Francesco Gabbani e la fragilità di essere sé stessi in “Dalla tua parte”- RECENSIONE

Analisi del nuovo album di Francesco Gabbani dal titolo “Dalla tua parte”. Tra la profondità dell’artista, un linguaggio ricercato ed un interiorità sviscerata, evidenziata, liberata. Disponibile dal 21 febbraio 2025
Francesco Gabbani, dopo la partecipazione al Festival di Sanremo 2025 con “Viva la vita”, ovviamente anch’essa contenuta in quest’opera, libera al pubblico il suo nuovo album dal titolo “Dalla tua parte” composto da sette brani inediti, uniti a due singoli già noti (“Vengo a fidarmi di te” e “Frutta malinconia”) a cui va a sommarsi il già citato pezzo sanremese, per un totale di dieci canzoni.
È proprio con “Vengo a fidarmi di te”, il singolo pubblicato il 3 gennaio di quest’anno, che andiamo ad aprire l’album (ve ne abbiamo parlato qui). A seguire il pezzo di Sanremo, “Viva la vita”, per certi versi quello più semplice e immediato dell’intero volume. Ma scendiamo più a fondo nelle viscere dell’opera. Quei pezzi che, almeno per ora, non sono singoli e possiamo apprezzare ascoltando proprio quest’ultimo fascicolo dell’artista carrarino.
“Babele” è una preghiera a correre il rischio, a lanciarsi nel vuoto e… godersi quelle emozioni del volo. Quella liberazione che si vive prima della morte. Una visione meno tragica è quella un po’ più metaforica, ovvero a vedere il lancio nel vuoto come un volerci provare sempre e comunque. E non importa se poi ci sarà un atterraggio morbido o lo schianto. Provarci è sempre la strada giusta, e se non va bene, ci si riprova ancora. Presto o tardi un tentativo dovrà pur dare i suoi frutti no? è questo un piacevole senso con cui ascoltare “Babele”.
Ne “La leggerezza” c’è l’essenza della semplicità. Un inno a godersi le piccole cose, dogma indispensabile per poi apprezzare qualcosa di più grande. “Pensieri” è poi un inno dedicato a quei “campioni del mondo” di uno spasmodico e irrefrenabile sovraccarico di pensieri. Quel groviglio di riflessioni, congetture e giudizi spesso illogici, che ci attanagliano, ci strangolano, non ci fanno respirare. Il tutto mentre il mondo va avanti senza di noi…
“Al di là” scritta in collaborazione con Pacifico, si distingue dagli altri brani. Testualmente e concettualmente più elaborato, ricercato, profondo, letterario. Tra citazioni di Tolstoj, concetti etici ed il linguaggio forbito a cui Francesco Gabbani ci ha spesso abituati nei suoi testi. “Così come viene” associa un riuscito gioco di rime ad un’intensità rintracciabile nonostante un ritmo allegro. “Frutta malinconia” è il singolo uscito nel maggio dello scorso anno prima dell’estate. Un pezzo gioviale, fresco, apparentemente leggero, ma che nasconde inevitabilmente qualcosa di più profondo: quel rifugio nella malinconia come terapia, pace, oasi.
“Tutti tutto” e “Modigliani” vanno a completare l’opera. La prima attraverso un ritmo lento, intenso, immersivo. La consapevolezza che la perfezione è l’imperfezione. La seconda è un canto all’insicurezza, all’incertezza della vita, alla difficoltà di prendere consapevolezza di sé stessi, lottando contro di noi alla ricerca di un equilibrio apparentemente irraggiungibile.
Francesco Gabbani con “Dalla tua parte” non delude le aspettative. Coerente con la sua intenzione artistica. Fatta di riflessioni, briciole di etica e letteratura. Alternando ritmi lenti e blandi fatti di testi più o meno intensi ma mai banali, e canzoni più allegre ma che non perdono quell’invito a riflettere, a guardarsi dentro, a specchiarsi in ciò che si ascolta. Gabbani ci lascia ancora una volta, ascoltando quest’album, con tanti interrogativi, con un invito a prender coscienza di ciò che si è, ed accettare i propri limiti e difetti senza paura, nonché lanciarci nell’affrontare ciò che ci spaventa, unico modo per andare sempre oltre.