martedì 3 Dicembre 2024

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Francesco Gabbani riparte da sè in “Viceversa” – RECENSIONE

Recensione del nuovo album d’inediti del cantautore

L’esigenza di comunicare è propria di ogni artista che nel processo creativo parte da un ego personale (stare bene per mezzo di una canzone) ed arriva a svilupparlo in senso universalistico (diffondere il proprio sentire al mondo per trovare una valvola di sfogo alle proprie emozioni e sensazioni). Tutto ciò implica un arricchimento, una continua ricerca del proprio io per permettersi di ampliare il racconto il più possibile rendendolo, nel contempo, anche vario e, soprattutto, totalizzante. Nessuno di noi è soltanto una sfaccettatura del proprio io. Da questo concetto è partito il lavoro di Viceversa, il nuovo album d’inediti di Francesco Gabbani che, ora come non mai, ha sentito il bisogno urgente di comunicarsi integralmente per non ridursi ad una sagoma appiattita su di un ricordo popolare di sè.

Non a caso il brano arriva a lanciare l’intero progetto e che è stato il manifesto del terzo Festival di Sanremo nella carriera di Francesco è proprio Viceversa: una canzone intensa che racconta di un Gabbani nuovo almeno per quel largo pubblico che finora si era approcciato e limitato esclusivamente ai tormentoni radiofonici lanciati dal cantautore toscano in questi ultimi anni. Con la collaborazione autorale di Pacifico il brano si confronta con l’idea dell’amore e della vita che con difficoltà potremmo davvero spiegare se non limitandoci alla conclusione che “sei tu che mi fai stare bene quando io sto male e viceversa”. Gabbani canta con intensità, trasporto e sentimento una canzone che gli consente di essere come sempre incisivo ma anche di evidenziare una parte diversa di quel suo “tutto” artistico.

Non manca, però, quel Gabbani scanzonato, fresco e attento ai giochi di parole per rendere l’atmosfera e la forma-canzone frizzante e contagiosa. A tal proposito ci sono esperimenti radiofonici già consumati in Duemiladiciannove, che racconta il suo “ciclo di rivoluzione” tra la chiusura di un anno e lo spalancarsi di un altro, e in E’ un’altra cosa, che invece riprende la scrittura e la struttura tipica di hit da radio come ‘Tra le granite e le granate’ ‘Pachidermi e pappagalli’ che, però, per l’estate 2019 non ha parso convincere.

Nelle logiche dell’album è proprio questa parte a prendere il sopravvento, come sempre, fin dalla partenza con Il sudore ci appiccica, candidato a prendersi da subito la scena estiva facendo leva su di un ritmica contagiosa sfruttando atmosfere quasi esotiche prima di aprirsi in un ritornello ipnotico e fischiettabile, passando ad una Shambola, che esplora sound più sintetici riuscendo ad ottenere quell’orecchiabilità tipica dei ritornelli funzionali e da tormentoni che spesso Gabbani ha creato giocando con efficacia con l’assonanza tra le parole, o una estrema Bomba pacifista, che tira fuori un suono distorto e sperimentale per un testo che si distingue per quella sua tematica attenta a riflettere sull’attualità pur senza perdere l’ironia e l’utilizzo della metafora nella scrittura, ed una Cinesi, che, invece, si chiede “che fretta c’è” di fronte a quella vita che sempre più spesso ci pare sfuggirci dalle mani risultando irripetibilmente unica.

Più sperimentale è la Einstein che apre il disco e che gioca con ironia a coniugare diversi mondi musicali ed espressivi diversi appoggiandosi su di uno schema di una ballata che cresce melodicamente prima di un ritornello che cambia il mood. Chiude il lotto Cancellami che, invece, recupera la dimensione da ballata intimista pur usufruendo, comunque, di una ritmica presente, che, poi nell’inciso si fa sentire trascinando il tutto sul terreno di un pop-rock dove solo la voce rimane ancorata ad una resa più melodica e “trascinante”.

Questo Viceversa di Francesco Gabbani si conferma essere un manifesto fedele del suo propositore ed autore che, rispetto al passato, ha soltanto scelto di invertire i fattori per mettere in luce una sua parte rispetto ad altra pur mantenendole presenti entrambe e proporzionate secondo l’equilibrio che da sempre occupano nella sua musica. E’ il caso di dire, dunque, che pur invertendo i fattori il risultato non cambia e anche questo album del cantautore di Carrara si conferma essere un ottimo progetto discografico: ci sono gli elementi di sempre ma c’è anche una volontà di lasciare all’ascoltatore una maggiore responsabilità nella decifrazione dei testi, a volte più enigmatici e sfuocati del dovuto, e di sperimentare maggiormente nei suoni e negli arrangiamenti che a tratti osano più di quanto fatto in passato. Forse non c’è il brano manifesto, il tormentone da decine di migliaia di copie vendute ma poco importa in questo caso. Anzi, forse, è un bene.

Migliori tracce | Viceversa / Bomba pacifista

Voto complessivo | 8/10

Tracklist |

  1. Einstein
    [Francesco Gabbani, Luca Chiaravalli – Francesco Gabbani, Luca Chiaravalli, Filippo Gabbani]
  2. Il sudore ci appiccica 
    [Francesco Gabbani, Filippo Gabbani, Luca Chiaravalli, Pacifico]
  3. Viceversa 
    [Francesco Gabbani, Pacifico – Francesco Gabbani]
  4. Cinesi
    [Francesco Gabbani]
  5. Shambola 
    [Francesco Gabbani, Filippo Gabbani, Luca Chiaravalli, Michel Petrucciani]
  6. Duemiladiciannove 
    [Francesco Gabbani – Francesco Gabbani, Pacifico, Filippo Gabbani]
  7. E’ un’altra cosa
    [Francesco Gabbani, Francesco Bianconi, Fabio Ilacqua, Luca Chiaravalli, Filippo Gabbani]
  8. Bomba pacifista 
    [Francesco Gabbani, Pacifico, Luca Chiaravalli – Francesco Gabbani, Luca Chiaravalli]
  9. Cancellami 
    [Francesco Gabbani]

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.