sabato 23 Novembre 2024

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Giorgio Bolognese: Il mio brano contro la violenza – INTERVISTA

Intervista al compositore che sposa le cause benefiche

Partiamo da “2 luglio”, il tuo brano strumentale che, in qualche modo, ha segnato il tuo debutto discografico qualche settimana fa: come nasce l’esigenza di pubblicare questo brano?

<<Il brano è nato per una colonna sonora di un cortometraggio dedicato ad un eccidio di partigiani avvenuto nelle valli di Susa e che, al suo interno, aveva una scena particolarmente cruenta di un soldato tedesco pronto ad ammazzare con una mannaia un partigiano. E’ nata per quella scena in particolare il brano. Affianco a tutto ciò sono stato abbastanza vicino alle varie problematiche sociali per mezzo della mia Onlus (rigorosamente super-partes ed indipendente dai singoli progetti) che si occupa di organizzare spettacoli per raccogliere fondi da destinare ad altre associazioni no-profit che operano nel territorio tra cui, ad esempio, il Telefono Rosa con cui mi sono confrontato di recente. Mi è venuto naturale pensare di voler fare qualcosa di concreto contro questa forma di violenza e, perciò, ho dedicato questo brano, nato proprio per descrivere un attimo di violenza, a tutte quelle donne vittime dei fenomeni di femminicidio>>.

Il brano nasce discograficamente per mezzo dell’etichetta editoriale di Gatto Panceri

<<E’ stato un modo concreto per finalizzare il progetto, andato in porto grazie al fatto che Gatto Panceri ha preso a cuore questo mia finalità decidendo di co-produrre il brano>>.

Per quanto riguarda il titolo, invece, a cosa è dovuta la scelta?

<<“2 luglio 1944” è il titolo del cortometraggio ed io non ho voluto cambiare il nome del brano nato esclusivamente per la colonna sonora di quel fim di Tatjana Callegari. Non è legato ad alcun fatto per me particolare, anzi si tratta solo di coerenza>>.

Nel corso della tua carriera hai composto anche altri brani che, però, sono sempre rimasti fedeli alla composizione strumentale e non destinata alla forma canzone contemporanea. Ecco, nella situazione attuale, composizioni come le tue credi possano avere ancora uno spazio al di fuori del contesto del cinema che ne fa ancora largo uso?

<<E’ una domanda da un milione di dollari (ride). Viviamo in un contesto che è pieno zeppo di artisti, format e proposte ma che poi, quando si ha voglia di divertirsi, va a recuperare la musica degli anni ’60 e ’70. C’è indubbiamente un’innovazione artistica, stilistica e tecnologica in atto che ha portato in molti a realizzare dei brani pur non avendo alcuna base musicale di tipo didattico. Viviamo, tra l’altro, un momento in cui il rap va molto forte ma che, per quanto mi riguarda, non costituisce una canzone ma semmai un parlato, una declamazione. Tutto ciò, però, non toglie che la musica sia comunque sempre bella: naturalmente, poi, c’è quella che piace e quella che non piace, quella che risponde alla moda e quella che approfitta di un certo genere piuttosto che un’altro. Sta di fatto che, però, è il mercato quello che comanda: è la domanda a dettare legge, non l’offerta e per questo non so dire se i miei brani strumentali possano avere o no un proprio mercato. Sicuramente posso, però, dire che esiste un pubblico che non viene soddisfatto dalle proposte delle grandi etichette discografiche, tutte concentrate al profitto immediato derivante dalle mode che esse stesse creano per rispondere alle richieste sostanziose dei giovanissimi che assicurano, nel breve periodo, introiti considerevoli>>.

Esiste, però, ancora un mercato anche per questa musica se ci pensiamo bene

<<Si, certo Giovanni Allevi piuttosto che Ezio Bosso hanno effettivamente un proprio mercato che è nato anche da una buona strategia promozionale e manageriale. Il mercato effettivamente esiste sol che andrebbe ulteriormente alimentato affinché assorbisse e rispondesse più sostanzialmente alle offerte date>>.

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.