mercoledì 16 Ottobre 2024

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Gianluca Grignani: “La fabbrica di plastica diventa realtà”

Tempo di nuova musica per il cantautore milanese, in uscita con il singolo “Tu che ne sai di me

E’ un nuovo Gianluca Grignani quello che abbiamo incontrato nel corso della conferenza stampa di presentazione del suo nuovo singolo “Tu che ne sai di me”, in rotazione radiofonica a partire dalla mezzanotte del 31 dicembre 2019, quindi, di fatto, disponibile dal 1° gennaio 2020. A venticinque anni di distanza dal debutto sanremese di “Destinazione paradiso”, l’artista torna sulle scene musicali dopo tre anni di silenzio con un brano rockeggiante che si discosta da tutto ciò che si sente oggi in giro e che segna, inevitabilmente, un nuovo corso per la sua carriera.

«Questo è il primo brano di un progetto che mi ha visto per due anni scrivere e produrre – racconta il cantautore – e rappresenta l’apertura di un discorso artistico molto più ampio. “Tu che ne sai di me” è una presa di coscienza, è come passare il testimone a se stessi… un momento che si ripete durante la vita, a diverse età e in diverse circostanze, ma che tutti prima o poi devono affrontare. Ho lavorato molto sulla produzione di questo primo singolo, ci tenevo che diventasse quello che poi è diventato, anche perché è la canzone del ritorno, è il brano della mia indipendenza, è il pezzo in cui credo e spero molti si riconosceranno».

Realizzato da Falco a metà e distribuito da Sony Music Italia, il brano sarà accompagnato dal videoclip girato da Gaetano Morbioli, immagini che mettono in risalto l’animo del rocker milanese e sottolineano il messaggio lanciato tra le righe di un testo importante, che segna un ritorno molto atteso, l’inizio di un nuova fase che l’artista descrive così: «In questi tre anni e mezzo ho scritto circa sessanta brani, dove vengono a galla una serie di storie concatenate insieme, alla fine ho scoperto di aver realizzato un concept album, così mi ritrovo ad avere tre dischi che si chiameranno “Verde smeraldo” e si suddivideranno in tre capitoli. La prima parte uscirà in concomitanza del terzo singolo, in quell’occasione spiegherà il significato di questo titolo che parte dalla mia infanzia e attraversa tutta la mia vita».

Tre dischi praticamente pronti, quindi, che si intitoleranno Verde smeraldo 1“, “Verde smeraldo 2 e Verde smeraldo 3, una trilogia che denota l’ispirato periodo creativo vissuto dal cantautore, che ha cominciato a lavorare in maniera diversa rispetto al passato: «“Tu che ne sai di me” è stato il primo brano che ho composto al pianoforte, un processo per me è atipico ma ho voluto sperimentare in questa nuova direzione perché sentivo la necessità di ripropormi in maniera diversa. Quello che è venuto fuori è un brano da dove riparto da zero, con la mia etichetta Falco a metà, distribuito come major da Sony, con un nuovo studio dove ho prodotto questo brano con l’aiuto di professionisti come Roberto Laghi. Tutto è stato realizzato nel mio studio che si chiama “La fabbrica di plastica”, dove produrremo degli artisti nuovi, c’è una mail “lafabbricadiplasticastudio@gmail.com”, chiunque può inviare provini, li selezionerò personalmente per vedere cosa mi interessa di più».

«Tutte queste cose fanno di me un nuovo Grignani – aggiunge Gianluca – per me le canzoni restano la cosa più importante, non nego che in questo momento sto già pensando al secondo singolo. La musica oggi è cambiata, mettersi alla prova vuol dire cercare di non fare le cose che sono state fatte prima, l’idea è quella di dare l’anticipazione di quello che già c’è, vedere cosa succede, singolo dopo singolo, soprattutto di dimostrare che la musica non è soltanto immagine, ma è ancora musica. Cerco di utilizzare gli strumenti di oggi per portare avanti quello che a quarantasette anni credo di avere imparato, tutto questo diventa concreto in questo singolo, nei dischi che usciranno, nella mia etichetta e nel mio nuovo studio: la fabbrica di plastica diventa realtà! Quel brano è stato il momento esatto in cui ho dichiarato a me stesso e agli altri di non voler far parte di un sistema».

Gianluca Grignani | Conferenza stampa

«La libertà artistica che ho acquisito la devo soltanto a me stesso, spero che alla gente arrivi il messaggio che se ha voglia di mandare il proprio provino senza passare per i canali tradizionali, pensando unicamente alla musica, io sono qui pronto a produrli e, francamente, credo di esserne capace. Per me scrivere una canzone è come scalare una montagna in arrampicata libera, in continua ricerca della perfezione e del passaggio preciso, l’unico che ti permette di procedere come se vedessi il risultato finale o la vetta. Sono sempre in costante bisogno della massima concentrazione, questa la sensazione che provo da quando scrivo fino alla fine della produzione di un brano o di un disco, può sembrare o suonare estremo però è vero. Ogni singolo passaggio musicale per me è importantissimo, se lo sbaglio me ne accorgo e finchè non trovo la giusta strada continuo. Questo da anni è il mio lavoro e spero di poterlo continuare a fare in futuro anche per altri».

Riguardo Sanremo, in conclusione, Gianluca Grignani smentisce una sua ipotetica partecipazione, aggiungendo: «il Festival è un veicolo, un aiuto alla musica, un contenitore, meglio viene usato meglio è, peggio viene usato peggio è. Io stesso sono un mezzo per informarvi di qualcosa, poi è chiaro che quello che esce da me mi auguro abbia dei contenuti. Sanremo è un contenitore così come X Factor, dipende come li riempi, sono scelte». Non ci resta che attendere la pubblicazione del singolo (di cui seguirà sicuramene una nostra recensione), per il momento possiamo anticiparvi essere un ottimo presupposto per iniziare musicalmente al meglio il 2020.

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.