Raccontiamo l’attualità con una canzone
Dopo aver visitato Napoli, si è incastrato nella mia gola un desiderio strano. Appurato che non fosse solo voglia di bere litri e litri d’acqua, ho capito quale fosse il nodo imbrigliato. Avevo voglia di fare delle domande a Napoli. Così, se si potesse intervistare una città, l’intervista sarebbe stata, più o meno, lo sa Iddio, questa.
Intervista immaginaria
Buongiorno.
Buongiorno a lei.
Mi dia pure del tu, ormai tanto l’ho visitata. Si può dire che siamo diventati intimi?
Se dobbiamo dirlo…
Facciamo che continuo darle del lei. Sa, pensavo che parlasse solo in dialetto stretto. Invece noto che lei parla in maniera chiarissima.
Quel del napoletano che parla solo napoletano è una diceria infondata. Chissà perché, si divertono pensarci così: ignoranti, esagerati e con la mafia che osserva tutto ad ogni angolo di strada. In realtà siamo una città in avanguardia. Lo sapeva che sono la prima città in Italia ad avere la metro circolare? Lei mi dirà che non è ancora pronta, ma questo perché io sono la città del sole. È lì che dimora la mia forza. Nel sole e nei colori. Invece vengo immaginata solo per la sporcizia e per la malavita.
Cose che ci sono, però.
Cosa?
La sporcizia e la malavita, dico.
Che ti devo dì? Chi pecora se fa, ‘o lupo s’ ‘o magna!
Scusi, ma non la seguo. Poi aveva detto che non parlava dialetto…
Non l’ho detto. Il dialetto è come un cuore interiore: se mi arrabbio, questo pulsa e mi decora le parole. Comunque, a proposito della…
Della mafia.
Si, della mafia. Vede, io sono una città viva, ho un cuore pulsante. Io trasudo emozioni e bellezza. E quando dipinge un quadro pieno di luce quello che si nasconde è anche una nube di ombra. La mafia c’è ed è presente per una serie di moltissime ragioni. Quello che fa la differenza è come ti metti tu davanti alla camorra. Se fai la pecora, vieni mangiato. Non ha idea – ma fuori da Napoli, pochi ce l’hanno – quanti eroi e quante persone sono morte per combatterla. E quanti ancora lo faranno. In ogni caso, bisogna anche anche intenderci bene quando parliamo di mafia. Senza la camorra Garibaldi non sarebbe mai entrato a Napoli e non avrebbe mai unificato l’Italia. La mafia a Napoli non è un problema di Napoli. È più un problema italiano.
È un ragionamento condivisibile.
Che pochi condividono però.
Sarà forse perché lei lo esprime poco.
“A meglio parola è chela ca nun se dice”. Vuole che gliela traduco?
No, lasci, ho capito. Invece il problema sporcizia?
Sporcizia e mafia sono lo stesso problema.
Touché. Se dico Garibaldi, le viene in mente un traditore o un patriota?
Uno politico di medio livello. Uno che arriva promettendo il mondo, e poi sfascia puntualmente quello che trova. Né meglio né peggio di tanti altri.
Invece questa faccenda di Maradona. Me la può spiegare una volta per tutte?
Cosa devo spiegarle?
Non so, può sembrare strano come un calciatore possa diventare una divinità.
È questo il problema. Maradona è una divinità che ha scelto di fare il calciatore. Ha fatto molti più miracoli di molti altri santi, e di certo più belli da vedere rispetto a un po’ di sangue o qualche Madonna in cielo.
Pensavo lei fosse molto cattolica.
Lo sono. Una lo diventa per forza dopo aver visto Diego palleggiare.
Va beh, va a finire che questa cosa non la capirò mai. Grazie per l’intervista. Ah, un’ultima cosa.
Eccala’.
In ogni articolo che scrivo devo infilarci dentro una canzone. Ha qualcuna da suggerirmi.
Napulé è di Pino Daniele.
Grazie, spero che il detto “vedi Napoli e poi muori” sia un’altra diceria che si dice sul vostro conto. Vero?
E io ca’ ne so? Se cerchi a verità, la prossima volta intervista San Gennaro!
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