“Festa” di Alex Britti: te la ricordi questa?

Viaggio quotidiano nella colonna sonora della nostra memoria, tra melodie sospese nel tempo pronte a farci emozionare ancora. Oggi parliamo di “Festa” di Alex Britti
La musica è la nostra macchina del tempo: basta una nota, un ritornello, ed eccoci di nuovo lì, in una stagione vicina o lontana, in un’auto con i finestrini abbassati o nella cameretta della nostra infanzia. “Te la ricordi questa?” è il nostro appuntamento quotidiano per riavvolgere il nastro delle emozioni, proprio come si faceva una volta con una semplice penna e una musicassetta. Oggi l’orologio del tempo ci riporta al 2006 con “Festa” di Alex Britti.
Ogni giorno, alle 13:00, vi accompagneremo in un viaggio musicale alla riscoperta di queste gemme nascoste: canzoni che hanno detto tanto e che hanno ancora tanto da dire, pronte a sbloccare ricordi, evocare immagini, restituirci pezzi di passato con la potenza che solo la musica sa avere. Brani che forse oggi non passano più in radio, pezzi di artisti affermati lasciati in un angolo, o successi di nomi che il tempo ha sbiadito ma che, appena tornano nelle nostre orecchie, sanno ancora farci vibrare. Perché la musica non invecchia, si nasconde soltanto tra le pieghe del tempo, aspettando il momento giusto per colpire nel segno e farci esclamare sorpresi un: “Te la ricordi questa?”.
Ti sblocco un ricordo: “Festa” di Alex Britti
“Festa” di Alex Britti è un brano che gioca con un titolo apparentemente spensierato per raccontare, invece, il lato più silenzioso e amaro della solitudine. La canzone, pubblicata nel 2005, si sviluppa come una serie di quadri narrativi, ognuno dedicato a un personaggio diverso (un conte anziano chiuso nei ricordi, una madre sola, un giovane in viaggio e un attore famoso) accomunati da una condizione interiore: il sentirsi ai margini della vita, anche quando intorno c’è rumore, movimento, persino festa.
Il testo è costruito con un linguaggio diretto e visivo, capace di disegnare scene precise. Musicalmente, “Festa” unisce melodia orecchiabile e un andamento che oscilla tra malinconia e dolcezza, creando un paradosso che è anche il cuore del brano: raccontare la solitudine con un abito apparentemente allegro. L’effetto è quello di un sorriso amaro, di un brindisi fatto a se stessi per riempire il silenzio. È un invito implicito a guardare oltre la superficie delle persone, perché dietro una festa apparente può nascondersi un cuore che, semplicemente, “da solo se ne sta”.
Il testo di “Festa” di Alex Britti
In un vecchio castello
Vive un conte dimesso
Con duemila ricordi ormai parla da solo
E gli capita spesso
Sempre una sigaretta
Fra le dita ingiallite
Una macchina arriva
Lascia pacchi e bottiglie e poi se ne va
Il paese è in festa due sospiri più in là
Ma i ricordi son troppi ed il conte ingiallito
Da solo se ne sta
Du dududurududu bo bobobonbo (pronti)
Du dududurududu bo bobobonbo
In un altro paese
C’è una donna simbolica
Con un figlio da crescere e un uomo impegnato a cercare l’America
Vive un mondo di sogni e speranze virtuali
Aggrappati ad un filo i suoi giorni che passano uguali
E se qualcuno fa festa un sorriso più in là
Lei neanche s’accorge
Colleziona promesse e da sola se ne sta
Du dududurududu bo bobobonbo
Du dududurududu bo bobobonbo
In un viaggio improbabile
Su una barca ferita
Ci sta un giovane uomo che guarda curioso la sua vita in salita
Affamato di tutto
Spaventato da niente
I suoi occhi hanno visto già il diavolo sorridere in mezzo alla gente
Lui si aspetta una festa qualche mare più in là
Intanto guarda l’orizzonte
Si rannicchia in un angolo e da solo se ne sta
Du dududurududu bo bobobonbo
Du dududurududu bo bobobonbo
In un attico in centro c’è un attore famoso
Sotto casa lo aspettano un fotografo, un cane e un marito geloso
Lo vedrai in copertina con la faccia felice
Ma nella sua strana vita la solitudine fa da cornice
E quando è giorno di festa, lui festa farà
Apre un’ altra bottiglia
Poi raggiunge il divano e da solo se ne sta