A tu per tu con la cantante romana, in uscita con il nuovo singolo intitolato “Prescindere da te“
A pochi mesi di distanza dalla nostra precedente chiacchierata, ritroviamo Giulia Luzi, in arte GIULIA, per parlare della sua personale proposta discografica per l’autunno, reduce dai successi estivi di “Mon amor“, singolo attualmente in rotazione nelle principali network radiofonici francesi. Si intitola “Prescindere da te” il nuovo inedito prodotto da Luca Chiaravalli, disponibile su tutte le piattaforme digitali a partire dallo scorso 30 ottobre.
Ciao Giulia, bentrovata. Partiamo dal tuo nuovo singolo “Prescindere da te”: che sapore ha per te questo pezzo?
«È una scossa. Spero arrivi a chi ne ha bisogno. In realtà ho letto tanti feedback positivi di ragazze o ragazzi che escono da una relazione dannosa che mi dicono di aver recepito in maniera forte e chiara le mie parole. Bella soddisfazione!».
Dopo diverse incursioni in altri territori, torni alla melodia, con un brano che mette in risalto la tua vocalità, seppur le sonorità non siano tradizionali, bensì innovative e contemporanee. Come siete arrivati a questo preciso sound?
«Opera del maestro Luca Chiaravalli. Non gli ho detto nulla; ero certa avrebbe valorizzato il brano al massimo, conservando freschezza, ma dandogli la potenza che nella sua complessità meritava».
C’è una frase che, secondo te, rappresenta e sintetizza al meglio il significato dell’intera canzone? E perché?
«Beh, direi assolutamente la prima frase del ritornello: “Non voglio più prescindere da te”. È la consapevolezza raggiunta, quella che spero arrivi per ognuno in un determinato momento di vita. È importante riconoscere il proprio valore, non dipendere da nessuno. Il primo amore è quello verso noi stessi: solo così potremo davvero amare in modo sano qualcun altro».
Dal punto di vista narrativo, invece, cosa aggiungono le immagini del videoclip diretto da Mauro Russo?
«Sono metaforiche. Nella prima strofa sono triste, amareggiata, malinconica. Dal ritornello in poi, rompere il cuscino e iniziare a spaccare tutti gli oggetti della casa è metaforico: comunicate, tirate fuori, metabolizzate e poi ripartite. Ma da voi!».
In questi ultimi anni hai sperimentato e spaziato, fino ad arrivare a maturare una maggiore consapevolezza artistica. Quali skills pensi di aver acquisito rispetto all’uscita del tuo precedente disco?
«Credo di essere più vera quando canto. Penso più alla pancia che alla voce. Sicuramente in quattro anni ho vissuto più esperienze di vita, e quindi dò ancora più valore a quello che canto. “Prescindere da te” non è autobiografica ma oggi gli dò un valore ben preciso perché, anche se certe cose non le vivo in prima persona, mi è capitato di osservarle negli altri. Ho più da dire, ecco».
Quali sono i tuoi prossimi progetti in cantiere? Cosa dobbiamo aspettarci dalla nuova musica di GIULIA?
«Sono in continua sperimentazione ma credo ormai di sapere quali siano i miei punti di forza. Li so io ma forse non li ho ancora del tutto dimostrati. Spero di sorprendervi in senso positivo».
Per concludere, considerando il difficile momento che stiamo vivendo, quali sensazioni e riflessioni ti piacerebbe riuscire a trasmettere a chi ascolterà “Prescindere da te”?
«È un momento in cui purtroppo siamo costretti ad essere più isolati, più a contatto con noi stessi. Cogliete quest’occasione per entrare in contatto con voi stessi e chiedetevi: “Io mi amo abbastanza?”».
Nico Donvito
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