Gabry Ponte: da Sanremo a San Marino, destinazione San Siro – INTERVISTA

Gabry Ponte

A tu per tu con Gabry Ponte, vincitore del San Marino Song Contest 2025 con il brano “Tutta l’Italia”. La nostra intervista al DJ e producer torinese che rappresenterà la Repubblica del Titano all’Eurovision di Basilea

Dopo aver incontrato Gabry Ponte lo scorso ottobre in occasione dell’annuncio di San Siro (qui la precedente intervista), lo ritroviamo con piacere in terra straniera per il San Marino Song Contest.

“Tutta l’Italia” è il brano che, dopo aver presenziato come jingle al Festival di Sanremo, gli ha permesso di agguantare il titolo della rassegna e di aggiudicarsi un posto al prossimo Eurovision Song Contest di Basilea, dove rappresenterà la Repubblica del Titano. Ecco cosa ci ha raccontato

Gabry Ponte al San Marino Song Contest 2025, l’intervista

Come stai vivendo questo momento?

«Sono mesi diciamo strani, ma sono molto contento di essere qui, ringrazio San Marino per questa opportunità fantastica e ringrazio ovviamente Carlo Conti che è stato il primo sostenitore di questo mio pezzo che, in qualche modo, ha adottato per il Festival e lo ha fatto entrare nelle case degli italiani facendolo diventare un tormentone».

E “Tutta l’Italia” è una canzone che abbiamo nelle orecchie da settimane, ci racconti come è nata?

«Certamente. È nata in studio, insieme a due amici e autori molto talentuosi, che sono Edwyn Roberts e Andrea Bonomo. Pensavamo al fatto che a giugno farò il mio primo concerto a San Siro e stavamo provando ad immaginarci un inno per questo evento. Così abbiamo immaginato un stadio pieno, tutta l’Italia che salta su questa musica».

Questa canzone ti ha permesso di tornare sul palco dell’Ariston dopo 22 anni dalla partecipazione con gli Eiffel 65. Che effetto ti ha fatto?

«Lo stesso di allora. C’è sempre una grande soggezione, quello dell’Ariston è un palco molto importante e questo si avverte quando sei lì. Non importa da quanto tempo fai questo mestiere, l’esperienza non è mai abbastanza per sentirsi sicuri in determinati contesti. E poi, quest’anno, non ero in gara… quindi l’ho vissuta in maniera un pochettino più rilassata, però rimane comunque un’esperienza sempre tosta».

Da Sanremo a San Marino in direzione San Siro, il 2025 di Gabry Ponte sembra avere odore di santità… A parte gli scherzi, te lo saresti mai immaginato tutto questo qualche settimana, fa quando eravamo in studio da te per annunciare il tuo debutto negli stadi?

«Assolutamente no, San Siro era già un sogno. Io sono molto istintivo e mi capita di ascoltare sempre il sentiment del mio pubblico, anche attraverso i social. Quindi, dopo la tournée dello scorso anno dei palazzetti, abbiamo deciso di alzare ulteriormente l’asticella annunciando San Siro. E devo dire che è andata molto bene, la data del 28 giugno è quasi sold out. Sarà un bell’evento».

Pensando a San Marino viene in mente il nome di un grande artista con cui collaborasti qualche anno fa in “Figli di Pitagora”. Che ricordo hai di Little Tony?

«Un ricordo bellissimo, perché Tony è innanzitutto un uomo fantastico, di quelle persone che quando ci vai a cena rimani estasiato dai suoi racconti che quasi ti dimentichi di mangiare. Mi ha dato l’impressione di aver vissuto otto vite e poi è un artista pazzesco, con una passione incredibile nonostante la carriera fenomenale che ha fatto. Pensa che aveva più energia di me che all’epoca ero un ragazzino, quindi è stato veramente un onore aver lavorato con lui . È uno dei ricordi più belli che mi porto dietro e che rivive in me ogni volta che suono quel pezzo dal vivo».

Sei uno spettatore dell’Eurovision Song Contest? Ti è capitato di seguirlo negli anni?

«Ho iniziato a seguirlo intorno al 2011, grazie alla canzone di Loreen, “Euphoria”. Ascoltai questo pezzo fortissimo a lì ho cominciato a seguire l’Eurovision in maniera meno distratta».

Per concludere, essendo tu un artista di fama mondiale, con quale spirito affronti questa esperienza e ti rimetti in gioco in una competizione?

«Sai, per me non fa tanta differenza quanto grande sia il palco, e mi capita di emozionarmi anche in club piccoli con trecento persone. Nonostante sono quasi 30 anni che faccio il DJ, mi diverto e ho sempre un po’ quell’ansia sana che deriva dalla preoccupazione di riuscire a trovare quella connessione con il pubblico che può fare la differenza. Sono felice, anche perché è un’opportunità che mi dà modo anche di parlare, con un unico progetto e in un unico contesto, non solo alla mia fanbase italiana, ma anche con quella internazionale».

Gabry Ponte al San Marino Song Contest 2025, la video intervista

Scritto da Nico Donvito
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