Federico Vassallo: “La musica è un’espressione di me stesso” – INTERVISTA

Federico Vassallo

A tu per tu con Federico Vassallo per parlare del nuovo singolo “Fottuta estate”. La nostra intervista al cantautore

Federico Vassallo torna sulla scena musicale con un brano che promette di farsi largo nelle playlist dell’estate: “Fottuta estate“, disponibile su tutte le piattaforme digitali dallo scorso 6 giugno. Il brano anticipa l’inizio di un nuovo capitolo artistico del cantautore, che si conferma voce dissacrante e coraggiosa un testo potente, emotivo e crudo.

Federico Vassallo presenta il nuovo singolo “Fottuta estate”, l’intervista

“Fottuta estate” è il titolo del tuo nuovo singolo, che sapore hanno per te questo brano e questo ritorno?

«Nonostante il titolo crudo e dissacrante questo brano nato alla fine di un violento temporale, coincide con un momento di grande rinascita personale ed artistica dopo anni di silenzio. È un po’ la metafora della quiete dopo la tempesta. Vorrei vivere questo mio ritorno con tutta la serenità possibile lasciando più spazio alle soddisfazioni personali che non alle aspettative». 

Quali riflessioni e quali stati d’animo hanno ispirato la nascita di questo pezzo?

«”Fottuta estate” è un brano che racconta l’epilogo di una relazione complicata e distruttiva, nata da un periodo di profonda introspezione e dolore. La scrittura, in quei momenti, diventa sorprendentemente facile e spontanea, priva di ragionamenti e artifici, lasciando spazio solo alle emozioni più genuine. È stato proprio così per me: la composizione di questo pezzo è stata naturale e fluida, guidata dal coinvolgimento emotivo. E credo che questo sia il segreto della scrittura di certe canzoni: quando le emozioni sono sincere, sia chi scrive sia chi ascolta può sentirsi profondamente coinvolto».

A livello musicale, che tipo di lavoro c’è stato dietro la ricerca del sound insieme a Francesco Giacomello?

«Sono molto felice della collaborazione artistica con Francesco, che oltre ad essere un grande amico è anche un ottimo producer e musicista. C’è una grande sintonia fra noi. Abbiamo voluto una soluzione di arrangiamento che potesse dare leggerezza e quindi contrasto al testo del brano. Abbiamo inizialmente aumentato la velocità a 150 bpm.  Il Groove è minimale con sola cassa in 4/4  e un rullante dal suono molto grasso e carico sulle basse. Nessun hi-hat sugli ottavi poiché tutta la parte in levare viene fatta dalle chitarre acustiche e dai synth analogici. Abbiamo utilizzato anche suoni che ricordano arrangiamenti che escono dagli Abbey Road studios, in particolare il Mellotron con campionamento di flauti nella pausa centrale e il piano verticale (Challen piano) che ci riportano un po’ indietro nel tempo. Il rif di Synth nella parte di ritornello è volutamente dal suono acido, tagliente, sembra quasi una sirena e dona molta personalità al brano. La linea di basso è uscita di getto ed è un vero e proprio treno. Il risultato finale è di un brano da cantare e ballare in modo del tutto spontaneo…».

Dal punto di vista narrativo, invece, cosa aggiungono le immagini del videoclip diretto da Matteo Menapace al messaggio della canzone?

«Data la scadenza estremamente vicina per la consegna del materiale, abbiamo realizzato il videoclip in condizioni di tempo estremamente strette, lavorando letteralmente contro il tempo. Questo ha comportato la rinuncia ad alcune idee creative molto efficaci, ma troppo complesse da realizzare nel poco tempo a disposizione. Il video è un’allegoria dell’evasione da un amore che sembra perfetto, ma che può rivelarsi pericoloso e ingestibile, come un mare che può diventare letale senza che tu te ne renda conto. La storia si svolge soprattutto alla guida senza meta di un vecchio maggiolone cabriolet, che mi porta in una di quelle  balere estive grottesche, dove i pensieri si perdono in un bicchiere di alcol, tra persone sconosciute che ballano sulle note della canzone e la voglia di lasciarsi tutto alle spalle. Il video rappresenta quindi un viaggio di fuga da un dolore,  di perdita, alla ricerca di un nuovo orizzonte che può essere dietro l’angolo». 

“Fottuta estate” segna l’inizio di una nuova fase del tuo percorso, cosa dobbiamo aspettarci dalle tue prossime produzioni?

«Hai colto nel segno! ‘Fottuta estate’ è solo l’anticipo di un progetto molto più grande e ambizioso. Sto lavorando intensamente a questo album da circa 2 anni, superando numerose sfide. Ho avuto il supporto di Enrico Santacatterina, un musicista eccezionale, nella pre-produzione, e ora, con l’ingresso di Francesco Giacomello alla produzione e altri collaboratori fondamentali, il team è al completo. Siamo già al lavoro sui prossimi brani dell’album, che si intitolerà ‘Ho qui la musica’. Posso promettere che sarà un progetto emozionante e di alta qualità. Restate sintonizzati!».

Per concludere, qual è l’insegnamento più importante che senti di aver appreso dalla musica fino ad oggi?

«Ripensando ai miei inizi, quando giovanissimo partecipai al mio primo Festivalbar, mi rendo conto di quanto la mia visione della musica sia cambiata. All’epoca, fare musica era più un’ambizione per raggiungere la fama e il successo. Oggi, credo invece che la musica sia una necessità vitale per chi ha un’anima come la mia. Le mie aspettative sono cambiate con l’età e l’esperienza. Ora, la gratificazione che deriva dall’attenzione degli altri e il riconoscimento del mio valore artistico sono importanti si, ma non sono più il mio obiettivo principale. Ciò che conta davvero è la serenità e la soddisfazione che provo nel creare le canzoni che mi rappresentino in pieno. Per me, la musica è diventata un’espressione di me stesso, un modo per comunicare le mie emozioni e i miei pensieri in modo autentico. La vera ricompensa oggi è nella creazione stessa, non solo nel riconoscimento degli altri».

Scritto da Nico Donvito
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