A tu per tu con Giallo: “Oggi è difficile gettare le maschere”. Giacomo Pisanello parla del suo ultimo singolo “Testa di casse”
Giallo, crasi di Giacomo Pisanello, nasce a Lecce nel 1997 e inizia a suonare il pianoforte prima ancora di imparare a scrivere. Negli anni delle medie inizia a suonare il clarinetto, strumento che lo accompagnerà negli anni successivi, nel suo primo percorso in conservatorio durato tre anni. Abbandonato il clarinetto si riavvicina al pianoforte classico e alle tastiere anche da un punto di vista accademico, iniziando quindi il suo secondo percorso al conservatorio abbandonato solo due anni dopo. È con la sua prima band che inizia ad approcciarsi al canto, al songwriting e alla produzione musicale per e con altri artisti. Nel 2018 inizia a scrivere insieme all’autore Piero Romitelli e nel 2019 si iscrive a composizione pop/rock presso il Conservatorio di Lecce. Nello stesso anno viene convocato tra i 15 autori/produttori selezionati da Sony/ATV per il Songwriting Camp e si aggiudica poi una borsa di studio che gli permette di frequentare il CET di Mogol.
Nel 2021 insieme a Margherita De Francesco fonda il collettivo CITRO, nel quale produce il brano vincitore del Festival di Castrocaro. Nel 2022 si laurea in Composizione Pop con 110 e lode e si trasferisce a Milano dove conclude il suo primo album da solista.
Nel 2023 il suo progetto e il collettivo CITRO collaborano con Enrico Molteni per il rilascio del suo primo album #FFB427. Il suo 2024 si apre con l’uscita dei singoli Effetto Mentos, il 26 gennaio, Non ci casco più, il 19 aprile e Monica, il 7 giugno.
“Testa di casse” è il nuovo singolo di Giallo feat. Wilde, disponibile da venerdì 20 settembre per CITRO.
Milano corre troppo, e nella sua frenesia è facile sentirsi sopraffatti. Da questa sensazione nasce “Testa di casse”. Il brano è un mix esplosivo di rock, dance e rap che suona come uno sfogo e una ribellione, perfetto per chi cerca di ritrovare sé stesso in una città che non si ferma mai.
Il ritmo travolgente, con basso potente e chitarre urlanti, è accompagnato da un’ironia che invita a non prendersi troppo sul serio. “Testa di casse” diventa così un manifesto per chi, nonostante inciampi, sceglie di ballarci sopra.
Oggi, ai microfoni di Recensiamo Musica, il giovane cantante si racconta in questa intervista realizzata da Lorenzo Pugnaloni.
Giallo, venerdì 20 è uscito il suo nuovo singolo per CITRO, intitolato “Testa di casse”. Come mai questo appellativo?
«Ciao! Il titolo di questa canzone riflette esattamente il mio progetto, ovvero me stesso. Un gioco di parole insubordinato e improbabile ma con un grande significato: è utile sbagliare, fare cazzate e perdersi ma poi ritrovarsi nella musica, tra un colpo di cassa e l’altro».
Si parla di un grido di liberazione per ritrovare sé stessi in una città che non si ferma mai, perchè proprio Milano?
«Mi sono trasferito a Milano due anni fa per lavoro; all’inizio ho faticato a trovare il giusto ritmo, sentendomi in colpa per non essere abbastanza sul pezzo. “Testa di casse” è il primo brano che ho scritto qui, per sfogarmi e affrontare questa sensazione, come faccio sempre nei miei brani. Oggi, due anni dopo, ho fatto pace con la città, l’ho resa mia e ho capito che camminare bene è più importante che correre. Ho costruito il mio mondo con i miei ritmi e le persone giuste e finalmente sto bene».
Anche lei ha vissuto un periodo in cui non riusciva a ritrovare sé stesso?
«Credo che il racconto del progetto Giallo sia proprio una ricerca di sé stessi in una società e in un momento storico in cui è troppo facile perdersi. Ho usato la musica proprio per trovarmi e credo che continuerà a insegnarmi chi sono e chi voglio essere. Spero che la mia musica possa far sentire compresi anche gli altri come me e, quando succede, per me è sempre la cosa più bella».
Oggi quant’è difficile gettare le maschere e presentarsi per come si è davvero?
«In Effetto Mentos, singolo uscito a gennaio, inizio il mio racconto del 2024 parlando proprio di quanto sia difficile ma liberatorio gettare le maschere, rinunciare a mentire fingendosi migliori di ciò che si è. Perchè alla fine le maschere, le bugie che ci raccontiamo, in un modo o nell’altro esplodono come Mentos nella Coca-Cola».
Com’è nata la collaborazione con Wilde?
«Da quattro anni, Wilde è come un fratello per me artisticamente. Ci siamo conosciuti al conservatorio di Lecce e, durante la pandemia, abbiamo iniziato a scrivere insieme per gioco. Da allora ci capiamo subito, influenzandoci e crescendo insieme. Ora è anche il mio vicino di casa a Milano. Oltre a Testa di casse, collaboriamo su molti altri brani, sia miei che suoi».
In vista futura c’è qualche altro progetto in cantiere di cui vuole parlarci?
«Il prossimo passo è pubblicare l’EP che unisce i capitoli del romanzo (giallo) iniziato a gennaio con Effetto Mentos. La priorità successiva sarà suonare dal vivo con una band, portare dal vivo tutti brani degli ultimi due anni e condividere nuove esperienze, che ispireranno nuove canzoni. Tuttavia, per le canzoni è ancora presto».
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