venerdì, Marzo 29, 2024

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Grein: “Rompo gli schemi per non sottostare ad alcuna legge musicale” – INTERVISTA

A tu per tu con il rapper romano, uno dei sette protagonisti di “Disco 1” dell’etichetta Honiro Ent

E’ uno dei rapper più promettenti della nuova scena hip hop Gianluca Iannetti, alias Grein, uno degli artisti coinvolti in Disco 1, EP targato Honiro Ent che lo vede protagonista di ben due tracce, “SOS” insieme a Ciao Sono Vale e Matteo Costanzo e “Lame affilate” con Leyla. Il giovane artista classe ’99 è attualmente in promozione anche con il suo ultimo personale singolo intitolato “Lucifero“, rilasciato lo scorso 26 novembre, a un anno di distanza dalla pubblicazione del suo album d’esordio “MCMXCIX”. Conosciamolo meglio.

Ciao Gianluca, benvenuto. Partirei da “Disco 1” l’Ep da poco pubblicato da Honiro Ent, lavoro che ti vede protagonista di due tracce. Cosa rappresenta esattamente per te questo progetto?

«Prima di tutto un’occasione per stringere rapporti con gli altri colleghi dell’etichetta, artisti che prima non conoscevo personalmente, con i quali mi sono trovato sin da subito molto bene. Il risultato è stato più che soddisfacente perché racchiude tutta la coesione che si è creata tra di noi, un certo tipo di affinità e di cooperazione difficile da trovare in altre realtà. Per me è stato come vivere una festa, il clima che si respirava era molto sereno ed è sempre bello lavorare in questo modo».

Come ti sei trovato con gli altri ragazzi e che tipo di esperienza è stata per te?

«Guarda, tutto si può riassumere in una sorta di vacanza-lavoro, perché ci siamo ritrovati in un casale in mezzo al nulla, su entrambi i piani c’era uno studio, dove ci ritrovavamo a lavorare in gruppo, con Matteo Costanzo perennemente al lavoro di nuove basi. E’ stata un’esperienza particolare, trovo che sia bellissimo avere la possibilità di comporre musica mentre ci si diverte, un privilegio».

Lo scorso 26 novembre è uscito il tuo ultimo singolo “Lucifero”, un brano dal forte valore simbolico perché invita chiunque l’ascolti a non sottostare alle regole, a ribellarsi alle situazioni che ci stanno strette. C’è qualcosa in particolare che ti ha ispirato questo tipo di riflessione?

«Di mio sono sempre stato uno spirito ribelle, piuttosto che seguire quello che mi dicevano gli altri ho sempre cercato di ragionare con la mia testa. L’idea che mi ha fatto scattare questo pezzo è l’attuale situazione musicale, con particolare riferimento alla trap. Con questa canzone ho voluto gridare la mia voglia di sentirmi diverso, di non seguire la scia di una moda, di rompere gli schemi e non sottostare ad alcuna legge musicale».

A livello musicale è un brano in cui hai sperimentato parecchio, che tipo di sonorità hai voluto abbracciare?

«Musicalmente parlando, questo pezzo è nato un po’ per caso da un giro di chitarra di Matteo Alieno, la volontà era quella di cercare di fare qualcosa di diverso rispetto a ciò che gira adesso, così abbiamo abbracciato varie sonorità e mood diversi, creando una sorta di crossover tra i generi, per parlare anche attraverso il sound un linguaggio sempre più universale e assolutamente non ghettizzato».

Cosa vogliono comunicare le immagini del videoclip ufficiale diretto da Tahir Hussain? 

«Secondo il mio personale punto di vista, questo è il più bel video che abbia mai fatto, lo considero quasi come un cortometraggio, mi piace molto proprio perché valorizza il pezzo, senza in realtà aggiungere nulla di più a livello di significato, l’obiettivo era quello di rendere le immagini in linea con quanto raccontato nel testo della traccia, portando a livello visivo esattamente ciò che ho descritto in musica».

Facciamo un salto indietro nel tempo, come ti sei avvicinato alla musica?

«Ho sempre amato molta la musica, mia madre mi ha fatto ascoltare parecchio cantautorato, mentre con mio padre ho cominciato a suonare il basso, suonando in una piccola band ai tempi delle medie. Successivamente ho scoperto il rap e per me è stata una specie di rivelazione, perché avevo scoperto un nuovo modo di comunicare, molto più diretto ed esplicito, assolutamente senza filtri. Infine l’approccio alla scrittura mi ha permesso di liberarmi di tutto ciò che avevo da dire e da lì sono diventato Grein a tutti gli effetti».

Quali ascolti hanno accompagnato e influenzato il tuo percorso?

«Mi piace ascoltare un po’ di tutto, dai Deep Purple ai Blink 182, chiaramente il rap è il mio genere di riferimento, mi ispiro tanto a livello di attitudine a Salmo, che per me è il più forte di tutti in Italia, ma ammiro molto anche Marracash. In questo ultimo periodo sono un po’ in fissa con Genius Wrld, un rapper americano recentemente scomparso, che purtroppo ho scoperto solo di recente».

Hai un feat dei sogni? Ci sono artisti con i quali ti piacerebbe collaborare?

«Sicuramente i due che ti ho appena citato, Salmo e Marracash, mentre della nuova scena mi piacciono moltissimo Tedua, Rkomi e Ketama. Sicuramente, dopo aver lavorato a “Disco 1” ho capito che è bello collaborare anche con artisti provenienti da altri mondi musicali, perché alla fine di rapper c’eravamo solo io e Leyla, quindi ho trovato molto stimolante il concetto di contaminazione, perché alla fine CiaoSonoVale fà un pop un po’ alternativo, Matteo Alieno e Francesco Morrone sono due cantautori, Cannella è indie, Matteo Costanzo ha unito un po’ tutte le nostre attitudini, sinceramente non mi aspettavo riuscissimo a trovare una tale coesione, è stato veramente bello».

A un anno di distanza dall’uscita del tuo album d’esordio “MCMXCIX”, stai lavorando a nuova musica? Quali sono i tuoi prossimi progetti in cantiere?

«Sì, stiamo lavorando ad un nuovo lavoro discografico, probabilmente un EP che uscirà prima dell’estate, a breve ci saranno tante belle novità che puntualmente comunicherò attraverso i miei canali social».

Per concludere, dove e a chi ti piacerebbe arrivare attraverso la tua musica?

«Non punto ad un pubblico specifico, scrivo d’impulso quello che provo in un determinato momento, chiaramente le influenze le ho anche io, ma non mi pongo qualcosa di preciso. Sarà pure un errore, ma tendenzialmente faccio musica per me stesso, se arriva agli altri tanto meglio. Diciamo che, fortunatamente, non sta andando malissimo, questo tipo di approccio credo che alla lunga ripaghi, tutto ciò che arriverà in futuro sarà sicuramente qualcosa di gradito e di inaspettato».

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Nico Donvito

Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
Nico Donvito
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