Recensione del nuovo album d’inediti
Scoprire e scoprirsi è il motto principale di ogni uomo che affronta la vita con senso d’avventura. Lo è, a maggior ragione, per un’artista che vuole crescere, evolvere, maturare insieme alla musica. Questo, forse, è il monito con cui è nato e si è sviluppato Feat – Stato di natura, il quarto lavoro discografico di Francesca Michielin uscito a marzo 2020 sfidando anche l’emergenza Corona Virus per testimoniare che la musica, l’evoluzione e la contaminazione comunitaria non si fermano mai nell’istinto e nell’animo delle persone.
Undici brani, dunque, tutti caratterizzati dall’unico minimo comun denominatore di essere dei brani condivisi con degli altri artisti italiani. Ben quattordici, infatti, sono le collaborazioni con artisti e produttori che sono intervenuti per dar man forte al progetto e per permettere all’artista di Bassano del Grappa di spaziare tra i più disparati mondi sonori e musicali pur conservando, per naturale inclinazione forse, una particolare attenzione all’attualità (estremizzata).
La parte preponderante del progetto, però, si consuma in una relazione fortemente intrecciata con il mondo del rap/trap italiano: Gemitaiz è l’ospite di Sposerò un albero in cui domina il basso nell’arrangiamento senza, però, trovare una vera e propria meta; Shiva s’inserisce in Gange che si basa su di un beat elettronico nell’inciso e su delle strofe rappate da entrambe le voci, e Fabri Fibra interviene per Monolocale che non permette del tutto alla Michielin di limitarsi al tradizionale ruolo delle vocalità femminili nelle classiche produzioni pop-rap degli ultimi anni (di cui è stata, tra l’altro, fortunata portabandiera) e cioè concentrarsi nel cantato di un ritornello facile ed orecchiabile da affiancare con efficacia alle barre delle strofe.
Ampio spazio anche all’estremismo del mondo indie-urban-pop italiano con interventi come quelli di Giorgio Poi in Leoni che ricerca un motivetto orecchiabile, i Coma_Cose sono il supporto per una sintetica Riserva naturale e Carl Brave torna per Star Trek ricambiando il favore di qualche stagione fa che, però, si era dimostrata più funzionale ed azzeccata di questa nuova fusione che, invece, non conquista in pieno.
Il problema principale di questo progetto è ben rappresentato dalla traccia d’apertura e dal singolo di lancio, quella Stato di natura condivisa con i Maneskin e title track dell’intero lavoro: Francesca sperimenta l’ennesimo genere (il rap-rock più progressive) ma costringe se stessa a svuotarsi della propria identità non conservando mai, per almeno due brani, la stessa cifra stilistica. E quando è lei a non svuotarsi è l’ospite a farlo per entrare nel mondo che viene proposto.
Migliori tracce |Â Cheyenne
Voto complessivo |Â 5.9/10
Tracklist |
- Stato di natura feat. Maneskin
[Francesca Michielin, Damiano David, Victoria de Angelis, Thomas Raggi, Ethan Torchio, R. Levy] - Monolocale feat. Fabri Fibra