giovedì 21 Novembre 2024

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Giusy Ferreri esplora il cinema pop di “Federico Fellini” – RECENSIONE

Recensione del singolo che chiude l’ultimo capitolo discografico dell’interprete che si dedica al pop retrò

A chiusura di un progetto dedicato all’idea delle canzoni come se fossero dei ‘Cortometraggi’ (qui la nostra recensione dell’album), Giusy Ferreri non poteva che scegliere il singolo Federico Fellini. L’immaginario dello storico regista italico finisce, dunque, per essere il pretesto migliore per fare da collante tra una canzone ed un progetto che ha voluto intendere il pop d’oggi sotto le forme di un gusto retrò. Un gusto che, per certi versi, richiama proprio quella velata malinconia che le pellicole di Fellini hanno sempre portato con sé.

Scritto da Daniele Coro, Diego Mancino e Giulia Anania, “Federico Fellini” è, in realtà, l’occasione di realizzare un brano che racconta d’amore e della presenza. “Per te ci sono ancora” ripete l’inciso nel suo topoi centrale sottolineandolo in maniera crescente e via via più convincente. E così, tra le piccole di una vita che, in realtà, ne rappresenta molte altre, si passa a raccontare di un amore che nasce e cresce tra le evoluzioni della vita.

Giusy Ferreri si mette a disposizione del racconto alternando un suono vocale morbido e coerente con il senso di una narrativa intimista e personale ad una potenza crescente che sottolinea, con un graffio sempre misurato ed appropriato, i versi clou del pezzo. Anche quella voce spigolosa e unica che la Ferreri ha spesso dimostrato di avere e saper usare a proprio vantaggio preferisce farsi da parte e lasciare la vera scena allo snodarsi di una storia d’amore che è quella di due protagonisti imprecisati che, in fondo, sono un po’ come noi.

“Per te ci sono ancora” ricorda il testo. Una presenza che è dovuta a quell’idea di una seconda metà descritta come “una meraviglia”. Presenza che si scontra con le circostanze di un “mondo [che] ha venduto il cuore: non ci somiglia”. Un esserci che, inevitabilmente, condiziona l’amore stesso permettendo di scoprirsi “la stessa persona di sempre ma tu mi fai sentire nuova”. Ed ecco che, dunque, quella presenza costante, quell’esserci a prescindere da ogni cosa l’uno per l’altro, finisce per essere la definizione più pura e vera di quello che tutti definiamo amore. Amore come presenza. Amore come esserci. Come nei film di Federico Fellini.

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.