Giovanni Toscano: “Un posto migliore? Un album onesto” – INTERVISTA

Giovanni Toscano

A tu per tu con Giovanni Toscano per parlare del nuovo album “Un posto migliore”, fuori dallo scorso 21 marzo. Ecco la nostra intervista al giovane cantore

È disponibile dallo scorso venerdì il secondo progetto discografico di Giovanni Toscano, dal titolo “Un posto migliore”, fuori per LaTarma Records e distribuito da ADA Music Italy.

In un’epoca in cui molti giovani guardano con incertezza al proprio futuro, “Un posto migliore esplora temi universali come l’amore, l’amicizia, la famiglia e i ricordi. Ogni traccia è un racconto intimo che si intreccia con sensazioni di malinconia, ma al tempo stesso con una voglia di andare avanti, mantenendo viva la capacità di stupirsi e di apprezzare i piccoli momenti quotidiani.

L’album è stato anticipato dell’omonimo vodcast, che unisce musica e narrazione per raccontare la genesi dei brani in scaletta. Approfondiamo la conoscenza di Giovanni Toscano e del suo mondo musicale.

Giovanni Toscano presenta il nuovo disco “Un posto migliore”, l’intervista

Qualche anno fa Caparezza cantava che il secondo album è sempre quello più difficile nella carriera di un artista. È stato così anche per te?

«Devo dire di no, è stato estremamente facile scrivere i pezzi, forse ogni tanto più difficile riprodurre alcune cose, quando hai un’idea precisa di come le vuoi fare, però chiaramente hai delle limitazioni pratiche. Però è stato molto facile. Il primo album in genere lo butti fuori e vedi che succede, poi ti rendi conto che dopo la fortuna del principiante ti ritrovi a pensare di voler continuare, di aver bisogno di fare musica. Per un momento ho avuto qualche dubbio, non sapevo se era una cosa che volevo veramente oppure un gioco. Con l’uscita di “Un posto migliore” sto cominciando ad avere le idee un po’ più chiare».

Hai scelto di raccontare il progetto con un vodcast: cosa ti ha permesso di tirare fuori questa modalità e cosa ha aggiunto alla narrazione del disco?

«Beh, intanto è stata un’idea bellissima che ha avuto l’etichetta e di questo non smetterò mai di ringraziarli, perché abbiamo delle immagini di repertorio, io e i miei amici che, se tutto va bene, tra quarant’anni ci rivedremo e saremo contenti come dei matti. Questo mi basta. La dimensione del podcast penso sia interessante, intanto perché è un po’ anche una novità, nel senso che si parla di un album non ancora uscito e poi perché restituisce a me stesso l’immagine di un giovane aspirante cantautore che non è né il cantautore intellettuale, né il cantautore tenebroso, ma è una persona normalissima con la sua vita e con degli amici. Per tutto questo, trovo che sia una cosa bella».

Per concludere, quali elementi e quali caratteristiche ti rendono orgoglioso soddisfatto di “Un posto migliore”?

«Ultimamente me lo sono risentito, per sincerarmi che non ci fossero errori dal punto di vista tecnico, La cosa che ho pensato è che non so se tra vent’anni ancora mi piacerà, ma sono abbastanza sicuro che non storcerò il naso. Sai quando rileggi una cosa che scritta alle medie o al liceo? Posso ritenermi sicuro del fatto che non mi sentirà a disagio, che non proverò alcun tipo di vergogna, perché “Un posto migliore” è un album onesto, in cui ogni parola è sentita profondamente e questo mi riempie d’orgoglio. Poi se mi piacerà o meno, quello spetterà dirlo al Giovanni del futuro».

Scritto da Nico Donvito
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