Finley: “Bomber? Un omaggio alla provincia” – INTERVISTA

A tu per tu con Pedro dei Finley per parlare del loro ultimo singolo “Bomber” e delle date estive in calendario del “Tutto è possibile in Tour”. Ecco cosa ci ha raccontato
Tempo di nuova musica per i Finley, “Bomber” è il titolo del loro nuovo singolo fuori per Warner Music Italy. Il brano segue l’uscita del loro ultimo album “Pogo Mixtape – Vol.1”, che contiene quattordici imperdibili duetti, e arriva dopo il concerto evento in scena al Forum di Assago dello scorso 16 ottobre. In attesa di rivederli dal vivo con il loro “Tutto è possibile in Tour”, abbiamo incontrato Pedro – voce e frontman del gruppo – per scambiare quattro chiacchiere a proposito di questi progetti.
I Finley presentano il singolo “Bomber”, l’intervista
Quali pensieri e quali stati d’animo hanno influenzato e favorito la nascita di “Bomber”?
«Questo è un pezzo di cuore, non è solamente una canzone, perché “Bomber” è un brano che in realtà è nato a ridosso di quella che è stata la pubblicazione. Racconta la nostra adolescenza, il nostro passaggio in quella fase molto delicata che è quella tra l’infanzia e l’età adulta, e racconta della provincia. L’Italia è un Paese di paesi, compresa la nostra che è molto vicina a Milano, il centro nevralgico di quello che è la musica in Italia. Posso assicurarvi che essere un adolescente a fine anni Novanta e primi Duemila, e vivere ad Arconate in un paesino di 5 mila anime, ti fa sembrare il tutto veramente lontano. Questa distanza, però, non l’abbiamo mai vista come un limite, ma come un’opportunità per poter far crescere la nostra fame e il desiderio».
Quali sono stati i feedback che più vi hanno colpito, i commenti che più vi hanno fatto piacere a proposito del brano?
«Tanti feedback positivi, anche da parte degli addetti ai lavori e tra colleghi. Per esempio, ricordo di aver girato “Bomber” a Max Pezzali, perché sicuramente questo brano è figlio un po’ della sua poetica, del suo immaginario e non c’è la persona più indicata a cui volevo far sentire questo brano. Nessuno come lui ha mai raccontato meglio la provincia degli anni Novanta, e se è nato questo pezzo è sicuramente stato lui una delle principali fonti di ispirazione. Max mi ha risposto semplicemente con un semplice aggettivo, che però è un superlativo assoluto, scrivendomi “bellissimo” e non potevo chiedere certo di più. Me lo prendo e me lo porto a casa».
Il 2024 è stato un anno importante, prima l’uscita del disco “Pogo Mixtape Vol. 1” e poi la data evento al Forum di Assago. Un bilancio?
«Allora, il bilancio è sicuramente estremamente positivo. Partiamo da qui. Questo disco ci ha permesso di contaminare la nostra musica con delle cose fichissime. La data dello scorso 16 ottobre al forum è stata un sogno che si è realizzato. Sono due progetti, uno discografico e uno live, che si sono parlati e che hanno interagito tra di loro, ciascuno ha fatto bene all’altro. Se non ci fosse stato il disco non avremmo potuto portare sul palco tutto quel popò di bellezza e di talento di artisti come J-Ax, Rose Villain, Naska, Mondo Marcio e tanti altri. Adesso stiamo continuando su quella stessa lunghezza d’onda, nel senso che non abbiamo mollato un centimetro, abbiamo lavorato sodo, perché l’idea è quella di continuare a essere prolifici come con le pubblicazioni. C’è un tour in arrivo che partirà a giugno, dal 21 di giugno, toccheremo Roma, Milano, Brescia, Catania, eccetera eccetera, e addirittura tra una settimana esatta suoneremo in un club a Londra».
Per concludere, “Bomber” parla di sogni e di ambizioni. Se potessi dare un consiglio ai ragazzi che oggi vogliono fare musica, quale sarebbe?
«Di preservare la loro identità, di non cercare di sembrare uguali a qualcun altro. Ovviamente bisogna tenere conto del contesto, perché uno può dire io mantengo la mia identità, non voglio scendere mai a compromessi, ma devi tener conto di dover rapportare quello che fai e la tua proposta al contesto in cui ti trovi. Il talento deve essere comunque coadiuvato da un po’ di testa e da tante altre skill, perché non può bastare da solo. Quindi la cosa che consiglio, ammesso che i miei consigli valgano qualcosa, è sicuramente di preservare e combattere per la propria identità, per la propria proposta, per la propria unicità e difenderla a ogni costo».