martedì 22 Ottobre 2024

ULTIMI ARTICOLI

SUGGERITI

Festival di Castrocaro, che tristezza!

Come annullare la seconda manifestazione musicale del nostro Paese

E’ andata in onda venerdì in seconda serata su Rai 1 la nuova edizione del Festival di Castrocaro giunto, ormai, alla sua 61° edizione. Ed il risultato è quanto mai amareggiante. A Castrocaro va in scena, per l’ennesima annata, la dissoluzione di un relitto di macerie tenuto in piedi soltanto per comodità e tradizione ma senza, ormai, alcun vero valore culturale e musicale.

Pensare che il secondo Festival musicale in Italia per quanto riguarda storia ed importanza musicale sia relegato alla seconda serata televisiva (con inizio alle 23:15 e conclusione a notte inoltrata) con obbligata registrazione dello show fa venire i brividi alla schiena soprattutto se si tiene presente che nel bel mezzo del mese di agosto il palinsesto televisivo di “mamma Rai” non è affatto così affollato da non consentire una prima serata in grande stile come dovrebbe essere. I risultati televisivi, poi, certamente parlano chiaro: 10% di share e nemmeno 800.000 spettatori ma che si può pretendere di più da un evento privato di ogni appeal?

E pensare che per quella cornice musicale sono passati Zucchero, Gigliola Cinquetti, Giuni Russo, Alice, Luca Barbarossa, Silvia Salemi, Caterina Caselli, Eros Ramazzotti, Fiorella Mannoia e Nek. Oggi, invece, per il più delle volte i partecipanti sembrano selezionati in una sagra di paese e piazzati a cantare delle cover celebri che ormai persino i talent show paiono aver dimenticato. Il tutto farcito in una funesta corsa contro il tempo per stringere i tempi televisivi e rendere il tutto il meno soporifero possibile: basterebbe una pausa di troppo e gli spettatori potrebbero addormentarsi all’istante sul divano…

Ed il problema sta esattamente nella valorizzazione dell’evento in sè: un appuntamento che ormai non ha più alcun valore per la discografia e la televisione italiana portando come naturale conseguenza il fatto che i giovani artisti d’oggi non hanno più alcun interesse a calcare quel palcoscenico che nulla può più offrire loro, anzi, non farebbe che “bruciarli” come si dice in gergo. Ma se la Rai e l’organizzazione tornassero a ricordarsi che il “vecchio relitto”, costretto alla fame e alla miseria dal più prospero e fortunato cugino di Sanremo, può ancora avere il suo spazio e che potrebbe diventare una valida alternativa allo strapotere dei talent show di casa Mediaset e Sky, forse, allora, qualche possibilità per rivedere risplendere nuovamente la kermesse potrebbe ancora esserci. D’altronde le possibilità ci sono tutte: la tradizione di ben 61 anni alle spalle, la fresca, competente e televisiva conduzione di Massimiliano Ossini, uomo su cui puntare per il futuro di “mamma Rai”, e tutte le carte da giocare per rilanciare una manifestazione interessante. Per ora, però, vince l’effetto soporifero e l’inutilità più totale di una manifestazione che non ha più nulla da dire nè a se stessa nè al pubblico nè ai cantanti che vi partecipano.

The following two tabs change content below.

Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.