giovedì 21 Novembre 2024

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Fiorella Mannoia trova “Il senso” nel ritmo e nella contemporaneità – RECENSIONE

L’interprete romana in radio dal 10 maggio con il secondo singolo estratto dall’album “Personale”

Uscire dalla propria zona di comfort sonora, così Fiorella Mannoia torna in rotazione radiofonica con uno di quei brani che non ti aspetti, comunque ispirato e che non snatura la sua conclamata essenza. “Il senso” è un pezzo ritmato che porta la firma di Giulia Anania e Zibba, adatto all’imminente stagione estiva e a qualsivoglia altro periodo dell’anno, caratteristica fondamentale per far sì che una canzone non finisca nel dimenticatoio già pochi mesi dopo l’uscita.

Sfumature dance che seguono la scia di brani recenti come “Siamo ancora qui” del 2017 e “Le parole perdute” del 2014, che nulla stravolgono e nulla tolgono al pathos e al blasone poetico dell’interprete romana, che da questo tipo di esperimenti up-tempo ne esce sempre scalfita e arricchita. Un pezzo che rappresenta il secondo estratto dal suo ultimo album di inediti, il diciassettesimo in carriera, intitolato “Personale” (qui la nostra recensione).

L’impatto emozionale di questo nuovo singolo sposa le regole della contemporaneità, senza perdere la qualità che, da ben quarantasette anni, contraddistinguono e consacrano Fiorella Mannoia nell’Olimpo della musica leggera italiana. Freschezza e piacevolezza sono le due parole chiave di questa bella canzone d’amore, in un’epoca virtuale e digitalizzata frasi come “non ha senso questa casa se non ci viviamo, non hanno senso queste mani se non ci tocchiamo” assumono un valore pressappoco determinante.

Forse, Il senso è che non ne esiste realmente uno, ma percezioni e sfaccettature diverse a seconda del carattere e della sensibilità di ognuno di noi. Non lasciamoci trasportare da quello che accade, togliamo il pilota automatico e riappropriamoci di quello che è nostro e ci spetta di diritto, nulla è invalicabile se affrontiamo la vita con rispetto, se torniamo a chiamare le cose con il loro nome, se pensiamo di amare ma non sappiamo più davvero come dimostrarlo.

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Il senso | Audio

Il senso | Video

Non hanno senso queste scarpe
o qualunque cosa ai piedi
se non riesci a camminare
per paura di cadere
le frasi di circostanza
nessun cielo in nessuna stanza
non ha senso questa luna
se non ci sono spettatori
o cortili senza baci
come una rosa senza spine
e le guide di tutti i posti
dove non siamo mai andati
ma se cercassi un senso
perché ci siamo adesso
e se ci guardi bene vedi cosa siamo
e non ha senso neanche amare se non lo diciamo

Abbiamo senso solo io e te
abbiamo senso solo io e te
abbiamo senso solo io e te
e non ha senso questa casa se non ci viviamo
non hanno senso queste mani se non ci tocchiamo
abbiamo senso solo io e te
abbiamo senso solo

Non hanno senso le farfalle
se non ha gli organi vitali
o parlare di diritti se poi non siamo tutti uguali
o di continenti nuovi
dove non siamo mai sbarcati
ma se cercassi un senso
perchè ci siamo adesso
lo sai ti voglio bene anche se litighiamo
e non ha senso questo amore se non lo facciamo

Abbiamo senso solo io e te
si, abbiamo senso solo io e te
abbiamo senso solo io e te
abbiamo senso solo io e te
e non ha senso questo mare se non ci buttiamo
e non ha senso neanche l’aria se non respiriamo

Abbiamo senso solo io e te
abbiamo senso solo io e te
se tutto avesse un senso non staremmo qui a parlare
se tutto fosse semplice allora lo sapremmo fare
e se tu perdessi il senso allora ti verrei a salvare
abbiamo senso solo io e te
io e te

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.