sabato 5 Ottobre 2024

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Foggy: “In musica non esistono geograficamente limiti” – INTERVISTA

A tu per tu con il musicista e compositore palermitano, fuori con il singolo intitolato “May Day

Si intitola “My Day” il nuovo brano di Francesco Pintaudi, in arte Foggy, impreziosito dal video diretto dal regista Peppe Coniglio, girato tra Lisbona e Cacilhas. Il singolo, disponibile in rotazione e nei digital store dallo scorso 6 settembre, segna l’esordio da solista del musicista palermitano, dopo diverse esperienze collezionate in Italia (sia con gli Hank! che nella band di Nicolò Carnesi), Germania e Portogallo, luogo dove il cantante ha deciso di stabilirsi. Un progetto che mescola le diverse culture con cui è entrato in contatto nel corso degli ultimi anni, mescolando elettronica e funky in un sound del tutto inedito. Approfondiamo la sua conoscenza.

Ciao Francesco, partiamo dal tuo nuovo singolo “My day”, che sapore ha per te?

«Ciao, per me “My Day” ha un sapore amaro, forte ma piacevole allo stesso tempo. Come il Fernet, o le noccioline al Wasabi che prima esplodono in bocca e poi senti il sapore buono».

Chi ha collaborato con te in questo progetto?

«Hanno collaborato alla registrazione Daniele Pistone nei cori, Francesco Borrelli al Mastering, Peppe Coniglio ha girato i video e Francesco Giacomini l’ha montato. Tutti amici che hanno creduto nel progetto e che ringrazio. Gli altri ragazzi del video si sono uniti a noi in quel momento partecipando al video nonostante ci fossimo appena conosciuti».

Cosa hai voluto raccontare tra le righe del testo?

«Ho voluto raccontare quello che stavo vivendo, osservando, sentendo e pensando. Stavo vivendo particolarmente a fondo il presente, quando il testo è apparso nella mia testa, durante un sabato notte a Lisbona. Un attimo di vita che sembra vita intera e rappresenta quello che si prova quando un episodio ti folgora e ti porta a fare i conti con te stesso, vivendo intensamente il momento e toccando punti mai toccati prima. Il testo è a tratti descrittivo, era ormai domenica mattina e dal traghetto che mi riportava al centro osservavo i primi lavoratori e una nuova giornata che iniziava».

Dal punto di vista musicale, invece, quali sonorità hai voluto abbracciare?

«Sonorità più elettroniche rispetto a quello che ero abituato a fare, sto esplorando nuovi mondi con nuove macchine ed ho ascoltato tanta elettronica negli ultimi anni, anche ben contaminata come in band tipo Gorillaz, LCD Soundsystem, Polo & Pan».

Cosa aggiungono le immagini del videoclip diretto da Peppe Coniglio?

«Aiutano a seguire il percorso della notte descritta dalla canzone. Abbiamo passato un’intera notte seguendo lo stesso percorso mentre Peppe filmava tutto, concludendo verso le otto di mattina. Le immagini immortalano quei momenti lì che un giorno, chissà quando e chissà dove, ci ritroveremo a guardare sorridendo».

Che ruolo gioca la musica nella tua vita?

«La musica è la mia stessa vita, non potrei immaginare la mia esistenza in questo pianeta senza la presenza della musica, in tutte le sue forme. Forse non sarei neanche esistito».

Quali ascolti hanno segnato e accompagnato il tuo percorso?

«Gli ascolti che mi hanno più influenzato sono svariati e diversi, sicuramente i capisaldi sono band come i Velvet Underground, Cure, Damon Albarn con tutto quello che continua a fare, il ricorrente Lucio Battisti, When di Vincent Gallo, tanto Brit Rock e attualmente, vivendo a Lisbona, varia musica Africana e Sudamericana».

Con quale spirito ti affacci al mercato discografico e come valuti il livello dell’attuale settore musicale?

«In questo momento non me ne sto preoccupando molto, procedo un passo alla volta, anche perchè non mi sembra un mercato così vivo, almeno per le band emergenti. Tutto è cambiato cosi tanto negli ultimi anni, e cosi velocemente, che non c’è già tempo per pensare a cosa ne penso, mi ci ritrovo già dentro e devo pensare a come conviverci».

Quali sono i tuoi progetti in cantiere e/o sogni nel cassetto?

«Il sogno più grande attualmente è quello di suonare anche fuori dal Portogallo, principalmente in Italia e  in Europa, i feedback dopo i concerti sono sorprendentemente positivi e varia gente si sta attivando per farci prendere qualche aereo in più. Progetti in cantiere sicuramente un prossimo singolo, concerti, e prima o poi arriverà il disco».

Per concludere, dove e a chi desideri arrivare con la tua musica?

«Desidero arrivare a chi è disposto a ricevermi. Desidero continuare ad avere la possibilità di esprimermi come voglio con la mia musica, continuare a suonare dal vivo, e poter vivere di questo. Geograficamente non esistono limiti, tutto il resto verrà da sé».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.