista all’indomani della vittoria dell’edizione 2024 de La Corrida
Sono trascorsi pochi giorni da quando Federica Uliano, ventiquattrenne originaria di Sesto San Giovanni, ha vinto La Corrida 2024, conquistando il titolo con una performance straordinaria sulle note del celebre brano “Hallelujah” di Jeff Buckley. La sua esibizione non è stata solo una prova di talento, ma anche una dichiarazione di cuore, un tributo alla madre scomparsa, che le ha lasciato in eredità non solo la passione per la musica, ma anche il coraggio di inseguire i propri sogni.
La finale, trasmessa mercoledì 25 dicembre 2024 su Nove, è stata un concentrato di emozioni, risate e colpi di scena. Il programma, condotto da Amadeus e ora sotto la direzione di Warner Bros. Discovery, ha visto il trionfo della giovane Federica, in arte Bessye, che abbiamo contattato per scoprire i suoi stati d’animo all’indomani della vittoria.
Federica Uliano, racconta la sua esperienza a “La Corrida 2024″
Partiamo da “La corrida 2024”, cosa hai pensato nel momento in cui sei stata proclamata vincitrice?
«A dire la verità non me lo aspettavo proprio, dopo aver sentito però gli applausi alla fine per i 3 talenti sul podio, ho capito che potevo aver vinto, ma prima, durante la puntata, ed anche durante il pre-puntata ero lontana dal pensare di vincere, visto che c’erano altri talenti che ritenevo molto validi. Ero li per portare un pezzo di me, della mia anima e della mia arte e questo mi bastava; poi è ovvio che sono rimasta molto contenta, e grata del fatto che il pubblico abbia voluto premiarmi. Quando Amadeus mi ha proclamata vincitrice del programma non ho subito realizzato, in realtà non penso di aver realizzato completamente ancora adesso che sono passati alcuni giorni. Detto fra noi, spero di non realizzarlo mai, così da stupirmi ogni volta che ci penso, perché è proprio una bella sensazione».
La tua dedica ha commosso tutti, quali sono i feedback più belli che hai ricevuto in questi giorni da parte di conosciuti e sconosciuti che ti hanno scritto?
«Certamente! Bei commenti giunti dai miei amici, mi hanno fatto molto piacere. Si dicono increduli benché fossero certi del mio talento. Adesso lo hanno visto tutti, e di questo sono molto fiera. Ho ricevuto tantissimi messaggi, di particolare e profondo tenore, da parte di persone che non conosco e che solo avendomi vista in puntata, mi hanno scaldato il cuore. Fra tutti i commenti, quelli che hanno lasciato il segno, sono quelli che hanno ripreso il significato del messaggio che ho voluto mandare più che sull’esibizione in sé. Il messaggio è semplice: non esistono sogni troppo grandi per essere realizzati, con lavoro, tenacia e umiltà tutto è possibile, e questo vale per tutti, anche per le anime più fragili, come la mia. Sono felice che il pubblico mi abbia capita».
Come descriveresti questa esperienza e quali sono stati, vittoria a parte, i momenti più belli?
«Questa esperienza è stata molto strana, ma allo stesso tempo indimenticabile. Ogni conferma che mi è arrivata è stata preceduta da momenti di “down”. È stato un percorso pieno di alti e bassi, a partire dal casting. Il casting era andato apparentemente bene, ma la chiamata per dirmi che ero stata selezionata si è fatta molto attendere, al punto che pensavo di non avercela fatta e, per vari altri motivi, c’è stato un momento di forte scoramento per me. Quando meno me lo aspettavo è poi arrivata la “chiamata”, in cui mi è stato detto che gli autori mi volevano per la prima puntata. Come spesso accade per le grandi occasioni, nei giorni immediatamente precedenti la prima puntata, ho iniziato a stare poco bene fisicamente e anche di voce. Credevo di non riuscire ad esserci, ma poi alla fine ce l’ho fatta e, anche in quella circostanza, la vittoria mi è giunta inaspettata. In riferimento all’ultima puntata, invece, è stato tutto diverso: mi sentivo in forma, ma ero giù di morale perché in quelle ore, Carmela, la mia nonna paterna è venuta a mancare e avevo pensato di non disputare più la finale. È stato l’unanime incoraggiamento da parte dei miei familiari a non perdere questa occasione per la quale in effetti avevo lavorato tanto, a farmi cambiare idea e prendere parte alla puntata. Anche durante le prove con l’orchestra, uno degli autori si è accorto che avevo perso il mio sorriso e mi ha chiesto: “Sei triste?”. La serata è poi andata benissimo e mi sono divertita tantissimo assieme agli altri concorrenti, cercando di dare il massimo durante l’esibizione. Il momento più bello non è stato tanto la vittoria in se, ma l’aver realizzato nei giorni successivi, guardando sia i social sia gli articoli di giornale, che il pubblico aveva compreso il mio talento e il mio messaggio».
Che consigli ti ha dato Amadeus? Uno che di musica ha dimostrato con i suoi cinque Festival di intendersene parecchio…
«Sicuramente il consiglio più prezioso che mi ha dato Amadeus, e di cui farò testoro è stato quello di rimanere me stessa e di continuare su questa strada, e detto da un direttore artistico di quello spessore è sicuramente “tanta roba”».
Bessye è il tuo pseudonimo, a cosa si deve la scelta di questo nome d’arte?
«Dietro il mio nome d’arte c’è una bella storia, ma in pochi la conoscono. Io non guardo molti film e diciamo che in materia cinematografica sono molto poco informata, però mi piacciono molto i film di animazione. Quando ero piccola uscì il film: “Cars, motori ruggenti” che riscosse molto successo soprattutto fra i bambini della mia età. È diventato il mio film preferito, all’epoca e tuttora. Da piccola lo guardavo ogni giorno, e conoscevo tutte le battute a memoria. I protagonisti erano vetture e autovetture (di qualsiasi tipo) umanizzate e senzienti, infatti avevano gli occhi e potevano parlare. Ad un certo punto della storia, compare un personaggio che in realtà viene fatto vedere per molto poco durante il film, che è Bessie l’asfaltatrice. Bessie è sempre stato un personaggio che mi ha affascinato perchè, a differenza di tutti gli altri, non parlava e non aveva gli occhi (ho scoperto poi che è stata voluta così dagli stessi creatori del film, senza aver capito mai il perché). Bessie veniva descritta dagli altri personaggi come la “migliore asfaltatrice mai costruita” ed io mi rivedo molto in lei. Mi rivedo in Bessie perchè anche io sono molto chiusa, introversa e timida, e soprattutto silenziosa, taciturna, ma riesco a dare il meglio di me e ad esprimermi al meglio quando faccio quello per cui penso di essere nata, ossia cantare, come quando Bessie faceva quello per cui era stata costruita, ossia asfaltare. Il mio nome d’arte però ha la “y” al posto della “i”».
Ti sei avvicinata alla musica da giovanissima, quando e come hai capito che eravate fatte l’una per l’altra?
«Io canto da più o meno quando avevo 13 anni, comunque da quando, per via della pubertà, la mia voce si stava trasformando da quella di una bambina a quella di una persona adulta. Ho sempre studiato danza dai 6 fino ai vent’anni e mi sono cimentata in molti generi, adesso ho smesso per via di una lesione al menisco. Sì, magari dal mio fisico non si direbbe perché sono abbastanza robusta, ma quando ballavo non mi importava, e notavo che neanche gli altri lo vedevano, sono sempre riuscita a fare bene tutto e penso di essere stata anche discretamente una brava ballerina al tempo. Ero una danzatrice che rompeva gli stereotipi. Siccome sono stata sempre troppo legata alla danza per poterla lasciare e cimentarmi in altro, cantavo per i fatti miei in cameretta e ho iniziato da autodidatta. Mia madre è venuta a mancare poi quando io avevo 15 anni e mio padre diceva che dovevo studiare e che tutte queste altre attivita (danza, musica, canto) dovevano solo rimanere degli hobby a tempo perso. Quando ha visto che all’età di 22 anni insistevo col canto, ha capito che non erano solo grilli per la testa. Un giorno del 2022, quasi per caso, ho trovato su Instagram un post sponsorizzato di un contest di talenti che facevano nel centro commerciale della mia città e decisi di partecipare. Era la prima volta in tutta la mia vita che cantavo davanti a un pubblico. Sono arrivata poi in semifinale. La prima volta che mio padre mi ha visto e sentito cantare li davanti a tutti, ha capito che era questo quello che dovevo fare nella vita ed è diventato il mio primo sostenitore. Da li ho cominciato a fare tanti contest, fino a che, in uno di questi, ho vinto una borsa di studio nell’accademia che frequento adesso, la “Focus on you” artist academy, in cui sono migliorata tantissimo tecnicamente. Poi ho iniziato a lavorare al mio progetto discografico, per accrescere la mia esperienza mi sono esibita anche come artista di strada a Milano e a Sesto san Giovanni… poi il resto è storia. La Federica di quel primo contest nel 2022 ne ha fatta di strada, e spero ne possa fare altrettanta, perché so bene di essere solo all’inizio».
Come ascoltatrice, tendi a cibarti di un genere musicale in particolare oppure ti reputi piuttosto onnivora?
«Io ascolto di tutto, mi ricordo una masterclass che ho fatto tempo fa con il grande autore Giuseppe Anastasi, in cui ci ha detto di ascoltare quanti più generi musicali possibili e non fare discriminazioni tra di essi (anche se a me la trap e il reggeton non mi vanno proprio a genio a dir la verità). La mia cantante preferita è Elisa, che è un po’ colei a cui mi ispiro, ma nella mia playlist si può trovare di tutto, da Mina a Fabri Fibra, dalla dance anni ’90 alla musica elettronica, dal cantautorato italiano fino ad anche rap americano (Eminem ad esempio), ascolto anche qualche artista napoletano visto che ho origini partenopee e sono cresciuta con papà che ascoltava Gigi D’Alessio, e di recente anche Sal Da Vinci, mentre di attuale mi piace molto Liberato. Altri due artisti che mi piacciono molto e che vorrei citare sono Ernia e Madame».
Quali desideri speri di realizzare nel 2025 alle porte?
«Per il 2025 ho in ballo alcuni progetti che, piano piano, svelerò e per questo invito tutti a rimanere sintonizzati. Sicuramente mi piacerebbe far parte del futuro panorama musicale, e per questo sono pronta a lavorare sodo per perseguire questi obiettivi, anche a prendere parte ad un talent come “X Factor” che credo sia un format più adatto per mettermi in evidenza come cantante. Comunque, in generale, mi aspetto e mi auguro di fare piccoli passi avanti e raggiungere i miei obiettivi e sognare sempre più in grande».
Per concludere, qual è la lezione più importante che senti di aver appreso dalla musica fino ad oggi?
«La lezione più importante che la musica mi ha insegnato, è che quei difetti che nella vita possono sembrare ostacoli insormontabili, come per magia, nella musica possono diventare straordinari punti di forza. Ecco di nuovo il mio messaggio: “un’anima fragile come la mia, con un messaggio dirompente, oggi, è arrivata prima”».