venerdì 22 Novembre 2024

ULTIMI ARTICOLI

SUGGERITI

Francesco Renga da il via a “L’altra metà Tour” nei teatri italiani – Recensione concerto

Il concerto è uno specchio che riflette storie, vite e musica

Rispecchiarsi, notare quei dettagli e quelle sfumature che non abbiamo mai considerato. Essere consapevoli del valore di certi sentimenti che abbiamo vissuto e sperimentato sulla nostra pelle. Considerare, però, anche quello che non è stato, che ci è sfuggito di mano e che avremmo potuto tenere più stretto. Insomma, siamo all’interno di un lungo cammino di crescita che continua tra risposte, consapevolezze e qualche punto di domanda. Perché, è bene sottolinearlo, L’altra metà risulta un viaggio musicale completo, che tiene in considerazione il passato, si ferma sul presente e guarda al futuro.

All’interno dell’ampio spazio temporale toccato dalle canzoni ogni persona può vedersi e rivedersi, notare sbagli e cambiamenti, vittorie e momenti più delicati.L’altra metà racconta i sentimenti in modo completo proprio perché non c’è una parte che rimane nell’ombra. Al contrario ciò che di solito appare difficile da percepire in questo tour è posto in primo piano: l’altra metà della vita, della storia, della musica.

Venerdì 11 ottobre ha infatti preso il via presso il Teatro degli Arcimboldi di MilanoL’altra metà tour di Francesco Renga, un tour che vedrà il noto artista in un primo momento sui palchi dei principali teatri italiani e in un secondo, da maggio 2020, in alcune città d’Europa.

La prima tappa milanese ha dimostrato subito il forte impatto sentimentale proposto dalla musica di Renga. La scaletta presenta alcuni tra i suoi più grandi successi del passato alternati con brani più recenti tratti dagli ultimi anni e ovviamente con quelli dell’ultimo album “L’altra metà”, titolo di questo tour.

Momenti di grande intensità emotiva con “Ci sarai”, “La tua bellezza”, “Raccontami” e che superano qualsiasi barriera emozionale con “Angelo”. Durante questa canzone ti rendi conto davvero di quanto la tua musica sia stata uno specchio in cui le persone si sono riviste. E le persone lo dimostrano, perché il ritornello lo cantano tutti, ma proprio tutti. Francesco vede la sua musica nelle parole, nei sorrisi e nei gesti del pubblico. Il progetto è stato proprio costruito per essere questo: un continuo scambio, un continuo riflettersi.

Da sottolineare a questo punto la coreografia che aiuta a veicolare il messaggio del tour lungo la stessa direzione. Infatti sul palco sono allestiti degli specchi, perché dopo tanti anni di carriera di certo non ci si nasconde e le consapevolezze si notano nei dettagli. Lo specchio esprime la verità, non la fantasia e questo show si percepisce in tutto il suo essere reale, vero, vissuto. Non solo delicatezza emotiva ma spazio anche al ritmo in modo particolare con “Nuova luce” e “Guardami amore” e alla nuova direzione musicale presente nell’ultimo album.

Questo nuovo volto della sua musica è ben rappresentato da alcuni pezzi quali la sanremese “Aspetto che torni”, “Prima o poi”, “L’odore del caffè” e “L’unica risposta”; I brani appena citati rappresentano nuove sonorità, nuove forme musicali e un modo di comunicare diverso rispetto al passato. Su questa linea, evidente nel live, è facile capire che l’altra metà sia anche ciò che non abbiamo ancora sperimentato, come il prossimo capitolo di un libro. Un libro che racconta con estrema consapevolezza ed attenzione ciò che è stato e che con la stessa voglia di condividere emozioni è pronto ad offrire capitoli nuovi frutto di nuove esigenze.

Per quanto riguarda nello specifico lo show milanese, infine, è giusto sottolineare che tutto il viaggio musicale è stato raccontato da una delle voci più belle del panorama musicale italiano. Non lo scopriamo di certo oggi, ma in ogni caso questa caratteristica rimane. Non una voce tra le voci, ma la voce che arriva a volte prima ancora del suo contenuto letterale. Un veicolo fortissimo, su cui far viaggiare parole e contenuti che nel live di sicuro non mancano.

In conclusione il Teatro degli Arcimboldi è stato abbracciato da una voce che ha scaldato cuori dall’inizio alla fine. Molto bella l’idea di riassumere tramite gli specchi il senso di un percorso che lo stesso Renga spiega e precisa durante la serata. Viaggio musicale consapevole tra passato e presente con uno sguardo al futuro, perché l’amore di cui si canta non ha confini temporali. Tanta voce per tutto il tempo ad eccezione di due delicatissime strumentali dei musicisti molto ben riuscite. Un bel concerto, di musica e di significato.

Foto Francesco Prandoni