giovedì 21 Novembre 2024

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“Imparare ad essere una donna”, l’inno alla grazia di Fiorella Mannoia – RECENSIONE

Fuori dal 27 settembre il nuovo singolo dell’artista, terzo estratto dal suo ultimo album “Personale

Si intitola “Imparare ad essere una donna” il brano scelto da Fiorella Mannoia per accompagnarci in questo autunno musicale. Un pezzo firmato dalla stessa cantate romana, uno dei pochi in carriera, assieme a Federica Abbate e Cheope, che rappresenta il terzo estratto da “Personale” (qui la nostra recensione), il suo diciassettesimo album in studio pubblicato lo scorso 29 marzo, anticipato dai singoli Il peso del coraggio e Il senso. Tra le righe del testo di questo nuovo inedito, vengono fuori spunti e riflessioni tipiche di una donna che non si arrende allo scorrere della vita, bensì l’affronta a testa alta, a mani nude, a piedi scalzi, sempre “sul campo e mai dagli spalti”. Non darsi per scontati e mai risparmiarsi, anche quando tutto sembra impossibile, quando il passato appare più ingombrante del futuro.

Questo il bel messaggio contenuto all’interno di una canzone che merita ascolti attenti e palcoscenici importanti. Forse è scontato sottolinearlo, ma lo stile di Fiorella Mannoia è davvero un qualcosa di unico e raro nel panorama musicale, soprattutto per quanto riguarda l’universo femminile, le sue interpretazioni hanno un retrogusto cantautorale, anche se si è sempre definita orgogliosamente un’interprete, con le sue performance riesce a venir fuori in maniera sempre personale, che stia cantando un brano di Fossati o un pezzo di Ligabue.

Carattere, cuore e carisma, queste le tre “c” che rappresentano e sintetizzano la vera identità dell’artista romana, sia dal punto di vista umano che da quello professionale, tratti somatici ed elementi distintivi che ritroviamo custoditi tra le note e le parole di Imparare ad essere una donna, un inno alla grazia e alla purezza dell’universo femminile, un manifesto carico di intenti che sfociano in un tumulto di emozioni, di quelle che ti attraversano il respiro e ti fanno ridere di gioia, anche senza un apparente o valido motivo.

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Imparare ad essere una donna | Audio

Imparare ad essere una donna | Testo

A mani nude
a piedi scalzi
affrontare la vita sul campo
e mai dagli spalti
senza risparmi
andando sempre comunque avanti
e niente è mai sicuro
e quando hai più passato che futuro
sai che imparato dagli altri
anche i peggiori sbagli
per giorni, mesi, anni
ma ancora mi commuovo
per un bacio lontano, una foto ricordo
per la notte che piano ridiventa giorno
ogni emozione mi attraversa il respiro
e piango di gioia oppure senza motivo
ci sono giorni in cui vorrei sparire
e altri che la felicità non ha una fine

Ogni emozione mi attraversa il respiro
e rido di gioia oppure senza motivo
convinta che alla fine tutto torna
con il peso e la bellezza di imparare
ad essere una donna

E camminare sui vetri rotti
di mille scelte sbagliate da bruciare gli occhi
e nonostante i colpi
non dare peso alle ragioni, ai torti
e ancora mi commuovo
ogni volta che aspetto la primavera
quando incrocio lo sguardo di una persona vera

Ogni emozione mi attraversa il respiro
e piango di gioia oppure senza motivo
ci sono giorni in cui vorrei sparire
altri che la felicità non ha una fine
ogni emozione mi attraversa il respiro
e rido di gioia oppure senza motivo
convinta che alla fine tutto torna
con il peso e la bellezza di imparare
ad essere una donna

Ogni emozione mi attraversa il respiro
e rido di gioia oppure senza motivo
convinta che alla fine tutto torna
con il peso e la bellezza di imparare
ad essere una donna
una donna

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.