A tu per tu con il giovane cantautore di origini calabresi, in uscita con l’album “Ripartendo adesso“
Anticipato dal singolo “San Salvario”, è disponibile negli store a partire dallo scoro 18 giugno il nuovo progetto discografico di Francesco Morrone, intitolato “Ripartendo adesso” (Honiro Ent). Sette inediti che rappresentano uno spaccato di vita del giovane talentoso artista, un progetto che ha deciso di presentare dal vivo nel suo “Cantautore su due Ruote”, il primo tour promozionale che prevede spostamenti con la bicicletta in giro per la Penisola. Approfondiamo la sua conoscenza.
Ciao Francesco, “Ripartendo adesso” è il titolo del tuo nuovo album, cosa hai voluto portare con te all’interno di questo viaggio?
«Ciao, “Ripartendo adesso” è un punto d’inizio, racchiude sette brani del mio passato. Credo che non ci sia modo migliore di iniziare con dei brani che mi hanno accompagnato nei momenti di cambiamento, di sconforto, di felicità. E’ bello iniziare con un vecchio Francesco perchè mi da la possibilità di fare sempre meglio, di ricercare nuovi modi di fare, di comporre e di vivere situazioni sempre nuove. “Ripartendo adesso” non voglio che sia solo un album ma una rivincita contro me stesso, per tutte le volte che tutto sprofondava e a rialzarsi erano le mie gambe e dovevo ogni volta reinventare il desiderio di camminare verso una direzione ostinata e contraria».
Quali tematiche e quali sonorità hai voluto abbracciare?
«Come avevo annunciato in precedenza “Ripartendo adesso” è una fragranza a mille odori. E’ un disco pop, richiama il cantautorato, richiama un po l’anima folk che rappresenta a pieno i miei viaggi, richiama anche un po la cultura africana. Le tematiche che affronto a parte in “Dichiarazione d’ormone” sono abbastanza chiare, la mia scrittura ha un fulcro che è la semplicità, mi piace con le parole descrivere delle immagini limpide, descrivere quello che stiamo vivendo in questo momento storico. Il mio desiderio di scrivere di cose reali è cambiato nel tempo, infatti ad oggi ho brani totalmente differenti da questa prima uscita».
Chi ha lavorato con te in questo progetto?
«Ho incontrato un produttore, ma prima di tutto un amico, un fratello. Ho avuto l’onore di lavorare con Matteo Costanzo che abbraccia la mia incontrasta follia».
“San Salvario” è il singolo scelto per anticipare questo lavoro, cosa racconta?
«”San Salvario” è una piazza dove la gente va a ingerire litri e litri di alcol, una piazza sporca, ma in questo brano ho voluto raccontare quello che di bello c’è in questa piazza, la magia che si respira quando tutti cantano in sintonia, si divertono, ballano e si innamorano proprio come è successo a me. Ancora continuo a cercare i suoi occhi».
Che ruolo ha la musica nella tua vita?
«E’ come domandarmi che ruolo ha l’ossigeno per i tuoi polmoni, ha un ruolo ormai vitale per le mie giornate di tranquillità, di sfogo, preferisco scappare e rifugiarmi in delle note e poche parole scritte su un fazzoletto sporco piuttosto che sfogarmi con una persona. Più che la musica la scrittura ha un ruolo fondamentale, descrivere situazioni vissute con determinate parole, incastri di metafore contraddizioni e verità nascoste mi diverte tantissimo».
Quali ascolti hanno ispirato e accompagnano il tuo percorso?
«Inizialmente ho ascoltato di tutto, poi mi sono innamorato follemente dei cantautori che giocano con la musica e con le parole. Vivere per strada cambia la percezione della realtà, ti catapulta in universi dove regna il rispetto e il senso di appartenenza alla vita. Ascoltare Fabrizio De andrè, Choen davanti il mare quando hai camminato tutta la giornata non penso che si possa chiamare ispirazione ma pura magia».
Con quale spirito ti affacci al mercato e come valuti il livello generale dall’attuale settore discografico?
«Io Viaggio, Vivo, Sogno (Il posto fisso). Questo è il primo messaggio che ho lasciato sul mio cartello da strada, diciamo che non mi affaccio ma semplicemente mi affido a chi fa questo per lavoro io sono un semplice cantautore che vuole lasciare un messaggio e cantare ciò che scrive. Non sono ne un fashion blogger, ne gestisco una rubrica di viaggi, bisogna smettere di strumentalizzare la propria immagine per rendersi “popolari”, dobbiamo ritornare alle sane abitudini di vivere la vita con gusto, assaporare i vecchi profumi della natura».
“Cantautore su due ruote” è il tuo nuovo curioso tour, oltre a ridurre l’impatto ambientale, cosa ti ha spinto a scegliere di spostarti di tappa in tappa unicamente con la bicicletta?
«In questi anni ho sempre cercato di fare di meglio, di reinventare il mio cammino. L’anno scorso ho girato per le strade con un carrello dell’ikea con tutto il materiale legato con una corda. Quest’anno ho cercato di migliorare gli spostamenti di ridurre al minimo la spesa. La bicicletta regala libertà, regala paesaggi che con un treno una macchina non riesci a gustare. Poi a me piace l’incertezza, l’imprevisto, il problema che devo risolvere con le mie forze e questo viaggio mi metterà a dura prova».
Per concludere, in che direzione pedalerà d’ora in poi la tua musica?
«Ho bisogno di parlare di chi non ha un volto, di paesaggi che hanno una storia forte, ho bisogno di vivere con i miei occhi ciò che canto e vi assicuro che sarà bellissimo. Voglio suonare interamente il mio prossimo disco con suoni rudi, primitivi, sarà una bella scoperta».
Nico Donvito
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