Frah Quintale, il significato delle canzoni di “Amor proprio”

Nuova musica per Frah Quintale che, a partire da venerdì 10 ottobre, ha reso disponibile il nuovo album “Amor proprio”: scopriamo insieme il significato di tutte le canzoni
È disponibile su tutte le piattaforme digitali “Amor proprio” (Undamento/Warner Music Italia), il nuovo album di Frah Quintale, uno degli artisti più rappresentativi della scena musicale italiana contemporanea. Il disco arriva a distanza di tre anni dal suo ultimo Ep solista “Storia Breve” (2022) e a due anni dal joint album “Lovebars” con Coez (2023, disco di platino), ed è stato anticipato dai singoli “Lampo”, uscito lo scorso giugno, e “Lunedì blu”, uscito il 19 settembre 2025.
“Amor proprio” è un viaggio emotivo tra vulnerabilità e leggerezza, tra notti insonni e giornate di sole, il tutto racchiuso in 11 tracce, che vedono la collaborazione di Colapesce in “A prescindere”, Joan Thiele in “Occhi diamanti” e Tony Boy in “1 ora d’aria 1 ora d’ansia”. L’album racconta un processo di crescita che nasce da una riflessione personale: la reale svolta nella vita arriva quando si impara a restare da soli e ad ascoltarsi. È un cambiamento che richiede tempo, ma è proprio in queste situazioni che riusciamo a distinguere ciò che realmente vogliamo e a diventare chi davvero vogliamo essere, senza il peso delle aspettative. Con il suo stile unico che danza tra pop alternativo e urban, Frah Quintale firma un disco versatile che alterna episodi intimi e riflessivi a momenti trascinanti e spensierati. Al centro del progetto c’è il tema dell’amor proprio e del tempo necessario per ritrovarsi: canzoni che raccontano la ricerca di equilibrio, il bisogno di lasciar andare e vivere il presente.
Spiega Frah «Spesso cerchiamo la via più breve per ottenere la felicità, per guarire una ferita dell’anima, per colmare un vuoto, per sentirci allineati agli altri. Alcuni per esempio studiano facoltà che in verità non gli piacciono, altri ancora invece saltano da una relazione all’altra pur di non rimanere soli, per interesse, per abitudine, per distrazione o semplicemente perché qualcuno ha detto loro che si fa così. Senza essere ipocrita, mi sono ritrovato almeno una volta in una di queste tre categorie (ce ne sono molte altre) ma poi è successo qualcosa. Stare da solo mi ha insegnato a stare in silenzio, stare in silenzio mi ha insegnato ad ascoltarmi, ascoltarmi mi ha fatto capire meglio cosa voglio. Per quanto mi riguarda, l’amor proprio è fare qualcosa per sé stessi indipendentemente da quello che il mondo si aspetta da noi, è un processo al quale serve tempo per instaurarsi, crescere e indirizzarci verso le persone che saremo. Una volta imparato a lasciarci trasportare, potremo andare esattamente dove vogliamo e le cose succederanno da sole, quasi per caso. Abbiamo tutti gli strumenti necessari per aggiustarci».
La cover di “Amor proprio” è uno scatto di Sha Ribeiro, che ritrae alle spalle di Frah Quintale una tela da lui dipinta: «L’idea della cassetta degli attrezzi è nata e si è sviluppata quasi per caso in parallelo al disco. Durante la lavorazione dell’album stavo dipingendo questa tela di grandi dimensioni. Inizialmente il quadro non aveva uno scopo preciso ma più il disco si componeva, più trovavo similitudini tra il soggetto in questione e alcuni concetti dei brani che stavo scrivendo. La cassetta degli attrezzi è un oggetto freddo, con un importante peso specifico, spesso disordinato e pieno di oggetti di ogni tipo, ma se impari a riconoscerli e a utilizzarli nel momento giusto, avrai tutti i tools per mettere a posto un sacco di cose. Mi è sembrata una bella metafora con l’autodeterminazione, con quello che succede quando subisci un duro colpo emotivo: metti in ordine i pensieri, impari a scegliere i tuoi strumenti e a utilizzarli nei momenti di necessità per sistemare le cose, così mi è venuto spontaneo unire musica e arti visive per farle viaggiare insieme in questo nuovo progetto».
Frah Quintale, il significato delle canzoni di “Amor proprio”
1. Né oggi né domani
Autore/i: Francesco Servidei, Giorgetto Maccarinelli | Compositore/i: Francesco Servidei, Giorgetto Maccarinelli | Produzione: Bruno Belissimo, Frah Quintale
Il brano di apertura è una dichiarazione di intenti e penso che metta subito a fuoco il tema centrale dell’intero album. Ancora prima di scrivere queste strofe, sapevo che in tutta probabilità il titolo del disco sarebbe stato “Amor Proprio” perché era da tempo che mi girava in testa e perché sapevo che avrei potuto sviscerare tante sfaccettature sul tema. La storia della quale parlo è autobiografica e lo considero un flashforward degli ultimi 3/4 anni della mia vita e di come sono cambiato sotto tanti aspetti. Anche il sound è una bella presa di posizione. Sono molto contento perché mi sembra un bel rimando al soul, al funk e al di là del testo, c’è tanto spazio per chitarre e cori che enfatizzano il mood e aiutano a entrare subito nel cuore del progetto.
2. Lampo
Autore/i: Francesco Servidei | Compositore/i: Francesco Servidei, Stefano Ceri | Produzione: Ceri
“Lampo” è la storia di un miserabile, perso nei suoi giorni, che in una notte d’estate incontra una figura magica. Qualcosa in lei lo cattura all’istante, spingendolo a inseguirla ovunque, incondizionatamente. Si convince che sia l’unico sollievo possibile in un mondo che non riconosce più.
3. A prescindere (feat. Colapesce)
Autore/i: Francesco Servidei, Lorenzo Urciullo | Compositore/i: Francesco Servidei, Lorenzo Urciullo, Pietro Paroletti, Giannicola Maccarinelli | Produzione: Golden Years
“A prescindere” è un brano che parla di occasioni perse, di rinunciare a un amore con consapevolezza, di saper accettare quando non è il momento adatto e l’unica cosa giusta da fare è un passo indietro. A volte lasciare andare è un atto di amore ben più grande del tenere insieme una relazione impossibile. Il brano nasce da una sessione con Golden Years con il quale avevo da poco lavorato su LOVEBARS insieme a Coez. Ci siamo incontrati in studio perché inizialmente si era presentata l’occasione di realizzare un featuring per un cantante inglese. Da questa sessione è uscita la strumentale e la prima strofa. La nostra intenzione era quella di lasciare al featuring il ritornello, ma poi l’occasione è sfumata e il pezzo è rimasto in stand-by per diversi mesi. Mentre lavoravo al disco, durante una session di ascolti è riaffiorato questo brano e pensando a Colapesce mi sono illuminato. Mi sembrava “fittasse” benissimo con la sua voce e che anche il tema così estivo e malinconico fosse nelle sue corde. Il brano gli è piaciuto da subito e mi ha rimandato una bozza del ritornello solo pochi giorni dopo. Lui è stato gentilissimo e veramente bravo, sono contento di averlo nel disco. Con lui ho lavorato anche su “Lunedì blu” e penso sia tra i cantautori di maggiore spessore nella scena odierna.
4. La notte
Autore/i: Francesco Servidei | Compositore/i: Pietro Paroletti, Frank Dukes | Produzione: Golden Years
“La notte” è un brano al quale sono molto legato. Se “Né oggi né domani” è un flashforward, questo lo considero il flashback del disco, la scintilla che ha acceso il processo di guarigione. È il racconto di una di quelle notti in cui non riesci a dormire, in cui senti un vuoto incolmabile, in cui hai solo bisogno di uscire e cercare delle risposte. Si dice che camminare stimoli le funzioni cognitive e aiuti a riorganizzare i pensieri e per me vagare senza meta è stato sicuramente una parte fondamentale per iniziare a ridefinirmi quando mi sono perso. Nata nello stesso periodo di “A prescindere”, la considero un tassello fondamentale di “Amor Proprio”, è stata una delle prime tracce che ha definito il sound del progetto.
5. Lunedì blu
Autore/i: Francesco Servidei, Lorenzo Urciullo | Compositore/i: Giorgetto Maccarinelli, Pietro Paroletti | Produzione: Bruno Belissimo
Da diverso tempo mi capita di sognare lo stesso appartamento di continuo. Ogni volta tutto è sempre identico a come l’ho lasciato nel sogno precedente. L’ho sognato così spesso che quando mi ci trovo dentro, so esattamente come muovermi e ormai è diventato un luogo che conosco come se esistesse davvero. Quando ho scritto “Lunedì blu”, mi sono immaginato una dimensione alternativa dove tutti i nostri ricordi restano intatti, dove per qualche ragione non c’è futuro né passato ma un presente che rimane fermo lì ad aspettarci. Nel brano faccio i conti con la realtà in continuo mutamento e mi domando se le cose che finiscono, non abbiano invece un loro posto dove poter esistere all’infinito. Il video si tratta di un montaggio consequenziale di autoscatti realizzati giorno per giorno a partire da luglio 2022 fino a settembre 2025. Un’idea che sviluppavo da tanto e che lascia percepire il tempo che passa attraverso la vita di tutti i giorni.
6. Occhi diamanti (feat. Joan Thiele)
Autore/i: Francesco Servidei, Joan Thiele | Compositore/i: Giorgetto Maccarinelli, Giannicola Maccarinelli, Herbert Reginald Chappell | Produzione: Bruno Belissimo, Frah Quintale
Questo brano campiona una parte di “The Gentle Touch” del compositore inglese Herbert Chapell. Venendo dall’Hip-Hop, sono sempre stato un grande appassionato di tutto ciò che riguarda i sample e il digging e quando ho trovato questa perla, ho subito pensato che sarebbe stato un campione perfetto per un brano del disco. Le atmosfere mi hanno subito riportato al mondo delle colonne sonore, una peculiarità della musica di Joan Thiele. È stato quindi un automatismo chiamare lei su questa traccia. Mi piaceva l’idea che, come nel cinema, questo brano potesse essere un sequel del nostro “Occhi da gangster” contenuto nel suo album “Joanita”, sia per sonorità sia per il tema della traccia e così è stato. Il pezzo riprende quell’idea romantica del cinema italiano che ci ha reso famosi in tutto il mondo. Io e Joan ci alterniamo al microfono e ci rincorriamo tra la costa, i ristoranti e i casinò di un’immaginaria estate italiana.
7. 1 ora d’aria 1 ora d’ansia (feat. Tony Boy)
Autore/i: Francesco Servidei, Antonio Hueber | Compositore/i: Benjamin Ventura, Giorgetto Maccarinelli, Giannicola Maccarinelli | Produzione: Benjamin Ventura, Bruno Belissimo, Frah Quintale
Ho scritto questo pezzo nel 2021 durante una sessione con la mia band in uno studio in Toscana. La strofa è un flusso di coscienza, una riflessione sulla vita, non su quanto sia difficile uscire da certe situazioni, ma su quanto le nostre ambizioni giochino un ruolo fondamentale nel trovare la strada giusta per farlo. Scrivendola mi sono svuotato, ho avuto l’impressione di esser riuscito a dire tutto, ho sentito quindi il bisogno di qualcuno capace di andare ancora più nel profondo sull’argomento. Così per la seconda strofa ho pensato che Tony Boy avrebbe potuto chiudere il cerchio. Conosco Tony da ormai molto tempo e ho sempre creduto che avesse qualcosa di speciale. L’ho visto arrivare a Milano, crescere come persona e come artista, costruire passo dopo passo quello che è oggi, senza mai dimenticarsi delle persone che lo hanno aiutato, tenendo sempre bene in mente chi è e da dove viene, con una consapevolezza rara in questo ambiente. Secondo me ne è uscito un bel confronto generazionale sul tema della solitudine, della depressione, della società performativa in cui viviamo. Le immagini toccate sono diverse, ma il senso finale è lo stesso: anche quando stiamo a pezzi, le persone che ci vogliono bene davvero saranno lì ad aspettarci.
8. Chiodi
Autore/i: Francesco Servidei | Compositore/i: Giorgetto Maccarinelli, Aldo Iacobelli | Produzione: Bruno Belissimo
“Chiodi” è senza dubbio la mia traccia preferita del disco, una confessione intima e potente che si sviluppa su pochi semplici accordi di chitarra andando allo stesso tempo a scavare nel profondo delle cose. È nata tra la Toscana e Milano e l’ho prodotta insieme a Dola e Bruno Belissimo. Il brano affronta un tema abbastanza attuale: parla di chi emigra altrove per necessità, per scelta o per inseguire un sogno. Il punto di vista però è quello di chi rimane. Racconto così di come possano cambiare rapidamente le cose, di quanto essere costretti ad allontanarsi da una persona amata possa essere destabilizzante. La prima strofa è incentrata sul periodo iniziale, dove chi resta è confuso e si ritrova improvvisamente ad affrontare un cambiamento contro la sua volontà, mentre nella seconda strofa il focus si sposta sulla persona che è partita. Ragiono quindi su quanto a volte è difficile trovare la propria strada in un posto dove non ci sono possibilità e su quanto l’amore sia anche saper comprendere e lasciare andare. È un sentimento molto complesso e penso che in tanti possano rispecchiarsi in questa situazione, da chi scappa a chi rimane.
9. Gelato
Autore/i: Francesco Servidei, Silvano Albanese, Federico Bertollini | Compositore/i: Stefano Ceri | Produzione: Ceri
“Gelato” è uno degli ultimi brani che ho scritto per “Amor Proprio”. Ero in studio con Ceri per iniziare a lavorare su “Lampo” e stavamo sentendo un po’ di strumentali e qualche suo provino. Lui era reduce da una sessione di scrittura con Coez e Franco126, che avevano abbozzato questo ritornello sopra il beat. Quando l’ho sentito, ho trovato subito il brano nelle mie corde, così ho chiesto ai ragazzi se avessi potuto ricantare il ritornello e aggiungerci delle strofe e così ho fatto. C’è una bellissima citazione di “Cara” del maestro Lucio Dalla (“io qui che sto morendo e tu che mangi il gelato”) e quella frase “noi due ormai siamo un verbo al passato” la trovo geniale. Volevo che le strofe giocassero sul fraintendimento tra amore e passione, di quanto per qualcuno sia difficile riuscire a fidarsi, a lasciarsi andare dopo una relazione passata e di come questa disillusione può mettere entrambe le parti in situazioni scomode. Il pezzo tratta questo tema spinoso con una certa leggerezza e crea un bel contrasto tra testo e sonorità. Il ritornello ti si incolla in testa come solo Coez e Franchino sanno fare.
10. Anni che non dormo
Autore/i: Francesco Servidei | Compositore/i: Benjamin Ventura | Produzione: Benjamin Ventura
C’è poco da spiegare su questa traccia. Durante l’adolescenza ho perso diverse persone. Qualcuno purtroppo fisicamente non c’è più, altri hanno semplicemente preso delle strade diverse allontanandosi da tutto e tutti. In quel periodo ho vissuto dei momenti veramente bui, mi sono sentito impotente di fronte alla vita, all’amicizia, ai motivi che spingono le persone a chiudersi, a farsi del male, a ignorare l’amore di chi prova ad aiutarle. Allo stesso tempo, è successo anche a me di sentirmi sprofondare, di trovarmi completamente da solo, di chiudermi in me stesso senza chiedere aiuto a nessuno e forse, da una parte, penso di aver capito la radice di quel dolore. Quello che mi sento di fare oggi è di non giudicare chi non ha avuto la forza, i mezzi, l’amore o non si è dato il tempo necessario per rimettersi in piedi. Scrivere queste barre mi ha aiutato a togliermi un peso, mi ha fatto riflettere su questioni che ho evitato per anni ma che non se n’erano mai andate e per un attimo mi ha riconnesso con i miei amici.
11. Non scendo più
Autore/i: Francesco Servidei | Compositore/i: Alfonso Climenti, Barbara Mason | Produzione: Sine
Il pezzo che chiude il disco è prodotto da Sine con il quale ho legato molto durante la lavorazione di LOVEBARS. Questo brano racconta di come gli insegnamenti delle persone che mi sono state vicine mi abbiano aiutato e mi aiutano ancora oggi a mantenermi in equilibrio, di come quello che siamo non è costruito solo da noi stessi ma anche da quello che impariamo ad essere tramite gli altri. Di come, forse, l’unico modo per avere il controllo sulle cose consiste proprio nel lasciarle andare.