venerdì 1 Novembre 2024

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Francesca Michielin: V come un “Vulcano” di originalità

A poco più di un anno di distanza dal successo riscosso al Festival di Sanremo con “Nessun grado di separazione”, per l’artista veneta è arrivato il momento del suo atteso ritorno sulle scene musicali.

Si intitola “Vulcano” il singolo che rompe il silenzio discografico della giovane cantautrice di Bassano del Grappa, vincitrice della quinta edizione italiana di X-Factor, che anticipa l’uscita del suo terzo album di inediti atteso per il prossimo autunno. Il brano, in rotazione radiofonica a partire dal 21 luglio, è accompagnato dal videoclip ufficiale diretto dal regista Giacomo Triglia, girato per le strade di Berlino.

Sin dai suoi esordi, per Francesca Michielin il grande problema è sempre stato quello di ricercare una propria identità vocale, complice il fatto che la sua timbrica si avvicini in maniera molto naturale e spontanea a quella di Elisa. Il lavoro e lo sforzo che sono stati fatti con il suo precedente album “di20” sono davvero notevoli, soprattutto per quanto riguarda i fortunati estratti, tutti dalle forti sonorità di respiro internazionale, tra cui ricordiamo “Battito di ciglia”, “Lontano” e “L’amore esiste”, quest’ultima ripresa recentemente anche dalla cantante statunitense Amy Lee, storica voce degli Evanescence.

Ecco come il progetto della Michielin diventa uno dei più interessanti tra le nuove leve dalla musica italiana, perché unisce il bel canto tipico della nostra tradizione a suoni e arrangiamenti che provengono da altre culture e che, per quanto riguarda il mercato del nostro Paese, rappresentano una bella novità. Con “Vulcano” si consolida lo stile di Francesca, sempre più originale e contestualizzato a livello internazionale, complice la sua partecipazione all’Eurovision Song Contest 2016 e l’occhio esperto e attento di Michele Canova, produttore del pezzo che è stato inciso nelle scorse settimane  in quel di Los Angeles. Insomma, V come voglia di tornare in grande stile.

Vulcano | Video

Vulcano | Testo

V come vulcano
e mille altre cose
come la volontà di camminare vicino al fuoco
e capire se è vero questo cuore che pulsa
se senti sul serio oppure è vanità

V come vulcano
e mille altre cose
come il volume che
si alza e contiene il mare
e capire se vale scottarsi davvero
o non fare sul serio
fare sul serio

Corro di notte
i lampioni, le stelle
c’è il bar dell’indiano
profuma di te
rido più forte
mi perdo nell’alba
sei in tutte le cose
e in tutte le cose esplode
la vertigine che ho di te
la vertigine che ho di te

V come vulcano
e mille altre cose
la paura di vagare
per troppo tempo a vuoto
e capire se è vivo questo cuore che vibra
vuoi viaggiare davvero
viaggiare davvero

Corro di notte
i lampioni, le stelle
c’è il bar dell’indiano
profuma di te
rido più forte
mi perdo nell’alba
sei in tutte le cose
e in tutte le cose esplode
la vertigine che ho di te
la vertigine che ho di te
la vertigine che ho di te

Mi sposto, mi fermo
il semaforo in centro
è già spento da un’ora
tu starai dormendo
è bello sentire anche qui
la vertigine che ho di te
la vertigine che ho di te

Corro di notte
i lampioni, le stelle
c’è il bar dell’indiano
profuma di te
rido più forte
mi perdo nell’alba
sei in tutte le cose
e in tutte le cose esplode
la vertigine che ho di te
la vertigine che ho di te
la vertigine che ho di te
la vertigine che ho di te

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.