Franco Simone interpreta “Le tasche piene di sassi” di Jovanotti

Tempo di nuova musica per Franco Simone interpreta, che ha reso disponibile il nuovo singolo “Le tasche piene di sassi” di Jovanotti, fuori dallo scorso 25 luglio
Franco Simone, uno dei cantautori italiani più amati nel mondo con oltre 780.000 ascoltatori mensili su Spotify, torna in radio e in digitale da venerdì 25 luglio con il singolo “Le tasche piene di sassi”. Questo brano, una reinterpretazione del grande successo di Jovanotti, viene oggi rivisitato con la sensibilità e lo stile unico di Franco. Con questa release, l’artista conferma il suo ruolo di poeta e musicista raffinato, capace di parlare d’amore, di vita e di emozioni profonde attraverso la sua chitarra e le sue parole.
“Considero Jovanotti uno dei grandi cantautori della storia della musica italiana. Mi sono “appropriato” della struggente dichiarazione d’amore de “Le tasche piene di sassi” – racconta Franco Simone – perché la considero una canzone perfetta, capace di definire con delicatezza ed una straordinaria innocenza, quasi infantile, l’immagine di una madre ricordata con amore e tanta nostalgica poesia. E’ inevitabile che ognuno pensi alla propria madre. In questo senso, assume un significato speciale l’immagine di copertina del mio singolo, che mi raffigura bambino proprio accanto a mia madre. Il brano di Jovanotti fa parte del mio nuovo progetto “Dio, come amo queste canzoni!”, un album che raccoglie tributi a canzoni di altri cantautori ed interpreti che mi sono rimasti particolarmente impressi nel corso dei miei anni nella musica. Da sempre, nel corso della mia carriera, accanto alla mia attività di cantautore, ho dato spazio ai “tributi” (vedi ad es. il successo de “Il cielo in una stanza”. N.d.r.).”
I giornali cominciarono a parlare di lui per i brillanti risultati ottenuti come studente del Liceo Classico di Casarano, nel Salento. Franco Simone cantava solo per gli amici. Poi, mentre frequentava i corsi di Ingegneria presso l’Ateneo Romano (con 11 esami già superati brillantemente) gli stessi amici lo spinsero a presentarsi al grande pubblico. Venne subito definito “il poeta con la chitarra” per la bellezza dei suoi testi.
Dopo aver venduto milioni di dischi nel nostro Paese, Franco ha raggiunto una dimensione di unicità in mezzo mondo, soprattutto in America Latina. Due telegatti di “Sorrisi e Canzoni”, un Leone d’oro alla Carriera, due Gondole d’oro, una laurea ad honorem in “Economia e Tecnica della Comunicazione”, il titolo di Cavaliere della Repubblica, tributatogli dal Presidente Mattarella per meriti artistici, numerosi dischi d’oro e di platino, un premio a Bruxelles ed un altro ad Atene, col disco “Eliòpolis”, per il miglior album di musica etnica, la vittoria come autore, su più di mille concorrenti, al Festival di Viña del Mar (il più importante dell’America Latina), i suoi testi studiati nei corsi d’italiano in paesi come Canada, Argentina, Corea, Cile, riassumono una carriera artistica trasparente, immune da scorciatoie e compromessi.
La sua creazione rock-sinfonica “Stabat Mater” è stata indicata dalla critica come un’opera perfetta. Don Ciotti ha dichiarato che in quelle note “la terra incontra il Cielo”. Il suo brano “Paesaggio” ha superato, nelle varie versioni, 350 milioni di visualizzazioni. Un corso universitario americano l’ha indicato come uno dei nostri cantautori più rappresentativi insieme a Domenico Modugno, Lucio Dalla, Fabrizio De Andrè. A più di cinquant’anni dai suoi esordi, nonostante la quasi totale assenza dai rumori mediatici, Franco Fasano ha raggiunto buoni piazzamenti in classifica anche coi suoi album più recenti “Franco… è il nome”, “Simone… è il cognome”, “Francesco Luigi… all’anagrafe”. Questi tre album, con un totale di 50 brani, dopo la pubblicazione in digitale, nel prossimo autunno saranno anche distribuiti in formato fisico col cofanetto “50 Songs”.