giovedì 21 Novembre 2024

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Franco Califano, sei anni senza il poeta romano

Omaggio all’autore di innumerevoli successi, indimenticato interprete delle sue stesse passioni

Il mondo della musica leggera italiana non ha mai dimenticato Franco Califano, uno dei maestri e dei poeti indiscussi dell’intero scenario nazionale che, in cinquantatré anni di attività, ha pubblicato oltre trenta album e venduto circa 20 milioni di copie. Tra poesie e canzoni ha composto più di mille opere, più numerosi testi per altri artisti, molti dei quali diventati grandi successi senza tempo.

Franco è nato a Tripoli il 14 settembre del 1938, il padre era un militare dell’esercito italiano in missione in Libia, terminata la guerra la famiglia si stabilisce a Roma, dove cresce e consegue gli studi. Inizia a scrivere le prime canzoni affermandosi come autore, a cominciare da “E la chiamano estate” per Bruno Martino a “La musica è finita” per Ornella Vanoni, successi che lo portano a firmare il suo primo contratto discografico e a incidere nel ’72 il suo primo album, ma la vera popolarità prosegue principalmente come paroliere. Tra le canzoni più celebri di quel periodo, figurano “Minuetto” per Mia Martini, “Un grande amore e niente più” per Peppino Di Capri (che si aggiudica la vittoria del Festival di Sanremo 1973).

Nel ’76 ottiene maggiore credibilità come interprete grazie a “Tutto il resto e noia”, considerato in assoluto il suo cavallo di battaglia, successo seguito a ruota da “Me ‘nnamoro de te” e “Bimba mia”. All’attività di cantautore alterna alcune esperienze da attore e da produttore discografico, lanciando e lavorando con diversi artisti, tra cui ricordiamo i Ricchi e Poveri, Donatella Rettore, Gabriella Ferri, Jo Chiarello e Giampiero Artegiani. Negli anni ha calcato soltanto tre volte il palco dell’Ariston di Sanremo, nel 1988 con “Io per le strade di quartiere” composta a quattro mani con Toto Cutugno, nel 1994 con “Napoli” e nel 2005 con “Non escludo il ritorno”, scritta insieme a Federico Zampaglione dei Tiromancino.

Stroncato da un arresto cardiaco il 30 marzo 2013, nella sua villa romana all’età di 74 anni, il Califfo resta un artista simbolo della scuola romana d’autore, dai più soprannominato come il Prevert di Trastevere. I suoi testi hanno stravolto il concetto di canzone, le sue sono a tutti gli effetti delle vere e proprie poesie musicate, monologhi irriverenti e sinfonie romanesche che hanno esaltato il proprio stile di vita sregolato e fuori dagli schemi. Franco Califano è un uomo che la storia l’ha vissuta sulla propria pelle e, di conseguenza, l’ha segnata in maniera piuttosto incisiva, con un linguaggio che ha sempre mescolato colto e popolare, mediante un’eccentrica filosofia di vita che ha saputo mettere in risalto sia la maturità in età giovanile che l’eterna fanciullezza in età adulta. Seppur dotato di un animo introspettivo, ha più volte messo da parte il suo lato cupo e crepuscolare, soprattutto dopo la prematura scomparsa del padre, episodio che lo ha profondamente segnato e spronato a godersi la vita, pienamente e su tutti i fronti.

Amatore dal cuore mediterraneo, a metà tra il cinico e il romantico, è celebre per la sua appassionata e intensa vita notturna, durante la quale collezionava emozioni e situazioni che puntualmente riusciva a trasformare in canzoni. Aulico, scellerato, sognatore e playboy incallito, alla ricerca sempre di nuove conquiste, amori che hanno nutrito e alimentato la sua vena artistica, tra genio e sregolatezza.

Franco Califano | Le canzoni più belle

Ti raggiungerò (1965)
Amica malinconia (1965)
E la chiamato estate (1965)
Così triste (1966)
Non voglio vederti (1966)
La musica è finita (1967)
Una ragione di più (1968)
Un’estate fa (1972)
Semo gente de borgata (1972)
Amanti di valore (1973)
Minuetto (1973)
Il guerriero (1973)
Ma che piangi a fà (1973)
Un grande amore e niente più (1973)
Roma a settembre (1974)
Io me ‘mbriaco (1975)
Tutto il resto è noia (1976)
Bimba mia (1977)
Me ‘nnamoro de te (1977)
Io non piango (1977)
Balla ba (1977)
Tac (1977)
Ti perdo (1979)
La seconda (1979)
Avventura con un travestito (1979)
Ce stanno altre cose (1980)
La solitudine (1980)
Non so fare di più (1981)
La mia libertà (1981)
Buio e luna piena (1982)
Io per amarti (1983)
Quando comincia la notte (1983)
Impronte digitali (1984)
Per una donna (1985)
Il bello della vita (1987)
Io per le strade di quartiere (1988)
La nevicata del ’56 (1990)
Napoli (1994)
Cammino in centro (2003)
Un tempo piccolo (2005)
Non escludo il ritorno (2005)
Pallide memorie (2009)
C’è bisogno d’amore (2009)

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.