venerdì 22 Novembre 2024

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Fran e i Pensieri Molesti: “Abbiamo trovato la nostra attuale forma” – INTERVISTA

A tu per tu con la band torinese, in uscita con il singolo intitolato “Mania”, disponibile dal 10 maggio

Si intitola Mania” il nuovo inedito targato da Fran e i Pensieri Molesti, gruppo composto da Francesca Mercurio (voce, chitarra e composizione), Lorenzo Giannetti (organetto diatonico, tastiere), Jacopo Di Nardo (percussioni, batteria e pad) e Roberto Testa (contrabbasso e basso elettrico). A due anni di distanza dal loro progetto discografico d’esordio, intitolato “Col senno di poi”, la band torna sulla scena musicale con un brano introspettivo che segna una svolta sonora verso l’elettronica, un mood più contemporaneo rispetto alle precedenti influenze folk. 

Ciao ragazzi, partiamo dal vostro nuovo singolo “Mania”, cosa racconta?

«Ciao! Mania, il nostro ultimo singolo, ha una tematica un po’ particolare: l’ansia e come essa influisca sulle relazioni, soprattutto d’amore. È un brano introspettivo che parte dal vissuto di Fran e crediamo arrivi a quello di molte persone, patologicamente ansiose o meno». 

L’ansia è una condizione che non viene spesso presa sul serio, questa particolare attuale epoca favorisce secondo voi questo genere di status?

«L’ansia è spesso sulla bocca di tutti, ed è diventata quasi un trend, ma chi soffre veramente di questa patologia sa cosa vuol dire sentirsi quasi intrappolato dietro un vetro. Quest’epoca favorisce sicuramente questo status, perché ci obbliga a una vita molto al di sopra delle capacità medie di una persona, frenetica e sotto pressione, in cui sembra di essere in ritardo per qualunque cosa». 

Dal punto di vista musicale, “Mania” si dirige verso sonorità più elettroniche e contemporanee. A cosa si deve questa svolta?

«Ci piace rispondere a questa domanda. Molte persone, quando il proprio artista del cuore fa un cambio di direzione, si spaventano e sono pronte a ricercare il motivo del cambiamento in un’ottica quasi esclusivamente di intenti commerciali. Sicuramente, tra tutte le motivazioni, la principale è che le persone crescono, l’arte matura, il livello sale e con esso la sperimentazione e il cercare di darsi una nuova forma. Noi con questo disco abbiamo trovato la nostra attuale forma». 

Cosa avete voluto trasmettere attraverso le immagini del videoclip diretto da Matteo Rocchi?

«Con il videoclip abbiamo voluto lanciare diversi messaggi: i corpi in tensione si fanno specchio dell’ansia che ha origine nella mente e si propaga in tutto l’organismo, il fatto di essere nudi è perché con questo disco abbiamo deciso di mostrare ogni lato di noi, mentre i baci hanno voluto lanciare un messaggio di eguaglianza e far capire allo spettatore che l’ansia può pervadere qualunque tipo di relazione, indistintamente». 

Come vi siete conosciuti e quando avete deciso di mettere in piedi il vostro progetto?

«Ci siamo conosciuti a scaglioni, prima Fran e Lorenzo, che si tolgono 6 anni e non sapevano se avrebbero potuto lavorare insieme. In quel momento nascevano Fran e i Pensieri Molesti. Poi è arrivato Jacopo, e infine, ultimo ma non per importanza, Rob (anche detto Mooghy). E poi, si sa, che niente può fermare la volontà di quattro persone che ci mettono l’anima». 

Quali ascolti hanno ispirato e accompagnato il vostro percorso?

«Non diamo un limite agli ascolti, e abbiamo quattro background musicali diversi: chi arriva da De André, chi dal pop, chi dal rock e chi dalla musica etnica. I nostri ascolti sono poi confluiti in quella che è la nostra musica». 

Vi sentite rappresentati dall’attuale scenario discografico?

«Nell’attuale mondo musicale riteniamo che sia di fondamentale importanza scegliere bene con chi lavorare. Ci sono alcune realtà in Italia che riteniano siano affini al nostro lavoro, con cui non vediamo l’ora di collaborare. Altre, invece non ci rappresentano appieno. Un team sinergico oggi è per noi l’unica soluzione per fare funzionare bene il nostro progetto». 

Quanto conta per voi la dimensione live?

«La dimensione live è importantissima per noi. Noi il live lo viviamo in maniera totale, totalizzante, cercando di curare al meglio tutti i particolari e pensando già al futuro. Coreografie, costumi, luci e tecnica sono gli ingredienti che caratterizzano il nostro spettacolo, dietro il quale c’è tanto sacrificio e spirito di adattamento». 

Dove desiderate arrivare con la vostra musica?

«Noi crediamo fermamente nella nostra musica e nel nostro progetto. Non abbiamo un limite, partiamo da qui e vogliamo arrivare in alto». 

Per concludere, quale messaggio vi piacerebbe trasmettere al pubblico con “Mania”?

«Fran ha sofferto per diversi anni e ancora oggi soffre di ansia. Con il giusto aiuto, e con molta determinazione, sale sul palco quando pensava che non avrebbe mai potuto farlo. Se ce la fa lei, ce la potete fare pure voi. P.S.: amate chi vi pare, che la vita è una». 

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.