Analisi sul nuovo singolo di Gazzelle, intitolato “Come il pane”, disponibile per Maciste Dischi / Warner Music Italy da venerdì 29 novembre
Gazzelle ci fa immergere nella caducità della vita. Esprimendo sé stesso, chiunque può rispecchiarsi in “Come il pane”, questo il suo nuovo singolo.
Fin dalla prima frase del brano, tutto appare chiaro su cosa vuol dire l’artista in questo brano. “Ogni tanto guardo il cielo, ogni tanto sembra lui che guarda me” è la risposta ad alcune delle grandi domande della vita, quali ad esempio: quanto siamo piccoli dinanzi all’universo? Quanto siamo fragili al suo cospetto? E in questo brano tutto parte da qui. Dalla fragilità di un individuo e di come poi, per noi tutti, anime fragili, valgano le stesse risposte.
“Come il pane” è una poesia dedicata a tutte le bugie che ci diciamo, a tutti quei “tutto bene” che non rappresentano minimamente la fotografia della nostra anima. Il brano ci illustra la paura di cambiare le cose, di quella “pigrizia” nel voler lasciare tutto com’è anche quando nulla funziona. Ma allo stesso tempo ci racconta come tutto cambia anche senza la nostra volontà, nel bene e nel male. Narra di come, talvolta, forse sia meglio tentare di prendere in mano il controllo e provare a dirigerle verso la direzione che vorremmo, e anche se le cose non dovessero andar bene, ci avremmo comunque provato.
“Ma adesso non c’è niente che cambierei, ed ogni sbaglio lo rifarei” è la frase che racchiude tutto questo. Bisogna riconoscere come Gazzelle, anche in quest’ennesima nuova poesia, riesca a racchiudere concetti complessi in poche parole. Una capacità che solo i grandi cantautori riescono ad avere.
“Non capisco fino in fondo, quanto valgono i miei sogni e quanto in generalе valgo io” è un altro pezzo del brano che fa riflettere profondamente. Quel rischio di perdersi tra ciò che sogniamo e ciò che siamo realmente. Tra quello che pensiamo di essere e ciò che siamo davvero. Ancora, nuovamente, riflessioni profonde racchiuse in una flebile riga.
“E io farei ancora finta di stare bene comunque. Comunque. Comunque, comunque, comunque”. La degna conclusione di un nuovo regalo di questo grande artista. La verità che in fondo, noi, quella fragilità la accettiamo, e che abbracciati da quella malinconia, dopotutto, stiamo bene comunque.
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